giuseppe conte graziano delrio

PAURA E DELRIO NELLA MAGGIORANZA! – IL CAPOGRUPPO DEL PD ALLA CAMERA TIRA PER LA GIACCHETTA CONTE: “LA PROVA DEL MES NON HA UN APPELLO, SE CI FOSSE UNO STOP, NON AVREBBE PIÙ SENSO PORTARE AVANTI QUESTA ESPERIENZA. PER IL BENE DELLA COALIZIONE NOI CI SIAMO FATTI CONCAVI E CONVESSI” - IL MINISTRO AMENDOLA INVECE SPERA IN UNA NUOVA RETROMARCIA DI BERLUSCONI: “SPERO CHE LA SUA LEADERSHIP EUROPEISTA NEL CENTRODESTRA TORNI A ESSERE SALDA”

1. MES: DELRIO, NO A EUROPA? NON AVREBBE PIÙ SENSO ALLEANZA

giuseppe conte graziano delrio

(ANSA) - I capi politici del Movimento, Di Maio e Crimi, "stanno lavorando responsabilmente per recuperare il dissenso interno" sulla Riforma al Mes. "Questa prova non ha un appello. Il Pd è entrato in coalizione per modificare la collocazione dell'Italia e recuperare appieno la sua vocazione europeista.

 

Se ci fosse uno stop sul percorso che noi riteniamo fondamentale e che tanti benefici ha portato al Paese, ecco, se ci fosse un ritorno al Conte uno, allora è evidente che non avrebbe più senso portare avanti questa esperienza". Lo dice, in un'intervista a La Repubblica, Graziano Delrio, capogruppo del Pd alla Camera. Il problema "non sarebbe il premier" bensì "il governo, che non può essere il fine ma il mezzo per realizzare le cose".

giuseppe conte e luigi di maio

 

Per il bene della coalizione "noi del Pd ci siamo fatti concavi e convessi" e "abbiamo sempre messo al centro le esigenze del Paese. Basti pensare alla riforma del taglio dei parlamentari, abbiamo detto sì ma a patto che venissero portate avanti le riforme collegate. Ora però quei nodi vanno risolti definitivamente, nei tempi e nei modi giusti. Altrimenti la fatica dell'alleanza si farà sentire". Bisogna intervenire, "sulla legge elettorale" e "chiediamo che ci sia un protagonismo diverso da parte del presidente del Consiglio".

 

GRAZIANO DELRIO

Non si governa "per tirare a campare". Comunque "non si possono aprire crisi al buio. È un invito al senso di responsabilità di tutti. E sono totalmente in linea col Colle". Qualunque sia la governance per il Recovery Plan, "bisogna riuscire a coinvolgere tutti - spiega il capogruppo Pd -. Avrei voluto un dibattito col Paese, che partisse molto prima". Inoltre sulla legge di Bilancio "continuiamo a lavorare su decreti approvati da una sola Camera, in una sorta di monocameralismo di fatto.

GIUSEPPE CONTE GRAZIANO DELRIO

 

È grave, è un vulnus inferto alla volontà popolare rappresentata dal Parlamento". Delrio sottolinea anche l'importanza del dialogo con l'opposizione: "La primavera sarà molto complicata, verranno meno il blocco dei licenziamenti e altri sostegni economici. Nessun ingresso al governo, ma gli altri partiti vanno coinvolti. Sia per il bilancio, sia per il Recovery. E va ascoltato il Parlamento quando parla", ad esempio sulla creazione della rete Tim-Open Fiber o sulla cybersicurezza: "Senza il parere positivo del Copasir non si deve procedere".

 

2. MES: AMENDOLA, NON CI SI INCHIODI A DIBATTITI DEL PASSATO

giuseppe conte vincenzo amendola 1

(ANSA) - Se non si troverà un accordo entro la fine dell'anno con Ungheria e Polonia sul bilancio europeo "sarà una sciagura per tutti. Per l'Italia significa trovarsi con trecento miliardi congelati fra Recovery Fund e altre risorse comunitarie. Tutto per un dibattito che rischia di minare l'identità europea".

 

Lo dice, in un'intervista a La Stampa, Enzo Amendola, Ministro per gli Affari Europei, che rispetto al voto sulla Riforma del Mes, si augura che di qui al 9 dicembre "la riflessione fra i partiti produca novità positive". Non è un segreto "che sulla linea di credito del Mes sanitario ci sia tensione nella maggioranza - spiega-. Ma la riforma del fondo salva-Stati va vista in un'altra ottica: non possiamo rimanere inchiodati a dibattiti del passato. È proprio per questa ragione che mi auguro il sì dei Cinque Stelle".

 

vincenzo amendola 1

Il governo "non può non avere una linea unitaria in politica estera" e "sono certo prevarrà la voglia di guardare a quello che c'è ancora da realizzare piuttosto che ricadere in una logica autodistruttiva".

 

Amendola spera inoltre che anche sulla Riforma sul Mes "la leadership europeista di Berlusconi nel centrodestra torni ad essere salda come avvenuto sul voto per lo scostamento di bilancio". Sul Recovery Fund "lunedì presenteremo una proposta in consiglio dei ministri figlia delle linee guida europee. E vorrei premettere: Bruxelles non ha chiesto di sostituire il governo con una struttura tecnica".

giuseppe conte vincenzo amendola

 

Tuttavia "abbiamo bisogno di figure competenti che aiutino i ministeri e gli enti locali a velocizzare la realizzazione dei progetti. Stiamo parlando di questo, non di una Spectre". Bisogna "avere norme e procedure di semplificazione che permettano di utilizzare i fondi tassativamente entro il 2026". Ci saranno "sei manager a tempo pieno, non capi di altre aziende".

giuseppe conte beppe grillo luigi di maio 1

 

I progetti saranno concentrati "attorno alle grandi priorità: transizione ecologica e digitale, potenziamento di istruzione, ricerca e sanità, infrastrutture, coesione sociale". Infine un commento sullo stallo nella trattativa Ue - Gran Bretagna per l'uscita dall'Unione: "Una rottura avrebbe ripercussioni immediate sul lato finanziario e degli scambi commerciali. È un'incognita sul futuro dell'Unione tanto quanto il veto di polacchi e ungheresi".

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)