MILIARDI BUTTATI - L’UNIONE MONETARIA ALLA TEDESCA SCARICA IL RISCHIO FALLIMENTO BANCHE SUI PRIVATI: ALLORA A CHE SERVE IL FONDO DI SALVATAGGIO PER CUI L’ITALIA DOVRÀ BLOCCARE 125 MILIARDI?

Ugo Bertone per "Libero"

C'è aria di presa in giro a tre giorni dal prossimo round di trattative a Buxelles sulla prossima Unione Bancaria, in programma giovedì e venerdì prossimo. Il rischio, per noi italiani, è quello solito: pagare il conto e per giunta stare zitti. Vediamo perché.

1) Angela Merkel e i socialdemocratici tedeschi hanno raggunto, nel corso del negoziato sulla formazione del nuovo governo, un accordo sulle regole da seguire in occasione dei fallimenti delle banche nella zona euro, uno dei punti più delicati dell'Unione Bancaria. La responsabilità delle operazioni, secondo l'intesa, dovrà far capo ai ministri delle Finanze.

Per i salvataggi, aggiunge l'accordo, non dovranno essere impiegati i capitali dell'Ems, ma un fondo unico finanziato dalle banche. Val la pena di notare che a Berlino, quando si tratta di formare un governo, ci si occupa un po' di tutto, ivi comprese le questioni che toccano da vicino anche i partner. I partiti, lungi dal dividersi, cercano una posizione comune da imporre ad altri Paesi.

D'altronde, mentre i tedeschi si occupano di rafforzare la loro presa sull'Europa, l'Italia si divide su nodi strategici come le spiagge o chissà quali altri inghippi a favore di piccole lobbies.

2) Da notare, però, che l'accordo è stato raggiunto giusto un giorno dopo la consegna dell'opinione della Bce in materia. Mario Draghi si è raccomandato che l'agenzia che dovrà pronunciarsi sui salvataggi delle banche a rischio fallimento sia «forte ed indipendente». La risposta è arrivata a stretto giro di posta: l'agenzia, secondo il ministro Wolfgang Schaueble deve dipendere in maniera esplicita dai ministri delle Finanze. Ovvero dalla Germania perché è inimmaginabile una decisione dell'Ecofin in materia di quattrini che venga presa contro il voto tedesco.

La linea di frau Merkel, preoccupata che le prossime elezioni dell'Europarlamento diano vita ad una maggioranza scomoda, è di affidare il più possibile le decisioni-chiave ai governi. Cioè alla grosse koalition da lei guidata.

3) Ai socialdemocratici preme che "a pagare il conto" non siano gli Stati, che hanno versato i fondi all'Ems, bensì le banche. Anzi, nell'ordine, azionisti, obbligazionisti ed infine correntisti bancari. E qui scatta la presa in giro. In caso di falllimento, come ha già sottolineato il presidente della Bce, si rischia di far pagare un prezzo intollerabile agli obbligazionisti, cioè risparmiatori che senza alcun intento speculativo hanno posteggiato i propri risparmi in istituti di credito.

Solo dopo il loro sacrificio interverranno gli Stati. Ma con nuove risorse, secondo i partiti tedeschi, non con i fondi stanziati per interventi di salvataggio, cioè il Meccanismo Europeo di Stabilità in cui l'Italia, terzo contribuente, ha finora investito 11,4 miliardi in attesa di completare, come previsto dalle intese, il versamento di 125 miliardi. Ma a che servono allora questi quattrini custoditi in Lussemburgo? Per ora, l'unico dato certo è che questi capitali, nell'attesa di un impiego a favore dei Paesi che ne abbiano necessità, devono essere parcheggiati in titoli che godano della tripla A. Ovvero in Bund tedeschi, salvo qualche spicciolo a favore della Finlandia o dell'Austria.

4) In sintesi, l'Unione Bancaria come viene proposta da Berlino rischia di tradursi nell'ennesima beffa. Non si darà il via ad un "meccanismo unico di risoluzione", con il risultato che frau Angela Merkel potrà sottrarre le banche tedesche ad un controllo indipendente. In caso di insolvenze scatterà un'operazione di salvataggio finanziata da titoli a tasso zero, garantiti dai depositi, pubblici e/o privato degli altri partner. E i partner, intanto, non potranno fare affidamento su un intervento comune, A meno che, in cambio di aiuti, non accettino una colonizzazione da parte delle banche dei Paesi più forti, che possono vantare costi più bassi.

5) Val la pena immaginare un'Unione bancaria con queste premesse? Probabilmente no, perché verrebbe meno la ragione per la grande riforma, cioè dar vita ad un'istituzione comune capace di assorbire gli choc nazionali in caso di crisi. Al contrario, un sistema così asimmetrico non offre alcuna garanzia contro la fuga dei capitali verso l'area più forte. Perciò, è bene raccogliere l'esempio tedesco: una partita del genere va affrontata tutti assieme, pronti a fare catenaccio se necessario.

 

Draghi, Merkel e Monti MARIO DRAGHI E ANGELA MERKEL DRAGHI E MERKEL Draghi e SchaeubleBANCA CENTRALE EUROPEA EURO NELLA POZZANGHERA banca_centrale_europeaENRICO LETTA E ANGELA MERKEL

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