zingaretti

LE PARACULE DELLE QUOTE ROSA - NEL PD SI SBRAITA PER L'ESCLUSIONE DELLE DONNE DEM DAI MINISTERI - MA SI VA AL GOVERNO PERCHE' SI E' DONNA O PERCHE' SI E' CAPACE? IL CRITERIO DI SELEZIONE E' IL GENERE? - E POI: 'STE DONNE PD COME HANNO SCALATO IL PARTITO? PERCHE' SE TOGLIAMO LE COOPTATE, QUELLE SENZA UN VOTO, LE "FIGLIE DI", LE "MOGLI DI", RESTA POCO - BORGONOVO: "NEL MONDO REALE, C'E' GENTE CHE SI È VISTA TOGLIERE IL PANE DI BOCCA MA NELLA BOLLA IDEOLOGICO-MEDIATICA DEGLI INTELLETTUALI ITALIANI, IL PROBLEMA È L'ESCLUSIONE DELLE DONNE DEL PD DAI MINISTERI..."

Francesco Borgonovo per "la Verità"

 

monica cirinnà

Fuori, nel mondo reale, deflagra la rabbia dei gestori degli impianti sciistici, dei ristoratori, degli albergatori, di gente che, nell'arco di una notte, si è vista letteralmente togliere il pane di bocca dai sedicenti esperti del governo.

 

Ma dentro, nella bolla ideologico-mediatica in cui abita la gran parte dei politici e degli intellettuali italiani, il problema è uno solo: l'esclusione delle donne del Pd dai ministeri.

 

La senatrice Monica Cirrinnà, ieri, ha avuto un accesso d'ira: «Siamo un partito che predica bene sui temi femministi ma poi razzola male, un partito falsamente femminista», ha detto a Un giorno da pecora. «Perché? Per debolezza assoluta e per egemonia degli uomini.

 

ZINGARETTI

Questo è un partito di correnti al cui capo ci sono tutti maschi». Pure le Signorine Grandi Firme progressiste della carta stampata sono sul piedino di guerra. Invocano addirittura una sorta di sciopero delle donne, come nella Lisistrata di Aristofane. Invitano cioè le esponenti del Pd a rifiutare il ruolo di sottosegretario qualora venisse loro offerto come compensazione.

 

L'idea del contentino l'ha avuta Nicola Zingaretti: per ovviare al tremendo problema della sottorappresentanza femminile nell'esecutivo, ha proposto di indicare «solo donne» per i posti da sottosegretari. Una trovata che non si sa se sia più ridicola o più triste (del resto l'ha escogitata il segretario dem), che le intellettuali sinistre hanno respinto al mittente.

 

«C'è da augurarsi che le donne del Pd, ammesso e non concesso che si offra davvero loro l'occasione per farlo, non si prestino ancora una volta a interpretare il più sessista dei modi di dire, accontentandosi di essere grandi sottosegretarie dietro a grandi ministri», tuona Michela Murgia dalle colonne della Stampa, «perché preferire la mediazione alla lotta è un lusso che si può permettere solo chi ha già voce in capitolo».

 

michela murgia i fili dell odio

Su Repubblica, invece, Concita De Gregorio ringhia non solo all'indirizzo degli uomini oppressori, ma perfino contro le donne che sono rimaste in «silenzio alla vigilia delle decisioni prese dai maschi bianchi che governano la specie» (perché, fossero neri cambierebbe qualcosa?).

 

Secondo Concita, lo stesso termine sottosegretarie, in quanto composto da «sotto» e «segretarie», dovrebbe «di per sé suscitare diniego». Vedremo poi quante esponenti piddine saranno pronte a rinunciare a incarichi e prebende pur di tenere il punto e dare battaglia, ma che accettino o meno ci interessa relativamente. A irritare è, piuttosto, l'arroganza con cui la questione delle «democratiche al potere» sta rubando tempo ed energie, nonché spazio nel dibattito.

