napolitano mafia

PRIMA DI DIMETTERSI, RE GIORGIO SFANCULA LA PROCURA DI PALERMO CHE L’HA TRASCINATO A TESTIMONIARE AL PROCESSO STATO-MAFIA: “CI SONO STATI COMPORTAMENTI PROTAGONISTICI E INIZIATIVE DI DUBBIA SOSTENIBILITÀ DA ALCUNI MAGISTRATI DELLA PUBBLICA ACCUSA”

Francesco Grignetti per “la Stampa

 

giorgio napolitanogiorgio napolitano

È tempo di bilanci, per il Capo dello Stato. Capita così che Giorgio Napolitano in una sola giornata intervenga sulla politica estera, su quella militare, sulle riforme, o sulla magistratura. 

Napolitano comincia al mattino infliggendo una severa bastonata all’India per il caso dei marò: «Quando ho dato la lettera di credenziale all’ambasciatore indiano, ebbe a dirmi che erano d’accordo si svolgesse per Girone e Latorre un processo “fast and fair” (veloce e corretto, ndr). Purtroppo era una frase che è rimasta una frase e abbiamo avuto prove negative di sordità». 
 

La giornata procede con telefonate all’astronauta Samantha Cristoforetti, capitano dell’Aeronautica militare, e ai nostri contingenti all’estero. Esempi di un’Italia avanzata, integrata, ad alta tecnologia. E quindi.

 

MASSIMILIANO LATORRE SALVATORE GIRONE IN INDIA MASSIMILIANO LATORRE SALVATORE GIRONE IN INDIA

«Oggi è la mia ultima occasione per dire che non c’è nessuna struttura dello Stato che ha saputo trasformarsi come le forze armate». Napolitano tiene il punto contro facili propagandismi. «Siamo ad Herat ed in altri posti con i nostri militari perché non possiamo scappare dal mondo. È una visione puerilmente miope quella di chi dice “stiamocene a casa”».
 

Quando poi raggiunge il Consiglio superiore della Magistratura, il Presidente affronta alcuni tra i problemi più importanti che coinvolgono i magistrati italiani. «Politica e giustizia non possono e non debbono percepirsi come mondi ostili guidati da reciproco sospetto». 
Non lo dice per generico buonismo, ma sulla base di una lucida analisi.

 

LA SEDE DELLA PROCURA DI PALERMO LA SEDE DELLA PROCURA DI PALERMO

«Lo stato di tensione e le contrapposizioni polemiche che per anni hanno caratterizzato i rapporti tra politica e magistratura, determinando un paralizzante conflitto tra maggioranza e opposizione in Parlamento sui temi della giustizia e sulla sua riforma, non hanno giovato né alla qualità della politica, né all’immagine della magistratura».
 

È l’occasione per rinnovare il suo invito a riformare la giustizia, ma a farlo con visione larga. «Contando su un clima diverso, di superamento di logiche di conflitto frontale, l’attuale governo ha iniziato a lavorare, in sede parlamentare, sul fronte della giustizia con un percorso che intende proseguire mediante una pluralità di interventi». 

SAMANTHA 
CRISTOFORETTI 
SAMANTHA CRISTOFORETTI


La politica e i governi hanno fatto i loro errori. «E’ cresciuta a dismisura la decretazione d’urgenza, il ricorso a maxiemendamenti e articoli unici. Ricordo una Finanziaria composta da un articolo unico e oltre 1300 commi. Da allora non siamo più usciti da questa spirale». Napolitano si augura che il governo Renzi rifletta sul punto.
 

Anche i magistrati sbagliano. Il loro ruolo e prestigio «vengono posti in dubbio in presenza di ingiustificate lungaggini o di casi di scarsa professionalità». Tanto più occorre evitare «comportamenti impropriamente protagonistici e iniziative di dubbia sostenibilità assunte, nel corso degli anni, da alcuni magistrati della pubblica accusa». 
 

matteo renzi al quirinalematteo renzi al quirinale

L’ultimo scandalo italiano si chiama Mafia Capitale. «Colpisce l’intensità del diffondersi della corruzione e della criminalità organizzata». Attenzione però alle facili generalizzazioni, dando la croce ai politici. «L’altro angolo del triangolo, quello politico, deve essere ben qualificato anche per non ricadere in quelle discussioni stucchevoli che rimbalzano tra i corpi rappresentativi della politica e della magistratura».

 

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