joseph muscat daphne caruana konrad mizzi chris cardona

E MUSCAT FINÌ SCHIACCIATO - IL PREMIER MALTESE VERSO LE DIMISSIONI, TRAVOLTO DALLA CRISI POLITICA INNESCATA DAGLI ARRESTI LEGATI ALL'OMICIDIO DI DAPHNE CARUANA - BONINI: ''FU OMICIDIO DI STATO, E ARRIVÒ DALL'ITALIA LA BOMBA CHE LA ARSE VIVA. DA UN ARSENALE DELLE NOSTRE MAFIE''

 

1. CASO CARUANA: MEDIA, PREMIER MALTA VERSO LE DIMISSIONI

 (ANSA) - Il primo ministro maltese Joseph Muscat intende annunciare le sue dimissioni a breve. Lo riferisce in apertura il Times of Malta, sottolineando che la sua decisione arriva al culmine della crisi politica generata dall'inchiesta sull'omicidio di Daphne Caruana Galizia. Muscat stamane ha incontrato il presidente della Repubblica George Vella, al quale - spiega il giornale - potrebbe aver anticipato la sua decisione. E' atteso un discorso televisivo del premier.

joseph muscat

 

Secondo due fonti vicine al governo maltese - riferisce sempre il Times - Muscat avvierà un processo per individuare una nuova leadership all'interno del partito laburista che dovrebbe condurre alla nomina di nuovo premier entro gennaio. Non è ancora chiaro, si aggiunge, se fino a quel momento il vicepremier Chris Fearne assumerà ad interim la guida del governo. Domenica scorsa sempre il Times of Malta aveva riferito che Muscat stava pensando di dimettersi "entro sei-nove mesi", ma sull'onda del crescente clima di "disagio, tristezza e dolore" a livello nazionale per l'omicidio della giornalista avrebbe potuto fare un passo indietro prima del previsto.

 

 

2. I MASNADIERI DI MALTA

Carlo Bonini per ''la Repubblica''

 

Fu un omicidio di Stato quello che uccise la giornalista maltese Daphne Caruana Galizia il 16 ottobre del 2017. E arrivò dall'Italia la bomba che la arse viva. Da un arsenale delle nostre mafie. Come il fucile di precisione che nel piano originale doveva essere l'arma per eliminarla.

 

Fu un omicidio di Stato perché, per poco meno di 400 mila euro, è un uomo di Stato ad essere accusato di averlo commissionato, l'ormai ex capo di gabinetto del Governo laburista Keith Schembri. E che, tuttavia, dopo quattro giorni, la polizia maltese decide di scarcerare nella notte, con un comunicato anodino che dichiara il venire meno di "esigenze cautelari".

 

Keith Schembri JOSEPH MUSCAT

Perché fu un uomo di Stato, il primo ministro Joseph Muscat, a garantire a Schembri, che era la sua ombra e il suo consigliori, la partecipazione alle riunioni riservate in cui i Servizi segreti informarono il Governo che l'indagine su Daphne stringeva su un uomo che avrebbe consentito di venire a capo dei mandanti: l'imprenditore Jorgen Fenech, la tasca di Keith Schembri. L'uomo che lo aveva corrotto e a cui lui aveva affidato l'incarico di eliminare Daphne. Mettendolo così nelle condizioni di anticipare o comunque neutralizzare ogni mossa nella ricerca della verità.

 

Perché sono uomini di Stato - Schembri e gli ormai ex ministri Konrad Mizzi e Chris Cardona - quelli che Yorgen Fenech promette ora di collocare nel canovaccio dell'omicidio di Daphne in cambio di una grazia chiesta direttamente al Presidente del Paese, George Vella.

 

malta, proteste contro la corruzione e il governo di joseph muscat 3

Perché furono uomini di Stato, il 30 novembre del 2017, un giovedì, ad avvisare i tre sicari di Daphne, i fratelli Alfred e George De Giorgio e Vincent Muscat che, di lì a quattro giorni, sarebbero stati arrestati come esecutori materiali dell'omicidio. In tempo per cancellare ogni indizio che consentisse di risalire nella catena dei mandanti. Per preparare una linea di difesa, scegliere avvocati di vaglia che gli stessi mandanti dell'omicidio avrebbero provveduto a pagare. Nella certezza di una detenzione non lunga. Venti mesi. Il tempo di trascinare il processo e l'inchiesta in una secca e arrivare alla scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare.

