"LA TRANSIZIONE ECOLOGICA POTREBBE ESSERE DAVVERO UN BAGNO DI SANGUE" - IL MINISTRO CINGOLANI: "PER CAMBIARE RIDURRE L'IMPATTO AMBIENTALE BISOGNA FARE CAMBIAMENTI RADICALI CHE HANNO UN PREZZO. AD ESEMPIO DOVREMO FAR PAGARE MOLTO LA CO2 CON CONSEGUENZE SULLA BOLLETTA ELETTRICA - LAVORIAMO PER CONVERTIRE ANCHE LE GRANDI ACCIAIERIE COME L'ILVA MA L'EUROPA CI DOVRÀ DARE UNA MANO PERCHÉ SE NOI PRODUCIAMO UN ACCIAIO BUONISSIMO, VERDE, CHE COSTA DI PIÙ, E POI QUALCHE ALTRO PAESE LONTANO CI VENDE ACCIAIO NON VERDE A BASSO COSTO…"
Paolo Griseri per "la Stampa"
La transizione ecologica? «Confermo, potrebbe essere un bagno di sangue».
Il ministro Roberto Cingolani parla chiaro: «Quella è una mia frase che Grillo ha poi ripetuto. Vuol dire che per cambiare il nostro sistema e ridurre il suo impatto ambientale bisogna fare cambiamenti radicali che hanno un prezzo. Di conseguenza dovremo far pagare molto la CO2 con conseguenze, ad esempio sulla bolletta elettrica».
Ma Grillo ha detto anche che non è soddisfatto, che dal suo ministero si aspettava di più: "Io sono un tecnico scelto dal presidente del consiglio. Le critiche sono utili, sicuramente avrò fatto scelte non andate in una certa direzione e altre all' opposto. Non ho un partito alle spalle, sto cercando di interpretare il mio servizio in modo che sia utile al Paese. La politica dà delle priorità, io cerco di assecondarle tutte». Cingolani parla al convegno sulla transizione ecologica promosso dalla Regione Piemonte.
Ministro Cingolani, su quali aree state intervenendo per rispettare gli impegni italiani sulla transizione? Riuscirete a spendere tutti i fondi entro sei anni?
«Questa domanda presuppone che il cambiamento debba essere realizzato entro il 2026. Ma non è così. Il progetto è quello di arrivare a un continente a impatto zero sull' ambiente entro il 2050".
Dunque abbiamo tempo?
«Abbiamo pochissimo tempo. La riuscita del progetto dipende da come spenderemo i fondi nei prossimi sei anni. Se li spenderemo bene avremo la possibilità di centrare l'obiettivo. Se li spenderemo male o non li spenderemo perderemo la competizione con gli altri paesi. I prossimi sei anni sono come il primo stadio di un razzo. Se lavora bene il razzo raggiungerà la Luna. Se lavora male il razzo finirà fuori orbita».
Su quali obiettivi state lavorando?
«Li abbiamo concordati con l' Europa che ci ha messo a disposizione buona parte dei fondi. Innanzitutto lavoriamo sulla mobilità sostenibile. Che prevede un cambio di infrastrutture e di sistemi produttivi molto significativo».
RICARICHE PER LE AUTO ELETTRICHE
Parla delle colonnine per le auto elettriche? Quante contate di installarne?
«Il programma è di aggiungerne 29 mila a quelle attualmente esistenti. Ma non si tratta solo di questo. Dobbiamo diventare autosufficienti dal punto di vista della produzione delle batterie».
Questo è un tema divisivo, come si dice oggi. Nel senso che l'area torinese vorrebbe installare a Mirafiori la gigafactory per la produzione delle batterie, come chiede il presidente del Piemonte Cirio. E l'area di Melfi avanza la stessa richiesta. Il governo che cosa pensa sia meglio?
tav torino lione i primi 9 km sul versante francese 1
«Il governo pensa che sia un bene per l'Italia che la gigafactory si faccia in Italia. Dove costruirla dipende dalle scelte dei produttori, in questo caso Stellantis, e dei territori interessati. Da una parte ci sono aree come quella di Torino che hanno le competenze e una tradizione consolidata nel settore dell'auto. Dall'altra ci sono territori nel Sud che hanno seri problemi di riconversione del loro impianto produttivo».
Un settore su cui investire è quello del trasferimento del traffico da gomma a ferro. Come mai nessun ministro dei Trasporti degli ultimi governi è mai andato a visitare il cantiere della Torino-Lione che è attualmente il principale cantiere d' Europa?
«Reputo le ideologie le peggiori nemiche del futuro dei nostri figli. Dobbiamo avere il coraggio di accettare alcuni cambiamenti come necessari. Sulle grandi distanze uno dei maggiori problemi è stato avere troppa mobilità su ruota, anche per il traffico merci, quindi un utilizzo intelligente del traffico su ferro è una parte importante della soluzione. Gli investimenti sull' alta velocità sono importanti per questo».
Dunque andrà a visitare il cantiere della Tav?
«Ci andrò volentieri. Mi incuriosisce anche vedere le mega talpe al lavoro».
Un altro tema come si dice divisivo è quello dell'acciaio. Lei ha parlato di acciaio verde. Che cosa significa in concreto?
«Quello della transizione delle acciaierie è un problema molto urgente. Pensiamo passare dalle fornaci a carbone a una fornace alimentata a gas, quindi con dei forni elettrici e già questo abbatte la CO2 del 30%».
Ma i forni a gas o elettrici sono in grado oggi di garantire la stessa qualità dell'acciaio prodotto con il coke?
tav torino lione i primi 9 km sul versante francese 4
«Lavoriamo per convertire anche le grandi acciaierie come l'Ilva. Certo per fare questo l'Europa ci dovrà dare una mano perché se noi produciamo un acciaio buonissimo, verde, che costa di più, e poi qualche altro Paese lontano ci vende acciaio non verde a basso costo, bisogna compensare. È un problema di geopolitica e di accordi internazionali».
Ministro Cingolani quante possibilità si dà di raggiungere l' obiettivo?
«Il problema non è solo se noi raggiungiamo l' obiettivo della transizione energetica e ambientale. Il problema è se ci riusciamo tutti insieme. Noi siamo solo una parte dell' Europa e l' intera Europa emette solo il 9 per cento della CO2 del mondo. Il resto dell' inquinamento viene da altri paesi e altri continenti. Se non riusciremo a convincerli, a impegnarsi anche loro, anche i nostri obiettivi saranno a rischio. Noi comunque dobbiamo impegnarci a fare fino in fondo la nostra parte».