SOVRANITA’ ADDIO - VAN ROMPUY AI GOVERNI EUROPEI: PIU’ POTERI A BRUXELLES SUI BILANCI NAZIONALI IN CAMBIO DI “LIMITATE EMISSIONI DI DEBITO COMUNE” - LA STRADA E’ QUELLA CHE PORTERA’ A UN “MINISTRO DELL’ECONOMIA EUROPEO”, MA TUTTO RUOTA INTORNO ALLE ELEZIONI IN GERMANIA NEL 2013 – UNA COSA E’ CERTA: MONETA UNICA VUOL DIRE STATO UNICO (NON SI PUO’ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE DROGATA)….
Alberto D'Argenio per Repubblica
Il negoziato sul futuro dell'Unione europea parte da tredici domande ai governi poste dal presidente Ue Hermann Van Rompuy. Alcune linee guida che indicano la rotta che vuole dare all'Unione e un questionario per le capitali. Dopo che la Bce è scesa in campo e la Germania ha dato il via libera al fondo salva-stati, l'Europa guarda avanti, cerca soluzioni strutturali alla crisi che vadano al di là di scudi e decisioni emergenziali.
Si disegna la nuova governance dell'euro. Le risposte daranno vita al primo rapporto che Van Rompuy presenterà al summit del 18 ottobre. La decisione finale attesa per il Consiglio europeo di dicembre. A negoziare tra un vertice e l'altro saranno gli sherpa nazionali (Enzo Moavero per l'Italia) e i rappresentanti del Parlamento europeo, Roberto Gualtieri (Pd) per il Pse, Elmar Brock per il Ppe (vicinissimo alla Merkel) e Guy Verhofstadt per i liberali. Ci saranno anche numerosissime bilaterali tra leader. Una discussione che durerà tre mesi tra trattative, scontri e colpi di scena.
Confermate i quattro pilastri sui quali l'ex premier belga, insieme a Draghi, Barroso e Juncker, si è mosso. Un maggiore coordinamento su settore finanziario, bilancio, politiche economiche e una ricerca di maggiore legittimazione democratica dell'Unione. Paragrafo, quest'ultimo, assai deludente.
Il documento di 14 pagine si apre con la parte dedicata all'Integrated financial framework nel quale ci si chiede come integrare ulteriormente i sistemi finanziari europei dopo che l'Unione bancaria in discussione proprio in queste settimane sarà diventata realtà . Ma la novità vera è nel secondo paragrafo, quello dedicato all'integrazione delle politiche di bilancio. Qui Van Rompuy non si spinge a citare gli Eurobond, ma parla di "strumenti effettivi per prevenire e correggere sviluppi di budget nazionali non sostenibili".
E per prevenire contagi dagli "shock asimmetrici" all'interno dell'eurozona, come quelli che stanno provocando l'attuale crisi dei debiti sovrani, prevede la creazione di un "budget centrale dell'area euro". Questo, aggiunge, "potrebbe prevedere limitate emissioni di debito comune (appunto una forma di Eurobond, ndr), una condivisione dei rischi da accompagnare con passi verso decisioni comuni sul bilancio che salvaguardino da qualsiasi azzardo morale".
Poi le tre domande ai governi: "Quali passi avanti fare per migliorare l'efficacia e l'applicazione della nuova governance? Ci possono essere clausole di salvaguardia come meccanismi di correzione ex ante (automatici, ndr) per i bilanci nazionali? Come fare emissioni coordinate di debito? Ci potrebbe essere un bugdet centrale con la creazione di un ministero del tesoro e per stabilizzazione e condividere i rischi?"
Più scarna la parte sul coordinamento delle politiche economiche, "materia di comune preoccupazione per aumentare la competitività a assicurare capacità di aggiustare gli shock economici perché il buon funzionamento dell'eurozona richiede una maggiore coordinamento, convergenza e capacità di rendere vincolante la politica economica".
E qui la domanda, come rendere vincolante, come imporre ai governi un coordinamento di politica economica? "Come rendere più vincolanti le politiche per la competitività , l'occupazione il coordinamento del fisco, e la stabilità finanziaria?".
Infine la parte sulla legittimazione democratica, lontana anni luce da qualsiasi sogno federalista. "Come rendere maggiore la cooperazione tra parlamento europeo e parlamenti nazionali? Come aumentare le discussioni europee nei parlamenti nazionali e come fare emergere un genuino dibattito europeo che trascenda le discussioni sulle linee nazionali nei fora nazionali e nei media?".
Insomma, Van Rompuy conferma che il suo rapporto è un tentativo di bilanciare nuovo rigore e solidarietà per uscire dalla crisi. Più poteri a Bruxelles sui bilanci nazionali in cambio di forme di Eurobond. Un lento processo per permettere alla Merkel di farlo digerire ai politici e ai cittadini tedeschi.
Van Rompuy però non cita riforme dei trattati visto che il timore condiviso dal presidente Ue e da molti governi e cha la Merkel imponga nuova austerity subito, rimandando al lungo negoziato per un nuovo trattato la parte su Eurobond e condivisione dei rischi, in modo da scavallare le elezioni tedesche dell'autunno 2013.
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