vladimir putin joe biden mario draghi emmanuel macron recep tayyip erdogan morawiecki nato

LA NATO E’ UNA CACIARA: OGNI MEMBRO HA UN OBIETTIVO DIFFERENTE - POLONIA, PAESI BALTICI, BULGARIA E ROMANIA VOGLIONO RIDURRE LA RUSSIA A STATO PARIA - ITALIA, FRANCIA, GERMANIA E SPAGNA VOGLIONO SALVARE L'UCRAINA SENZA ROMPERE CON MOSCA - LA TURCHIA GIOCA SU PIU’ TAVOLI BADANDO SOLO AI PROPRI INTERESSI - L’UNGHERIA DI ORBAN E’ LA QUINTA COLONNA PUTINIANA NELL’ORGANIZZAZIONE - E INFINE CI SONO USA E GRAN BRETAGNA CHE SOGNANO LA CADUTA DI PUTIN, CROLLO DEL REGIME, DISINTEGRAZIONE DELLA FEDERAZIONE RUSSA…

lucio caracciolo a otto e mezzo 4

Lucio Caracciolo per “la Stampa”

 

C'era una volta una Nato. Oggi ne contiamo almeno cinque, più il capogruppo americano con il pallido vicino canadese. Sommerse ma identificabili ben prima dell'invasione russa dell'Ucraina. Emerse e a tutti visibili al quarto mese di guerra. In ordine di avversione a Mosca e vicinanza a Kiev.

 

Ecco l'avanguardia antirussa, estesa lungo l'asse dei Tre Mari: Artico, Baltico e Nero. Perno centrale la Polonia.

jens stoltenberg a davos

 

Ali nordiche Estonia, Lettonia, Lituania, con la Scandinavia allargata - Svezia e Finlandia sono in procinto di aggiungersi a Norvegia e Danimarca. Ali balcanico-eusine, Bulgaria e Romania. Obiettivo minimo finale, ridurre la Russia a Stato paria. Espulso per sempre dall'equazione di potenza paneuropea. Ma c'è chi spera di più, perché ama talmente la Russia da volerne una dozzina. Frutto di micidiale sequenza: caduta di Putin, crollo del regime, disintegrazione della Federazione Russa.

Mateusz Morawiecki

 

C'è poi il Regno Unito (finché tale resta), non brillantissimo secondo dell'ex colonia statunitense cui presume di dover spiegare il mondo. E che quando vede russo vede rosso. Però Londra è sufficientemente pragmatica da potersi esibire nelle più ardite piroette, sapendo che alla fine si ritroverà abbracciata a Washington: giusto o sbagliato, il mio faro. In questa fase si offre esperta guida ai baltici scatenati. Per gli ucraini, l'esercito britannico è generoso fornitore di armi ed eccellente addestratore di truppe.

VLADIMIR PUTIN E LA NATO MEME

 

Giriamo pagina, perché gli altri tre attori - una quasi squadra e due solisti - coltivano diversa priorità: salvare l'Ucraina senza rompere con la Russia. Anche per timore che la Russia si rompa in frammenti potenzialmente incendiari, di cui alcuni nucleari. O un minuto prima scateni rappresaglia atomica.

 

Qui spicca l'asimmetrico allineamento Francia-Germania-Italia, in via di allargamento alla Spagna. A disegnare un quadrilatero euroccidentale espandibile a soci affini, pronti a chiudere la partita il prima possibile. Pattuglia diplomaticamente acrobatica, perché tenere insieme i diritti dell'aggredito e i propri interessi, non solo energetici, impone qualche contorsione. In gergo: Euroquad, omaggio al Quad indo-pacifico. Il cui approccio di base è assimilabile al progetto di pace italiano che tratteggia il percorso dalla guerra alla tregua, culminante in un futuro ordine paneuropeo. Russia inclusa.

 

recep tayyip erdogan

Entusiasticamente sostenuto da Macron. Decisiva la Germania, per almeno due motivi: è potenza di mezzo, storicamente oscillante fra Occidente e Oriente, legata alla Russia soprattutto per via energetica; ed è a sua volta divisa fra Bundesrepublik originaria, avversa a Putin e abbastanza esplicita nel sostegno a Zelensky, ed ex DDR, ovvero gli avanzi di Prussia e Sassonia da sempre vicini alla Russia in tutte le sue forme.