 

daphne caruana galizia

Perché furono uomini di Stato, il Primo ministro Muscat e il suo gabinetto, nell'aprile del 2018, sei mesi dopo l'omicidio di Daphne, a lasciar cadere qualsiasi ipotesi di patteggiamento o di grazia con l'uomo che aveva deciso di parlare e che avrebbe consentito di venire a capo dei mandanti dell'omicidio nello spazio di poche settimane. Vincent Muscat, uno dei sicari di Daphne.

 

IL RACCONTO DEL SICARIO

Aprile del 2018, dunque. Vincent Muscat rompe il silenzio cui, sin lì, lo hanno costretto i suoi complici, i fratelli Alfred e George De Giorgio. Chiede di essere trasferito in un carcere dove possa essere garantita la sua sicurezza personale e racconta una storia che il tempo dimostrerà vera. Che "Repubblica" e l'agenzia "Reuters" raccolgono già allora, con l'impegno a non divulgarla, fino a quando questo avesse potuto mettere a rischio la vita di chi aveva deciso di raccontarla o compromettere l'indagine. Ebbene, Vincent Muscat racconta che l'incarico di eliminare Daphne arrivò nell'estate del 2017, ai tavoli del "Busy Bee", un bar "posh", per gente da yacht ormeggiati al Msida Marina, una delle insenature del Grand Harbour, il porto di Valletta.

 

Konrad Mizzi

È a quel bar, infatti, che Vincent accompagna l'amico Alfred De Giorgio, balordo come lui, e rispettato capobastone del Mondo di Sotto dell'isola, per un appuntamento con Melvin Theuma, un usuraio di Porto Maso. Noto per essere lo spicciafaccende e pusher di cocaina di Yorgen Fenech, rampollo della più potente famiglia dell'isola, amministratore delegato del Tumas Group, la tasca che nel tempo ha finanziato la politica maltese.

 

Theuma, per conto di Fenech, spiega ad Alfred De Giorgio che è venuto il momento di eliminare Daphne. Il committente, dice, ha fretta. E paga bene. Lui, Theuma, per il disturbo, ha avuto oltre 200 mila euro (saldati attraverso la compravendita di un garage e di alcuni immobili). Per chi dovrà sporcarsi le mani di sangue, ce ne sono centocinquantamila. In contanti. Trenta mila di anticipo e centoventi mila a lavoro fatto. Dieci giorni dopo l'omicidio. Con consegna a Zejtun, nel sud dell'isola.

 

Una stretta di mano condanna a morte Daphne. E il suo tempo comincia a finire. I De Giorgio e Muscat pensano di eliminarla con un fucile di precisione che arriva dall'Italia, dagli arsenali di mafia. E cominciano a seguirla per individuare dove farlo. Il 17 agosto 2017, sono dietro di lei al Phoenicia, magnifico hotel di fronte alla fontana di Poseidone che annuncia i bastioni di Valletta. Quindi, a settembre, in aeroporto. E nella sua casa di Bidnja, dove viene individuata una finestra da cui Daphne spesso si affaccia nelle pause del suo lavoro. E dove pensano di inquadrarla dall'alto di una posizione da cecchini che contano di costruire con sacchetti di sabbia. Poi, cambiano idea. Sarà un'autobomba. Con un congegno esplosivo, anche questo arrivato dall'Italia.

 

UNA DETENZIONE DI LUSSO

malta, proteste contro la corruzione e il governo di joseph muscat 9

In quell'aprile del 2018, il racconto di Vincent Muscat è la svolta che può indirizzare un'indagine pigra, che gira in tondo, preoccupata di stare alla larga da ogni pista che la avvicini al Palazzo della Politica. E Vincent Muscat, che nulla sa di chi siano i mandanti (Fenech e Schembri, come oggi sappiamo) è dunque convinto, insieme al suo avvocato Arthur Azzopardi, che l'indicazione che porta a Theuma verrà considerata oro. Ma si illude. Il governo - e ora sappiamo il perché - decide di non barattare quella confessione (come invece farà un anno e mezzo dopo con quella di Theuma) con un patteggiamento o una grazia. La polizia dice di dubitare della sua utilità. E la faccenda si inabissa. La verità è che nessuno ha fretta di arrivare a Theuma, l'usuraio di Porto Maso.

