L’UNITÀ IN PARADISO (FISCALE)! - L’IMPRENDITORE MIAN, FIDUCIARIO DEL CANE GUNTHER E SOCIO AL 37% DELL’UNITÀ, AMMETTE DA MIAMI: “LA QUOTA DEL QUOTIDIANO COMPRATA CON I SOLDI SCUDATI DAL LICHTENSTEIN, BERSANI SAPEVA TUTTO DELLA MIA SITUAZIONE FISCALE” - PORRO: “RENZI È PROPRIO UN RAGAZZINO. IMPARI DAI SUOI PADRI. IN FINANZA SI «TRESCA » CON I PADRONI, CHE HANNO GIORNALI E BANCHE. NON CON I LORO CLIENTI”...

1 - L'UNITÀ IN PARADISO (FISCALE)!
Wanda Marra per "Il Fatto Quotidiano"


"Le quote dell'Unità? Le ho comprate con soldi rientrati in Italia con un regolare e legale scudo fiscale, che appartengono al mio cane, Gunther V". Parola di Maurizio Mian, erede di una dinastia di imprenditori farmaceutici, che risponde al telefono da Miami, dove al momento è più o meno in vacanza, ma sta per far partire un progetto legato alla "felicità umana", mentre lavora nell'intrattenimento televisivo e fa affari con Fabrizio Corona. In passato anche proprietario del Pisa (sempre per conto di Gunther) al momento ha una quota di 2 milioni e 600 mila euro e detiene il 37,14% delle azioni del quotidiano diretto da Claudio Sardo.

Che cosa mi racconta del cane Gunther?
Ora, il cane Gunther, che era nato il 14 novembre del ‘92, è morto. Però, la sua eredità è stata ricevuta dal suo successore, Gunther V.

Dunque, è vero: lei ha intestato tutti i suoi beni a un cane. Ma come le è venuto in mente?
Non è venuto in mente a me. Questi sono soldi che ho ereditato da mia madre, che voleva fossero un legato per un animale. Io sono un care taker, una sorta di fiduciario, anche se non esiste una parola italiana giusta.

Si parla di un fondo di 200 milioni di euro di cui il cane, Gunther, era intestatario, che stavano nel Lichtenstein.
Sì, un tempo erano nel Lichtenstein e alle Bahamas (io stesso ero residente alle Bahamas). Ma poi mia madre ha rimpatriato tutto, tutti i soldi con lo scudo. E anch'io ho preso la residenza in Italia.

Quindi lei ha comprato le quote dell'Unità con dei soldi scudati?
Si tratta di soldi rientrati in passato. Le quote sono di una società italiana, che si chiama Gunther Reform Holding.

Ma non le sembra allora fuori luogo che proprio l'Unità abbia fatto una denuncia così frontale contro i rapporti di Renzi con Serra, sparando in prima pagina un titolo come "Le primarie in paradiso fiscale"?
Sono due cose completamente diverse. Qui non parliamo di paradisi fiscali, di società basate alle Cayman.

Forse, però, si tratta di questione più formale che sostanziale.
Non mi faccia dare un giudizio politico in un momento delicato come questo. I capitali dell'Unità sono tutti italiani. Ci pago le tasse in Italia.

Adesso però. In passato no.
All'Unità sapevano tutto. Forse dovreste chiedere a loro. Casomai si tratta di una questione morale, politica, non legale. Hanno valutato che la mia fosse una posizione di persona onesta. E poi parliamo di uno scudo fatto dieci anni fa.

Quando ha comprato le quote dell'Unità?
La prima volta nel 2003, siamo usciti nel 2008, tornati nel 2009.

Dunque, lei con i soldi scudati 10 anni fa ha subito dopo comprato le quote del giornale?
Sì.

Non trova che sia stato un po' imprudente da parte di Bersani sparare contro Serra?
L'ha fatto lui non io. Io stimo Bersani, è un bravo politico. E anche lui sapeva tutto della mia situazione fiscale. Certo, secondo me Renzi non ha fatto nulla di male.

Non pensa che con questa polemica il Pd rischi di avere un effetto boomerang, che si possa capire che anche lì ci sono delle situazioni non proprio trasparenti?
Bersani è un grandissimo uomo politico, ma è una polemica che poteva essere evitata. Non c'era nulla di grave in questa storia di Renzi con Serra.

2. QUANTE RISATE SULLA SINISTRA ALLE CAYMAN...
Nicola Porro per "il Giornale"

La questione della sinistra e dei suoi rapporti con la finanza è una farsa. Ieri abbiamo ricordato come i soldi non puzzino anche se provenienti dal Liechtenstein e siano ripuliti grazie allo scudo di Tremonti se servono a salvare l'Unità. I soldi dei capitani coraggiosi che scalarono Telecom alla fine degli anni 90 erano i benve¬nuti dall'allora premier Massimo D'Alema,anche se una parte di queste risorse arrivava dall'Oak Fund dei Magnoni, basato, pensate un po', alle Cayman.

La finanza ha sempre avuto un debole per la sinistra. Evidentemente sempre corrisposto. Nessuno ha alzato il sopracciglio alle primarie di Romano Prodi del 2005. Tutti zitti. Vi rinfreschiamo la memoria sulle file che si era formate davanti ai gazebo. C'era Gianni Bazoli, il grande vecchio della finanza italiana, leader indiscusso di Banca Intesa e padre nobile del patto di sindacato del Corriere della Sera . E poi c'erano i giovani leoni.

Tutti e due in fila per Prodi. Corrado Passera e Alessandro Profumo, all'epoca amministratori delegati di Banca Intesa e Unicredit. Accomunati, per rimanere in tema fiscale, da una gigantesca evasione. O meglio, così l'ha ritenuta l'Agenzia delle Entrate che ha preteso e ottenuto dalle due banche rappresentate dai nostri una somma complessiva vicina ai 500 milioni per im¬poste non pagate.

Altro che Serra. Ma la lista del 2005 non finisce qui. In coda Luigi Abete della Bnl, Guido Rossi, l'avvocato che denuncia oggi gli eccessi della finanza, ma grazie a essa si permette una collezione d'arte da brivido. All'epoca delle primarie era consulente degli olandesi di Abn Amro per la scalata di Antonveneta.

Che poi finì all'Mps, con tutti gli strascichi giudiziari che stanno venendo fuori. In fila Luigi Spaventa, che come Rossi, aveva presieduto la Consob ed ex presidente del Monte dei Paschi. E poi il giro dell'Unipol: Sacchetti, Consorte, Poletti. Renzi è proprio un ragazzino. Impari dai suoi padri. In finanza si «tresca » con i padroni, che hanno giornali e banche. Non con i loro clienti.

 

 

MAURIZIO MIAN MAURIZIO MIAN GUNTHER IL CANE LUPO MILIONARIO CON CICCIOLINA Pier Luigi BersaniPIERLUIGI BERSANIMatteo Renzi DAVIDE SERRA MASSIMO DALEMA TRUCCO E PARRUCCO jpegLUIGI ABETE g guido rossi

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…