LE FORMICHE TOLGONO IL DISTURBO? - PAOLO MESSA SI VUOLE DIMETTERE DAL CDA RAI: RUOLO INUTILE - IL TETTO ALLO STIPENDIO DELLE STAR DI VIALE MAZZINI: NON POSSONO GUADAGNARE PIU’ DI MATTARELLA, MA FATTA LA LEGGE STANNO GIA' CERCANDO L’INGANNO...
1. UNA FORMICA SE NE VA: IL CDA RAI E’ UNA PERDITA DI TEMPO
Franco Bechis per Libero Quotidiano
Aria di crisi in Rai. Dopo avere constatato l' assoluta inutilità del ruolo di consigliere di amministrazione dell' azienda e l' espropriazione di ogni tipo di funzione visto il peso rafforzato di Antonio Campo Dall' Orto, il solo capo-azienda, Paolo Messa ha maturato l' idea di togliere il disturbo.
Comunicatore professionale, fondatore di Formiche, docente universitario e direttore del Centro Studi Americani, Messa ha la sensazione di perdere soltanto il proprio tempo in Rai. E a qualche amico ha confessato di volersi dimettere «ma dopo il referendum del 4 dicembre, altrimenti il gesto sarebbe politicamente strumentalizzabile contrariamente alle mie intenzioni...».
2. IL PD TAGLIA LO STIPENDIO AGLI AMICHETTI DI VIALE MAZZINI
Enrico Paoli per Libero Quotidiano
Anche le star della Rai dovranno mettersi a dieta. Dieta rigorosa e rapida per giunta, dato che conduttori e teledivi dovranno passare da compensi milionari a 240mila euro all' anno, come prevede l' articolo nove della legge sull' editoria che proprio oggi dovrebbe essere pubblicata in Gazzetta ufficiale. Dunque diventare legge a tutti gli effetti.
Certo, viale Mazzini prima di tagliare e potare i contratti faraonici dei teledivi, da Carlo Conti a Fabio Fazio, le proverà tutte. Dai pareri legali alla richiesta d' intervento del ministero dell' Economia, azionista di maggioranza della Rai, passando per tutti i livelli politici. Ma i risultati potrebbero essere scarsi se non nulli.
L' articolo nove prevede che «il trattamento economico di dipendenti, collaboratori e consulenti Rai, la cui prestazione professionale non sia stabilita da tariffe regolamentate, non può superare 240mila euro annui». Nel testo che arriva oggi in Gazzetta non appare la dicitura «ad esclusione delle prestazioni artistiche».
Un' assenza, quella della clausola salva star, che smonta il parere legale chiesto dalla Rai ad uno studio legale di Milano secondo il quale conduttori e teledivi sarebbero salvi. È un parere appunto, non una legge. «E, soprattutto, tutto ciò non è un problema, ma un' opportunità per il Paese e per la stessa Rai», sostiene il deputato del Pd, Michele Anzaldi, membro della commissione di Vigilanza, «gli italiani, finalmente, vedranno cadere questo ignobile mercato dei compensi milionari, fuori dal tempo e dalla storia. La Rai, invece, avrà più risorse a disposizione.
I vertici di Viale Mazzini», chiosa l' esponente dem, «dovrebbero ringraziarci. Le cifre che paga ora andavano bene 10 anni fa, non oggi». Chissà se i cosiddetti «artisti» della tv pubblica la pensano allo stesso modo. Chissà.
Perché se il tetto dei 240mila euro previsto dall' articolo 9 della legge sull' editoria sarà applicato alla lettera anche ai «collaboratori e consulenti», personaggi come Fabio Fazio, Carlo Conti, Massimo Giletti, Antonella Clerici, Amadeus, solo per citare i più famosi, dovranno rifare i conti.
E i contratti. Il conduttore di Che Tempo che Fa e Rischiatutto porta a casa un compenso (stimato) di due milioni di euro. Altrettanti ne guadagnerebbero Carlo Conti, il timoniere del Festival di Sanremo e il gran cerimoniere di Tale e quale show, e Antonella Clerici, signora e padrona de La Prova del cuoco.
Massimo Giletti, invece, conduttore de L' Arena, si fermerebbe a 500mila euro (sempre cifra stimata). Nessuno di loro, però, ha nel contratto una clausola legata agli ascolti e all' andamento del programma, come sarebbe logico. Comunque vadano le cose, per le star della Rai, il compenso è assicurato.
Nel frattempo, in attesa di pareri legali e chiarimenti normativi da parte del ministero dell' Economia, la Rai starebbe studiando vie d' uscita in grado di impedire l' applicazione rigida dell' articolo nove. In pratica non farebbe più i contratti ai singoli conduttori, ma girerebbe tutto alle società di produzione che si farebbero carico di pagare le star. Come fa la Endemol con Fazio. Secondo i vertici di Viale Mazzini, infatti, il taglia compensi porterebbe alla chiusura dell' azienda.
«Ma quale chiusura», sostiene Anzaldi, «vedrete che non scapperà nessuno. E dove vanno poi? 240mila euro all' anno sono una bella somma. Chiedetelo agli italiani». E a chi gli chiede come si sia arrivati a ciò l' esponente dem risponde sorridendo: «Si vede che la Rai non fa lobby, altrimenti non ci sarebbe stato questo errore nella legge». Ma è punitiva o no?
«Punitiva? È una manna dal cielo, servirà a calmierare tutto il mercato televisivo». In fondo la Rai di una «scossa» ne ha davvero bisogno. Sempre secondo Anzaldi su RaiNews «le prime immagini da Norcia erano quelle dell' inviata di SkyTg24, spacciate come loro».