 

Sicuramente non Keith Schembri, che sa bene come Theuma sia la porta di accesso a Yorgen Fenech e quindi a lui. Tanto più che il piano è un altro. Lasciare che si consumi il tempo di custodia cautelare (20 mesi) degli altri due sicari, i fratelli Alfred e George De Giorgio. Perché possano tornare in libertà prima del processo. Sono entrambi detenuti nel carcere di Corradino, a Paola, a nord di Valletta, nella sezione 5, quella considerata di massima sicurezza. Dove - per come Repubblica è in grado di ricostruire grazie a testimonianze dirette - vengono trattati non come gli assassini che sono, ma con il riguardo che si deve a uomini che contano e stanno a cuore a chi conta. Nelle loro celle singole, i fratelli De Giorgio hanno la televisione e la PlayStation.

Jorgen Fenech

 

Ricevono regolarmente, insieme a dvd con film e serie tv (pare vadano matti per Game of Thrones), i giornali. Acquistano per centinaia di euro e in grande quantità cibo già cucinato al di fuori del carcere. Non vengono praticamente mai perquisiti, né prima né dopo i colloqui settimanali con chi viene a trovarli. George, per molti mesi, continua a pagare in contanti (1.800 euro al mese) la retta della scuola privata, la Sant'Andrea, che frequenta il figlio. Mentre la parcella dell'avvocato è affare che riguarda Fenech e Schembri. Con gli altri detenuti, ostentano la sicurezza di chi ha la garanzia che uscire di galera è solo questione di tempo. E di una gabola con cui grippare le prove schiaccianti a loro carico. Una perizia che contesti lo sviluppo dei tabulati telefonici che li inchiodano all'omicidio di Daphne. Per la quale hanno ottenuto e pagato la disponibilità di un perito forense. Italiano, tanto per cambiare.

 

INTERCETTAZIONI E SERVIZI SEGRETI

Il canovaccio è chiaro. Keith Schembri continua a condizionare le mosse di Joseph Muscat. Anche quando, nel settembre del 2018, i Servizi segreti si decidono a mettere alla prova le informazioni fornite da Vincent Muscat quattro mesi prima. Il Premier li autorizza infatti a mettere sotto sorveglianza telefonica e fisica Melvin Theuma e Yorgen Fenech. Ma, nel farlo, chiede e ottiene che degli esiti di quella sorveglianza venga informato personalmente nel corso di riunioni cui partecipa regolarmente, e per lungo tempo, proprio Keith Schembri. L'uomo che di quelle informazioni ha un disperato bisogno, perché ne possano essere avvisati tempestivamente proprio Theuma e Fenech. I due anelli della catena che lo legano direttamente all'omicidio di Daphne.

l auto di daphne caruana galizia

 

L'ULTIMA CAPRIOLA

Il resto è storia di queste ultime due settimane. Melvin Theuma, l'usuraio di Porto Maso che per due anni ha continuato a ricattare Fenech e Schembri esigendo da entrambi il prezzo del suo silenzio, al momento dell'arresto (10 novembre), apre immediatamente un altro tavolo. Quello che gli vale una grazia in cambio di una piena confessione. Che Joseph Muscat gli accorda in gran fretta. Con una decisione presa in solitudine perché è l'unico modo per separare il proprio destino da quello, ormai irrimediabilmente fottuto, del suo braccio destro Keith Schembri. E da quello, altrettanto fottuto, di Yorgen Fenech, che Schembri prova infatti prima a far fuggire senza fortuna. E quindi a condizionare, dopo l'arresto, pilotandone le dichiarazioni alla polizia. Almeno fino a quando anche Fenech non decide di giocare in proprio, chiedendo a sua volta la grazia. "Verrà tutto giù", è la facile profezia di un inquirente.

 

DAPHNE CARUANA GALIZIA

Sta venendo tutto giù, è la certezza che accompagna la notizia della convocazione di una riunione di urgenza notturna del gabinetto del Governo. Quella che qualcuno ipotizza potrebbe mettere la parola fine alla Presidenza di Joseph Muscat. E che invece regala un'ultima capriola. La scarcerazione nel cuore della notte di Keith Schembri, l'uomo accusato di essere il mandante ultimo dell'omicidio di Daphne.

 

Ultimi Dagoreport

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO