NAPOLITANO SEMPRE PIÙ NONNO BABYSITTER DI RENZI : ‘’NON SI È PARTITI BENE: SI SONO COMMESSI MOLTI ERRORI CHE HANNO FACILITATO LA CAMPAGNA DEL NO. TANTO PERSONE SI SONO OPPOSTE ALLA RIFORMA PERCHÈ ERANO CONTRO RENZI" - CONTRO RENZI, ZAGREBELSKY EVOCA LA COSTITUZIONE DI BOKASSA
1. REFERENDUM, NAPOLITANO: 'TANTI ERRORI HANNO FACILITATO NO. CON SÌ PARLAMENTO TORNA DEGNO'
Ansa.it - "Non si è partiti bene: si sono commessi molti errori che hanno facilitato la campagna del No". Lo afferma il presidente emerito Giorgio Napolitano parlando alla scuola di formazione politica del Pd. "Se vince il referendum istituzionale, avremo la possibilità di tornare a rendere il Parlamento un luogo degno", ha detto Napolitano. "Tra decreti e fiducie - ha aggiunto - il Parlamento è stato ridotto uno straccio. Tutto questo può finire con questa riforma".
"Sì, Renzi ha capito. Ma il tempo conta, ed è tanto che persone si sono opposte alla riforma perchè erano contro Renzi".
2. E ZAGREBELSKY EVOCA LA COSTITUZIONE DI BOKASSA
Fabrizio Roncone per Corriere.it
Sono arrivati puntuali e nei camerini de La7 , al trucco, è andata così.
Il premier: di ritorno da Gerusalemme e in palla, molto sicuro, molte pacche sulle spalle, sorrisi, ironia (e comunque è quasi impossibile accorgersi di quando gli gira storto; ci riescono in pochi, e tra i pochi c' è Filippo Sensi, il portavoce, che però non te lo direbbe nemmeno sotto tortura).
Il professore: con l' aria che ti aspetti, le rughe severe da giurista di rango assoluto, da ex presidente della Consulta, da celebre ispiratore di appelli politici e, adesso, da lider maximo nella campagna del «No» al referendum costituzionale.
Matteo Renzi esce in corridoio: «Oh, ragazzi… Cominciamo?». Enrico Mentana guarda l' orologio.
Sì: il primo grande confronto della campagna referendaria può iniziare.
Sigla.
(A questo punto, dovete tenere a mente due sole cose: Renzi ha molta più dimestichezza con le telecamere; ma il professor Gustavo Zagrebelsky insegna Diritto costituzionale.
Quindi, in qualche modo, partono alla pari).
E partono con scintille. Renzi prova ad andare piano, diplomatico. Zagrebelsky replica affilato: «Beh, intanto mai avrei potuto sperare di incontrare il premier in persona, al massimo il ministro Boschi… Anzi, se poi può mettere una buona parola pure con il ministro…».
Prende fiato, e prosegue: «Rilevo inoltre che il premier ha cambiato idea su gufi, rosiconi e parrucconi: altrimenti non avrebbe perso tempo, stasera, con uno di loro…». Renzi, sguardo di fuoco. Deglutisce. Glielo leggi in faccia che si sta ripetendo: stai calmo, Matteo, calmo. «Prof, venga al merito».
Mentana gongola.
RENZI - IL PONTE DELLO STRETTO
Dopo venti minuti, la sensazione è questa: il professore cerca di buttarla sul tecnico, usa termini che probabilmente comprende un ascoltatore su cinque e continua a graffiare: «Anche lei è un costituzionalista, Renzi, no?»; ma Renzi non cade nella provocazione e, invece, accetta lo scontro: dimostrando di maneggiare argomenti, concetti, Costituzione.
«Del resto, professore, io ho studiato Diritto costituzionale sui suoi libri…». Gli argomenti di Zagrebelsky: dice che con la riforma rischiamo di passare da una democrazia a una oligarchia e che il ping-pong delle leggi tra Camera e Senato non deriva dal bicameralismo, ma dalle forze politiche; poi, evoca la Costituzione di Bokassa. È così che, lentamente, il confronto scivola allora su un terreno più congeniale a Renzi. Quello del botta e risposta. Della velocità dialettica. Del comizio tivù.
Battute. Il professore: «Ma mi ascolta?». Il premier: «Lei deve fare pace con se stesso, con i suoi articoli e le sue interviste». Il professore: «Quando parlo, scusi: perché mi guarda così? Io dico solo che lei, Renzi, vuole regole per essere più forte…». Il premier: «Va bene: posso annunciarle che, come Pd, prenderemo l' iniziativa per cambiare l' Italicum. Dunque, questo dibattito che stiamo facendo potrebbe anche essere inutile…».
In realtà, con il trascorrere dei minuti, il dibattito diventa scivoloso, inafferrabile, in qualche passaggio francamente incomprensibile (Mentana, in un paio di circostanze, costretto a tradurre i concetti del professore). Comunque: Renzi, sempre più sicuro. Zagrebelsky, sempre più dottorale.
renzi su vogue fotografato da anne leibovitz
Cinque minuti a parlare di Leopoldo Elia. Altri cinque dedicati al «bicameralismo paritario». Più volte citato Silvio Berlusconi (Zagrebelsky con smorfie piene d'un miscuglio di fastidio e disprezzo). Poi Renzi annuncia: «Comunque il sistema dei "capilista" bloccati non piace neanche a me. È una delle cose che vorrei cambiare.E quanto a Berlusconi: sa perché è finito il patto del Nazareno? Perché sono libero. E infatti adesso Berlusconi voterà "No" al referendum: come lei, professore».
Mentana manda la pubblicità.
Si riprende con il professor Zagrebelsky che torna con toni ancora più tragici. Se ne accorge: «Mhmm… So che mi state per interrompere…». E Renzi: «No. Però lei non è che può fare il professore che interroga, eh?».
Sono le 23.15.
Mentana, ci pensi tu?