DAGO SCRIVE: “UN ITALIANO SU DUE NON VOTA. SENZA METÀ DEGLI ELETTORI, CHE DEMOCRAZIA È? NELL'ERA DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE, DEL PEC E DELLO SPID, SIAMO ANCORA CON LAPIS E CABINA: NON CAPISCO PERCHÉ NON ESISTA IL VOTO VIA PC O SMARTPHONE” - CAZZULLO RISPONDE: “SONO D’ACCORDO. IL VOTO ELETTRONICO ESISTE GIÀ IN MOLTI PAESI, IN DUE FORME. O SI VOTA AL COMPUTER ANDANDO AL SEGGIO. OPPURE DA CASA, VIA INTERNET. IN ESTONIA SI FA DAL 2007. UN’ALTRA POSSIBILITÀ È IL VOTO VIA POSTA, UTILIZZATO NELLE ELEZIONI AMERICANE DEL 2020. MA IL RISCHIO E' CHE IN ITALIA…"
Caro Cazzullo, ci si lamenta che ormai un italiano su due non vota. Giusto: senza metà degli elettori, che democrazia è?
Non capisco però perché in Italia non esista il voto elettronico. Posso fare un bonifico con il telefonino, posso pagare un taxi con i riconoscimento facciale (sempre che riesca a trovarlo, il taxi); perché non posso votare con una mail?
Cosa l’abbiamo fatta a fare la Pec? E lo Spid, sistema pubblico di identità digitale? E poi con il codice fiscale non puoi fregare. Oppure basta chiedere informazioni a Striano.
Roberto D’Agostino
Risposta di Aldo Cazzullo
Caro D’Agostino, sono d’accordo con lei. L’astensionismo è lecito: ma se siamo passati dal 90% al 50% di affluenza per eleggere sindaci e presidenti di Regione (vedremo ora alle Europee), all’evidenza abbiamo un problema.
Il voto elettronico esiste già in molti Paesi, in due forme. O si vota al computer, ma andando comunque al seggio: per l’elettore non cambia molto, il vantaggio è che un minuto dopo la chiusura delle urne si sa il risultato (in molte contee americane si fa così). Oppure si vota da remoto, cioè da casa, via Internet. In Estonia si fa dal 2007. In Svizzera gli espatriati possono votare via Internet già dal 2014. Un’altra possibilità è il voto via posta, utilizzato nelle elezioni americane del 2020, in piena pandemia, quasi da un elettore su tre.
Credo che ogni pista vada esplorata, sia dal punto di vista politico che da quello organizzativo. Le liste bloccate, con candidati scelti dalle segreterie dei partiti, certo allontanano la partecipazione al voto più importante, quello per il Parlamento.
Per i giovani, in effetti, la scheda è un rito antico: la generazione cresciuta con il telefonino in mano — abitudine che ormai abbiamo tutti — troverebbe naturale usare il telefonino pure per votare; e non è affatto detto che i brogli siano più agevoli di quelli cartacei. Il voto elettronico è il futuro, anche se dovremo spiegare agli elettori più istintivi e meno politicizzati che si può votare una volta sola.
Conoscendo gli italiani, il rischio è che al mattino votino Fratoianni secco, alle 10 puntino su Conte, a mezzogiorno ripieghino sul Pd, nel pomeriggio diventino di centrodestra e alla sera se potessero cancellerebbero la vecchia mail per votare Forza Nuova.