franceschini renzi

L’ESERCITO DI FRANCESCHINIELLO - MATTEO CRETINETTI: “I RENZIANI DELL'ULTIMA ORA SCENDONO DAL CARRO? QUANDO CERCHERANNO DI RISALIRE TROVERANNO OCCUPATO” - NEL MIRINO C’E’ SU-DARIO FRANCESCHINI, CHE, DOPO AVER ACCOLTELLATO LETTA, MANOVRA PER ROTTAMARE IL ROTTAMATORE

LE MOSSE DEGLI INQUIETI E IL MONITO DEL LEADER

Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera

 

FRANCESCHINI DI BIASEFRANCESCHINI DI BIASE

Non ne può più, Matteo Renzi, di quella fastidiosa eco di voci che si alza dai divanetti del Transatlantico di Montecitorio, lo insegue fin dentro le stanze di palazzo Chigi e racconta di cene, di trame, di sospetti. E così ieri, al termine della lunga relazione davanti al parlamentino del Pd, il segretario premier ha stoppato l' evidente risorgere delle correnti e le presunte aspirazioni ribaltoniste dell' ala franceschiniana, richiamando all' ordine i renziani. Quelli che azzardano corse solitarie e quelli che hanno reagito alla batosta elettorale rifugiandosi nello sconforto.

 

di girolami e franceschinidi girolami e franceschini

«Renzi ha perso il tocco magico» aveva dichiarato sollevando un certo clamore Matteo Richetti. Ed è a lui, anche noto alla Camera come «il bello del Pd», che il leader ha dedicato senza nominarlo la prima tirata d' orecchi, comprensibilmente offeso per i «balbettanti sussurrii» di un leopoldino della primissima ora. Tra l' altro impegnato in questi giorni in un tour per la presentazione di Harambee! il libro che racconta la sua idea di politica e di cambiamento.

 

Ma non è certo Richetti il vero obiettivo degli strali di Renzi, convinto che l' altro Matteo - come Graziano Delrio - gli resteranno fedeli anche nella cattiva sorte. Se l' ex sindaco di Firenze ha alzato (e di molto) i toni con i suoi è perché non ha voglia alcuna di finire come Prodi e Veltroni, divorato dal proprio partito.

 

 Renzi con Agnese e Franceschini alla Biennale Architettura 2016 Renzi con Agnese e Franceschini alla Biennale Architettura 2016

«La strategia del Conte Ugolino non funziona» ha ammonito il segretario e mentre alcuni sguardi cadevano su Massimo D' Alema, tornato dopo tanto in direzione, altri cercavano Dario Franceschini. Per due anni il ministro si è concentrato solo sulla Cultura, ma da qualche settimana il suo ritrovato attivismo ha dato nell' occhio a Palazzo Chigi. La cena con Giacomelli, Fassino, Sereni, Zanda e gli altri? Il governo del presidente per fare una nuova legge elettorale?

 

matteo richettimatteo richetti

Il legame dell' ex segretario del Pd con il Quirinale? Ricostruzioni e voci che Renzi non cita, ma che forse ha chiare quando scandisce il suo avviso ai naviganti: «La stagione in cui qualcuno dall' alto della sua intelligenza si diverte ad abbattere il leader è finita». E ancora: «Radio Transatlantico dice che i renziani dell' ultima ora scendono dal carro... Quando cercheranno di risalire troveranno occupato».

 

Il messaggio è chiaro, posto per tutti nel prossimo Parlamento non ce n' è. Nessuno è garantito, nemmeno i renziani del giro ristretto. Anche perché la scuola di formazione politica, Classe democratica, è stata un successo e a settembre si replica. Il leader avrebbe già adocchiato tra gli studenti della prima edizione qualche decina di giovani promesse, da schierare in lista alle politiche. E altri volti nuovi arriveranno dai comitati per il si al referendum. Occhio alla poltrona, è dunque il messaggio «ai renziani o presunti tali».

 

graziano delrio va in bici contromano e senza manigraziano delrio va in bici contromano e senza mani

Quando Franceschini ha preso la parola, ai delegati non è sfuggita la rinnovata promessa di lealtà al premier. Resta il fatto che il ministro della Cultura è il primo pezzo grosso del partito e del governo a chiedere pubblicamente di cambiare la legge elettorale, come fanno ormai da mesi la minoranza di Bersani, gli azzurri di Berlusconi e i centristi di Alfano e Casini. Per quanto Franceschini abbia gettato acqua sul fuoco spostando l' obiettivo al dopo-referendum, la novità è stata colta al volo anche dalle opposizioni.

 

 

matteo renzi graziano delriomatteo renzi graziano delrio

«Franceschini ha detto a Renzi "cambia l' Italicum o ti faccio cadere"» è la sintesi brutale dell' azzurra Laura Ravetto sul posizionamento del ministro. A qualcuno, tra i membri del governo, è tornato in mente quel cdm, il primo dopo le amministrative, in cui Alfano sfidò Renzi, tra implorazione e minaccia: «Tu ci devi dare una prospettiva, sennò siamo morti e non possiamo svolgere il compito di essere tuoi alleati».

 

Poi parlò Franceschini e spezzò una lancia per il ministro dell' Interno. Il premier ascoltò in silenzio e lasciò a Paolo Gentiloni il compito di chiudere il giro, ribadendo che «per adesso» la legge elettorale non si tocca e «dopo il referendum si vedrà».

Ultimi Dagoreport

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…