ZANDA E RIANDA: LE REPRIMENDE E LE MARCE INDIETRO DELL’ETERNO SECONDO

Aldo Grasso per "Corriere.it"

A più di settant'anni, quando per tutta la vita hai corso come numero due, è difficile fare il numero uno. Luigi Zanda (Cagliari, 1942) figlio di Efisio Zanda Loy, capo della polizia di Stato dal 1973 al 1975, è sempre stato in seconda fila. Con compiti istituzionali di rilievo, con incarichi prestigiosi, ma sempre un passo indietro. Prima dietro a Cossiga, poi dietro a Rutelli, poi a Franceschini. Da non molto è presidente dei senatori pd, scelto direttamente da Bersani (un numero due diventato per poco uno).

Ha una faccia antica, da comprimario western, un taglio di capelli che un tempo si sarebbe detto «all'umberta». In pubblico non si conosceva la sua intransigenza, il suo radicalismo e molti ne sono rimasti stupiti. Sta di fatto che, appena varato un faticoso governo di «larghe intese» benedetto dal Colle, Zanda se ne esce con la storia della ineleggibilità di Berlusconi.

In un'intervista all'Avvenire, Zanda tuona contro i pubblici vizi e le private virtù del Cavaliere: è ineleggibile. Applausi dai grillini. A tanta severità (come un Casson qualsiasi), segue una frettolosa marcia indietro, visto che il suo partito, per ragioni politiche, non vuol fare saltare le intese. Non contento, Zanda presenta un disegno di legge che vieterebbe al Movimento Cinque Stelle di partecipare alle elezioni. Ira dei grillini. Retromarcia: «Non volevo punire nessuno, ma se questa è l'interpretazione non ho alcun interesse a mantenere il provvedimento».

Tanto va l'intransigente al lardo che... Dopo aver tuonato contro il sindaco Alemanno per aver fatto assumere suoi protetti, si scopre che anche Zanda aveva raccomandato un tizio a Giovanni Hermanin, presidente dell'Ama di Roma. Zanda confessava anche di «non conoscere personalmente il dottor B., ma mi vengono garantite le sue capacità professionali e la sua correttezza istituzionale. Ti sarò molto grato se vorrai farmi avere notizie sulle fasi istruttorie attraverso le quali l'istanza verrà esaminata. Con viva cordialità...».

Con viva cordialità, Nietzsche sosteneva che per ridare etica alla politica bisognava impiccare i moralisti. Forse esagerava, però, da numero due, i costumi è più facile assecondarli che correggerli.

ZANDA: "L'INELEGGIBILITÀ DI BERLUSCONI? NON HO MAI ESPRESSO GIUDIZI MORALI"

Lettera di Luigi Zanda pubblicata sul "Corriere della Sera"
Caro direttore, ieri il «Corriere della Sera», con argomenti che avevo già letto su «Il Giornale» e su «Libero», mi ha dedicato parte della prima pagina.

Soltanto tre osservazioni per i lettori del «Corriere».
1) Non ho mai collegato l'ineleggibilità di Berlusconi con i suoi «pubblici vizi». Ho sostenuto che l'ineleggibilità è regolata da una legge che andrebbe osservata. Sui «pubblici vizi» di Berlusconi non ho espresso giudizi in termini di moralità, ma ho invece segnalato, anche in Parlamento, il pericolo della sua conseguente ricattabilità come capo del governo.

2) Sul disegno di legge di attuazione dell'art. 49 della Costituzione (dopo quasi settant'anni!) non ho mai cambiato opinione. Basta leggere integralmente le mie dichiarazioni e non fermarsi solo ai titoli.

Penso però che le norme sulla democrazia interna dei partiti e sulla trasparenza dei loro bilanci riguardino le «regole del gioco» e quindi debbano essere approvate a larghissima maggioranza. Di certo vanno discusse senza il peso dell'infondato sospetto che si voglia eliminare il Movimento Cinque Stelle (la proposta di legge precede di anni l'ingresso dei suoi rappresentanti in Parlamento).

3) Quanto alla lettera al presidente dell'Ama basta leggerla nel suo significato letterale. È chiaramente una richiesta del tutto legittima di informazioni, rimasta tale, che non ha nulla a che vedere con la parentopoli di Alemanno & co. della quale hanno dato conto, con dovizia di particolari, tutti i quotidiani italiani.
Luigi Zanda
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A furia di voler avere sempre ragione, il Pd non vince mai
A.G.

 

 

zanda e finocchiaroLuigi Zanda Luigi Zanda GIUSEPPE COSSIGA

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