ANGELA E DEMONE – LA MERKEL SI METTE DI TRAVERSO ALLE TRATTATIVE TRA BRUXELLES E ROMA: HA INCONTRATO CONTE E GLI HA CHIESTO DI CAMBIARE QUOTA 100. LA CANCELLIERA SI DICE PREOCCUPATA PER LA RIFORMA DELLA LEGGE FORNERO – E SE LA MANINA CHE HA VOLUTO CAMBIARE IL 2,4 IN 2,04, MAGARI SPERANDO CHE I CITTADINI NON SI ACCORGANO DI QUELLO ZERO, FOSSE QUELLA DI ROCCO CAOS-ALINO?
1 – LA MERKEL NON VUOLE QUOTA 100. E ADESSO BERLINO SFIDA SALVINI
Luca Romano per www.ilgiornale.it
Il nodo da sciogliere sul tavolo della manovra resta quello di quota 100. La trattativa con l'Europa che sembrava chiusa su un accordo per una deficiti al 2,04% adesso pare si sia riaperta per ulteriori richieste da parte di Bruxelles.
Moscovici e Juncker hanno chiesto in modo chiaro un altro sforzo proprio sul fronte delle pensioni. E da Roma sarebbe arrivato un secco "no" da parte di Salvini. Fin qui i fatti. Ma c'è un retroscena che spiega anche come sta andando avanti la partita dalle parti di Bruxelles e...di Berlino. Infatti proprio la Germania avrebbe messo nel mirino la riforma previdenziale e avrebbe espresso dubbi sul suo peso in manovra. Secondo quanto riporta un retroscena dell'HuffPost, la Merkel avrebbe incontrato per circa 30 minuti il premier Giuseppe Conte e avrebbe chiesto proprio in questo mini veryice una revisione su quota 100.
ROCCO CASALINO GIUSEPPE CONTE BY LUGHINO
Insomma la cancelliera sarebbe preoccupata per un cambiamento repentino del sistema previdenziale e soprattutto per un superamento della legge Fornero. E su questo punto i fatti sono abbastanza chiari: per il prossimo anno la spesa per quota 100 ammonterebbe a 4,5 miliardi, ma di fatto il peso principale riguarda gli anni 2020 e 2021 che costeranno circa 8 miliardi l'uno. E così l'Ue e anche la stessa Germania attendono novità in questa direzione prima di potre dare il semaforo verde alla manovra.
DONALD TUSK ANGELA MERKEL GIUSEPPE CONTE MOAVERO
2 – TRATTATIVA JUNCKER-CASALINO
Franco Bechis per “il Tempo”
Questo governo è davvero pieno di risorse. Guardate voi la trattativa sulla manovra con la commissione europea: due arieti di sfondamento come Luigi Di Maio e Matteo Salvini, gente che non arretra e che se ne frega degli zero virgola. Due mediatori come il ministro dell' Economia, Giovanni Tria e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
E poi forse arriva la soluzione, grazie a un' idea che certamente è del bistrattato Rocco Casalino: l' Italia che aveva posto la sua linea Maginot sul deficit al 2,4% del Pil, dopo avere fatto arretrare i trattativisti al 2,2% del Pil, lascia imbambolate quelle mummie d' Europa sfoderando all' improvviso un deficit al 2,04% del Pil. Potevano dire due percento.
Ma no, sarebbe stato come dare ragione alle mummie, e comunque si sarebbero persi per strada seicento milioncini di euro che fanno sempre comodo. Potevano arretrare un po' meno: 2,1% del Pil, e si salvava pure un altro miliardo certamente utile. Ma 2,1% sembra più sconfitta di 2,04%. Perché anche se mai in un obiettivo di finanza pubblica in Italia o in Europa si è segnato uno 0,04% del Pil, essendo la percentuale in sé ridicola, è la più facile da comunicare e rivendere a quei milioni di creduloni che inneggiavano al braccio di ferro con le élite del vecchio continente.
Acuto come sempre l' ex portavoce di Matteo Renzi, Filippo Sensi, che su Twitter si fa chiamare nomfup, ha commentato così: «Chiunque abbia architettato il 2.04 è un genio. Basta passare veloce sullo zero e dire 2 e 4, e avere l' impressione che nessuno se ne accorga». Era una battuta, ma credo proprio che ci abbia azzeccato.
Per questo sono quasi certo che la soluzione sia stata escogitata da Casalino: quella percentuale strampalata con le sue assonanze sembra quasi identica a quella della linea Maginot e sotto il profilo della comunicazione sembra perfetta.
Poi possiamo fingere pure di credere alla spiegazione di Conte, secondo cui fa cendo finalmente i calcoli sul costo di quei due oggetti misteriosi della manovra che erano e sono il reddito di cittadinanza e la riforma della legge Fornero, è emerso che il governo era stato di manica assai larga, esagerando nel mettere da parte i due fondi.
Che si possa scoprire solo in extremis di avere sbagliato i conti sui 9 miliardi di euro peril reddito di cittadinanza e i 7 miliardi appostati per l' introduzione di "quota 100" al posto della Fornero, avanzando la bellezza di 6,2 miliardi è spiegazione che ben pochi possono bersi.
Sulla carta tutti e 16 i miliardi di spesa erano giustificati da nulla, visto che ad oggi non si conosce un solo particolare significativo né dell' una né dell' altra misura al centro della legge di bilancio. A chi tocca il reddito di cittadinanza? Da quando? Che rapporto avrà con gli altri ammortizzatori sociali? Come funzionerà nelle famiglie? E quota 100 a chi toccherà?Quante finestre ci saranno per goderne? Quali penalizzazioni? Fin qui molte chiacchiere, nessun testo e nessuna relazione tecnica pubblica. Quindi tutto era possibile ed è allo stesso modo impossibile sapere cosa e come sia cambiato per fare contenta la commissione europea...
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