 

CONCITA DE GREGORIO

Sul tema si è sentito in dovere di intervenire il sindaco di Milano, Beppe Sala, che manco a dirlo si è schierato sul lato delle vestali. A suo dire, le donne «hanno ragione. Arrabbiarsi è giusto. E una delusione». Il primo cittadino ha colto l'occasione per dire che lavorerà affinché «Milano diventi la città della parità». Certo, come no. La prima cosa di cui la capitale morale ha bisogno è più parità. Bar e ristoranti fanno la fame, il traffico è una catastrofe grazie alle innovazioni «verdi» del sindaco. Ma una bella spolverata di «diritti» renderà senz' altro la vita migliore a tutti.

 

BEPPE SALA

L'idea delle quote rosa ha raccolto anche un'altra adesione importante. Quella di Elena Bonetti di Italia viva, appena riconfermata ministro delle Pari opportunità e della Famiglia. Per la sua prima uscita ufficiale ha scelto proprio la questione femminile: «Sulle donne va fatto un passo avanti e vinta l'arretratezza italiana», dichiara a Repubblica. E annuncia «un pacchetto di misure per la parità, una sorta di Women act».

 

A suo dire, «affrontare la questione femminile è prioritario». Ah, davvero? Viene il sospetto che forse una bella fetta di donne italiane, invece del Women act, preferirebbero la riapertura totale delle scuole, in modo da non dover farsi carico ogni santo giorno dei figli snervati dalla didattica a distanza e dei loro compiti. Supponiamo pure che molte donne - come del resto molti uomini - ritengano prioritaria la fine delle restrizioni, o l'arrivo di ristori decenti. O, ancora, un investimento una volta tanto efficace sull'occupazione.

elena bonetti

 

Tutto questo, però, passa in secondo piano, perché a dominare la scena è la «rappresentanza femminile». Il ministro Bonetti, già nel governo precedente, sembra essersi dimenticata di avere la delega alla Famiglia. Al di là di qualche parolina dolce, ripetuta anche ieri, per le famiglie italiane non ha fatto praticamente nulla di concreto. Non si capisce, poi, in che modo abbia portato a frutto la sua appartenenza al mondo cattolico (cosa di cui si vanta ogni volta, ribadendo di essersi formata negli scout).

 

Se n'è stata tranquilla e beata nel governo più arcobaleno di ogni tempo, non ha fiatato per le iniziative di Roberto Speranza a favore dell'aborto facile, non ha certo protestato per la mordacchia che si vuole imporre tramite il ddl Zan. Però eccola qui, fulminea, a intervenire sul dramma delle donne piddine rimaste senza ministero.Intendiamoci: anche a noi dispiace che ci siano tre uomini del Pd al governo. Ma ci dispiace perché sono del Pd, non perché sono maschi. Il punto, infatti, sono le posizioni politiche che i ministri rappresentano, non gli interessi di genere.

ROBERTO SPERANZA

 

Soprattutto, non è garantendo posti di potere a qualche donna già potente e privilegiata che si risolveranno i guai delle donne comuni, quelle che - proprio come i maschi - devono faticosamente sopravvivere fra le macerie lasciate dai giallorossi. Se le donne del Pd vogliono maggiore rappresentanza, se la prendano. Facciano come Giorgia Meloni, smettano di lagnarsi e creino un partito, tanto per dire.

 

Ma, sinceramente, dubitiamo abbiano l'umiltà di mettere da parte la superiorità morale che da sempre le caratterizza e di prendere esempio dalla destra. No, loro preferiscono restare dove sono, e fare le vittime allo scopo di ottenere qualche strapuntino. E mentre ministri, sindaci e segretari cianciano di quote rosa, le piste da sci restano chiuse, gli alberghi e i ristoranti vanno in malora, le partite Iva arrancano. E la crisi galoppa, fregandosene allegramente del sesso di chicchessia.

GIORGIA MELONI

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…