 

Ancora, la Turchia. Potenza autocentrata. Impero in ambiziosa ricostruzione, con direttrici tous azimuts: dai Balcani alla Siria, dall'Asia centro-occidentale all'Africa, con perno sulla Tripolitania. Parola d'ordine, non puntare tutto su un solo schieramento, ma solo sui propri interessi. Per ora, unico paese ad aver seriamente azzardato un negoziato d'approccio fra Mosca e Kiev. E ad aver posto un provvisorio veto all'ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato. Per dare via libera, attende adeguate remunerazioni, soprattutto in armi americane di punta (F-35 o almeno F-16).

emmanuel macron mario draghi trattato del quirinale 3

 

A Washington Erdogan non accende passioni, ma impone rispetto. Gli Stati Uniti, dopo aver tentato di rovesciarlo, hanno stabilito che conviene trattarci. Stile suk. Infine, la piccola Ungheria, che non finirà mai di sognarsi di nuovo Grande (tradotto, nel teatro di guerra: la Transcarpazia ucraina, dove vive una pur esigua minoranza magiara, è solo provvisoriamente amministrata da Kiev).

 

Orbán è il grande sabotatore delle sanzioni contro la Russia. Sufficientemente ingombrante da esasperare americani, britannici e baltici. E altrettanto da consentire ad altri euroatlantici di mandarlo avanti perché a loro viene da ridere. I più delusi dalla prestazione atlantica sono ovviamente gli ucraini.

stoltenberg erdogan

 

Fra i responsabili di Kiev, dei quali alcuni cominciano ad ammettere che in questa fase storica sul rientro a domicilio di Crimea e gran parte del Donbas non si può contare, il malumore nei confronti della Nato è esplicito. Anche perché dall'Alleanza l'Ucraina ha finora avuto un poco di carburante più belle parole a gogò. Tutto il resto, armi e addestratori in testa, deriva da accordi di Kiev con paesi singoli.

joe biden e olaf scholz con stoltenberg, von der leyen e trudeau

 

Tanto da spingere Zelensky a proporre di creare un pronto soccorso militare a vasto raggio, in sigla U-24, capace di spedire immediatamente truppe e armi al socio sotto attacco (dalla Russia, s' intende). E' in questa luce che conviene leggere i recenti slittamenti progressivi di Washington verso una tregua con Mosca, anche a costo di lasciarle pezzi di territorio ucraino.

 

volodymyr zelensky a kharkiv 4

Kiev è importante, la sua causa è giusta, l'aggressione russa imperdonabile. Ma gli apparati americani non sono disposti a sacrificare l'unità del loro informale impero europeo all'unità dell'Ucraina. Aprendo varchi alla penetrazione cinese oltre che russa nel Vecchio Continente. Non è il caso di farsi trovare con l'Atlantico più largo e troppi europei in libera uscita proprio mentre la competizione con la Cina si riscalda. Sulla sponda europea Biden, o chi per lui, oggi lavora più di colla che di forbici. -

volodymyr zelensky a kharkiv 13VLADIMIR PUTIN E L'ADESIONE DI FINLANDIA E SVEZIA ALLA NATO - MEME

Ultimi Dagoreport

mario draghi praga

DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA' AFFOSSATO IL SUO GOVERNO E LA SUA AMBIZIONE QUIRINALIZIA? E SE È ANDATO VIA SBATTENDO LA PORTA, STIZZITO (“VEDO CHE GUARDATE L’OROLOGIO, PER CUI VI RINGRAZIO”) - EPPURE LE SUE PAROLE CONTENEVANO UNA PROPOSTA IMPORTANTE: FINANZIARE IL RIARMO CON EUROBOND - DIETRO IL NO A URSULA, CHE GLI AVEVA PROPOSTO DI COORDINARE IL PIANO REARM EU, PRIMA PASSO A UNA FUTURA DIFESA EUROPEA, CI SONO DUE MOTIVI... -VIDEO

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...