salvini di maio

MI SI E’ RISTRETTO IL CENTRINO – GLI ELETTORI MODERATI SONO UNA SPECIE IN VIA D’ESTINZIONE: ORMAI IL NORD E’ LEGHISTA E IL SUD GRILLINO – LA CRISI HA FATTO ESPLODERE LE ALI ESTREME. L'ANALISI DI ILVO DIAMANTI

 

 

Ilvo Diamanti per la Repubblica

 

Questo Paese sembra aver perduto il Centro. Sul piano politico, e non solo. È divenuto un Paese senza Centro. E, dunque, con deboli capacità di mediazione. Di compromesso. Perché la politica ha bisogno di compromessi. Anche se è una parola sgradevole. Deprecata, nel linguaggio comune. Tuttavia, il " compromesso" è fondamentale. Va oltre la "mediazione". Permette e prevede l'accordo fra posizioni diverse. Talora, contrastanti e alternative. Si pensi al " compromesso storico", fra democristiani e comunisti, negli anni Settanta.

MORO BERLINGUER

 

Perseguito, in particolare, da Enrico Berlinguer insieme ad Aldo Moro. Rapito - e successivamente ucciso - dai terroristi delle Br - 40 anni fa. Proprio mentre in Parlamento si discuteva di un governo di "solidarietà nazionale". Un Compromesso Storico. Appunto. L' attentato a Moro lo fece fallire. Perché, per elaborare e realizzare compromessi "storici", occorre un Centro. Servono forze politiche radicate nella società. Leader in grado di " mediare", di dialogare. Di far dialogare diversi settori della società. E della politica.

salvini pivert

 

Ma oggi, mentre si avvia l' intesa fra Lega e M5s, fra Salvini e Di Maio: dov' è il Centro? Certo, il M5s è politicamente trasversale. "Estremisti del senso comune", li avevo definiti. Perché in grado di tradurre politicamente questioni importanti per il " senso comune". Per primo: il ri- sentimento antipolitico. Contro le élite. Politiche e non solo. E poi: il reddito di cittadinanza, a sostegno dei settori sociali più esposti, in tempi di crisi. Soprattutto nel Sud. La Lega è, invece, radicata nella società, soprattutto a Nord. In zone di piccola impresa, tradizionalmente " bianche". E, quindi, nelle province pedemontane del Lombardo-Veneto.

 

BERLUSCONI DI MAIO

Un partito di massa, erede, per certi versi, della Dc. Almeno, sul piano elettorale. Questi due partiti, dopo aver ( stra) vinto le elezioni del 4 marzo, oggi si preparano a governare insieme. Ma hanno, in gran parte, perduto l' impronta centrista. La Lega di Salvini: è divenuta "nazionale". Di Destra. È penetrata profondamente nel bacino dell' Italia centrale, tradizionalmente di sinistra. Si è allungata e allargata anche in altre zone del Paese. Nel Sud. Dove, però, si è affermato, soprattutto, il M5s. Lui sì partito " nazionale".

 

Fin dal successo alle precedenti elezioni politiche del 2013. In questa occasione ha mantenuto il profilo nazionale, sottolineato dal risultato complessivo: 32%. Ma la sua vera impronta, sul territorio, è offerta dalla capacità di rappresentare il Centro- Sud. Meglio: il Mezzogiorno. Più di ogni altro soggetto politico. Così, oggi, la mappa elettorale propone un' Italia Giallo- Blu. Gialla: nel centro-sud. Colorata dalla presenza estesa del M5s.

 

flussi primo voto elezioni

Blu: nel Centro-Nord, colore del Centro-Destra. Con forti venature di Verde, vista la forza della Lega in quest' area. E il Centro? Le regioni e le province storicamente " rosse", caratterizzate da una tradizione politica ed elettorale di Sinistra: si sono scolorite. La Zona Rossa è divenuta Rosa. O meglio (peggio?): E-rosa.

 

Ma il Centro ha perduto peso politico non solo sul piano territoriale. Anche negli orientamenti degli elettori. I due partiti che, nella Seconda Repubblica, ne avevano ereditato i consensi, in maggior misura, oggi appaiono profondamente in crisi. Il Pd, nato dall' accordo fra i partiti di massa - Pci e ( Sinistra) Dc - è sceso sotto il 20%. Anzi: al 18%. Circa 2,6 milioni di voti in meno del 2013. Fi, che, alla metà degli anni Novanta, aveva occupato lo spazio di Centro-Destra, dopo la crisi dei partiti travolti da Tangentopoli, è scivolata sotto il 15%. Ha, dunque, perduto circa 2,8 milioni, rispetto al 2013.

 

MATTARELLA E LUIGI DI MAIO

Gli ultimi sondaggi non fanno osservare segni di ripresa del Pd. Al contrario. Mentre rilevano l' ulteriore declino di Fi. Scesa intorno all' 11-12%. (Ma la "riabilitazione" di Berlusconi potrebbe frenarne la caduta. E creare qualche problema alla coalizione di governo) Confermano, però, la forte affermazione del M5s, proiettato oltre il 32%. Semmai, in leggera crescita. Mentre la vera novità è costituita dalla Lega. Aveva raggiunto il 17%, alle elezioni politiche, 4 milioni più del 2013. Ma oggi pare aver largamente superato il 20%, attestandosi intorno al 23%.

 

flussi voto elezioni

La Lega Nazionale, alleata di Marine Le Pen, è apertamente di Destra. Anti-europea, sicuramente: anti-euro. Come il M5s. Nel quale, peraltro, il peso degli elettori di Centro sembra essersi ridotto. A favore di coloro che si collocano a Sinistra ( provenienti dall' esodo Pd). E, soprattutto, "fuori" dallo spazio politico. Intanto, sembra essersi perduta traccia dell' elettorato e dei soggetti politici fino a pochi anni fa dichiaratamente di Centro. I partiti guidati da Casini, Monti, Alfano: sono scomparsi. Come i loro leader.

 

Così, ci muoviamo in un Paesaggio senza Centro. Senza Centri. In un "Paese senza baricentro", come ha scritto di recente Alfio Mastropaolo sulla rivista Il Mulino. Perché non si vedono riferimenti chiari, certi. Poteri e istituzioni davvero " forti". Ma ciò rende difficile vedere, perfino immaginare un orizzonte. Un percorso di media, se non di lunga, durata. Perché chi ha ottenuto i suoi successi contro la moderazione del centro, contro i poteri e i potenti che occupano il Centro, dopo aver conquistato il Centro della scena politica, farà fatica a dichiararsi "centrista".

 

ilvo diamanti

Ad accettare la logica della "mediazione". Per non venire ricacciato nella periferia della politica. E del Paese. Tuttavia, fuggendo dal Centro, dalle mediazioni, dai compromessi: è difficile governare. Offrire percorsi, destinazioni al Paese. Così il Paese, forse, scoprirà cosa significhi aver perduto il Centro. E, dunque, la direzione, i riferimenti. Le Mappe. Speriamo che, quando se ne accorgerà, quando ce ne accorgeremo, non sia troppo tardi.

Ultimi Dagoreport

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...