giorgia meloni ursula von der leyen

NON FIRMATE IL MES? E ALLORA CE NE FACCIAMO UN ALTRO - L’INDISCREZIONE DI “REPUBBLICA”: “SUL TAVOLO VIENE MESSA L’IPOTESI DI RINUNCIARE AL MECCANISMO DI STABILITÀ, RESTITUIRE A ROMA I 14 MILIARDI VERSATI PER COSTITUIRE LE RISORSE DI QUESTO STRUMENTO E DAR VITA A UN’ALTRA SOLUZIONE SOPRATTUTTO IN RELAZIONE ALLA STABILITÀ DEL SISTEMA BANCARIO. E' UN PERCORSO POSSIBILE MA TORTUOSISSIMO: ANCHE PERCHÉ SI TRASFORMEREBBE IN UN PRIMO PASSO VERSO UNA ‘ITALEXIT’” - DAL PNRR AI MIGRANTI, LE GRANE CHE MELONI DOVRA’ AFFRONTARE AL CONSIGLIO EUROPEO…

Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

 

URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI

Il Mes, il Pnrr, il Patto di Stabilità, i tassi della Bce, i migranti. Più che un consiglio europeo rischia di trasformarsi in un processo. Al governo italiano. Oggi, infatti, Giorgia Meloni non si troverà davanti una riunione serena dei 27 leader Ue. […] il cahier de doléances sarà abbastanza lungo. E l’elenco partirà proprio dal Meccanismo di Stabilità. Su cui le irritazioni degli alleati sono crescenti […] Al punto che qualcuno — in particolare la Germania — inizia a mettere nel conto di fare a meno dell’Italia.

 

giorgia meloni con paolo gentiloni

Restituire i soldi già stanzati dal nostro Paese e aprire una nuova strada. […] La tattica di Palazzo Chigi è ormai chiara: inserire il Mes nel “pacchetto” che riguarda la riforma del Patto di Stabilità. Sostanzialmente dare il via libea al Meccanismo quando si avrà la certezza che non sarà inserito nel nuovo Patto una regola troppo stringente sulle procedure di rientro dal debito pubblico eccessivo. Berlino, ad esempio, da tempo insiste per mettere una percentuale di riduzione annua. Esattamente quel che intende evitare Meloni. La squadra della premier scommette sul rinvio in autunno della ratifica del Mes per arrivare ad un vero e proprio scambio.

 

charles michel giorgia meloni 2

[…] sul tavolo sempre più spesso viene messa l’ipotesi di lasciare l’Italia al suo destino, Ossia: rinunciare al Meccanismo di Stabilità che dal punto di vista legale è una Associazione intergovernativa e non un Trattato consolidato, restituire a Roma i 14 miliardi versati per costituire le risorse di questo strumento e dar vita a un’altra soluzione soprattutto in relazione alla stabilità del sistema bancario. Ipotesi emersa più di una volta nei recenti colloqui sul punto. È evidente che al momento si tratta solo di una minaccia. Di un percorso possibile ma difficilissimo e tortuosissimo.

 

giorgia meloni ursula von der leyen 3

Anche perché si trasformerebbe davvero in un primo passo […] verso una deriva che prenderebbe il nome di “Italexit”. Ma rende comunque l’idea di quanto la pazienza si stia esaurendo negli uffici di Bruxelles […] Non è un caso che ieri, nonostante il Fondo Salva- Stati non sia all’ordine del giorno del consiglio europeo, il presidente dell’eurogruppo, l’irlandese Pascal Donohoe, abbia spedito una lettera a Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, in cui ripete esplicitamente che la ratifica «è centrale per i nostri sforzi e continueremo a interagire con l’Italia sulla materia». Quindi inevitabilmente il tema verrà discusso.

charles michel giorgia meloni

 

E con ogni probabilità insieme alla riforma del Patto di Stabilità e alla politica monetaria della Bce che ha annunciato l’intenzione di alzare anche a luglio i tassi di interesse. Tutti nodi che si stringono intorno al “caso-Italia”. Visto che è il nostro Paese ad avere il secondo debito pubblico più alto d’Europa e che ieri il governo ha protestato contro la Banca centrale europea proprio per gli ulteriori ipotizzati aumenti.

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti

Il filo rosso di questa discussione, poi, si legherà anche al Pnrr. Per il quale non è stato ancora presentato il progetto di modifica nonostante gli inviti a farlo entro giugno. Questo ritardo provocherà una reazione a catena sulle prossime tranche. La possibilità che ci venga tagliata una rata è ormai una prospettiva che nessuno ai vertici della Commissione europea riesce più a escludere. In quel caso, l’assenza del Mes diventerebbe ancora più lampante. Mancherebbe anche solo una potenziale rete di protezione dinanzi alle speculazioni sui titoli di Stato.

 

E per di più le critiche espresse ieri al Senato a Paolo Gentiloni sono state lette come un attacco a tutta la Commissione. […] Ma c’è un altro aspetto con cui la presidente del consiglio dovrà fare i conti: l’emergenza migranti. […] ci sono alcuni Paesi come la Polonia e l’Austria che faranno sentire la loro voce. Varsavia per ricordare che la cancellazione dell’obbligatorietà dei ricollocamenti risale al 2018 e Vienna (pronta a firmare a questo proposito un documento con altri otto Paesi) per reclamare soluzioni innovative. Il riferimento resta sempre quello dei movimenti secondari: ossia il trasferimento incontrollato dei migranti dai Paesi di primo approdo come l’Italia verso gli altri Stati europei.

giancarlo giorgetti giorgia meloni

 

Un fenomeno che i dati ufficiali certificano sempre più. Basti pensare che i richiedenti asilo in Germania provenienti da altre aree dell’Ue (quindi movimenti secondari) sono il triplo rispetto a quelli di primo approdo, in Francia quasi il doppio come in Austria e in Olanda.

In Itala sono appena un quarto. Segno che il nostro Paese è considerato un ponte verso il nord Europa.

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