LEI NON SA CHI È LADY BERSANI! - LA MOGLIE DI CULATELLO MEJO DI BERLUSCONI: “LA MULTA? E’ STATO UN AGGUATO PREPARATO!” - SECONDO DANIELA FERRARI IN BERSANI I PAESANI DI PONTE DELL’OLIO SI SAREBBERO RIUNITI CONTRO LA SUA AUTO IN SOSTA VIETATA PROPRIO “PER MONTARE IL CASO” - “ALTRO CHE ‘LEI NON SA CHI SONO IO’, MI CONOSCEVANO FIN TROPPO BENE…”. MA SCUSARSI E BASTA? - DA ALMIRAMTE A SCALFARI, CI SONO CADUTI TUTTI...
Francesco Alberti per "Il Corriere della Sera"
Signora Daniela Ferrari in Bersani (Pier Luigi, segretario del Pd), c'era davvero bisogno di reagire a una multa, squadernando in faccia a una vigilessa uno dei pezzi forti di Totò, ma piuttosto abusato: «Lei non sa chi sono io»?
(Voce in lontananza). «Mi scusi, sono al supermercato, sto facendo la spesa. Mi dica? Ah, la multa...Guardi, non mi è ancora passata. Ma non per la contravvenzione, quella è giusta: è tutto il resto che mi ha lasciato amareggiata».
Signora, l'ha detta o no quella frase?
«Ma si figuri! Non mi passa neanche per l'anticamera del cervello di usare un'espressione arrogante e caricaturale come quella che mi hanno attribuito, glielo posso giurare sulle mie figlie...».
Ma è vero che, quando la vigilessa le ha consegnato il verbale, da una piccola folla si è alzato un applauso polemico nei suoi confronti?
«Sì, è stato molto antipatico. Ho avuto la netta sensazione che in quel paese, alla faccia del "lei non sa chi sono io", mi conoscessero invece fin troppo bene e che qualcuno mi abbia teso un piccolo agguato per montare il caso. Non mi spiego altrimenti il fatto che, non appena presa la multa, attorno alla mia auto si sia formata una piccola folla, con gente che mi sibilava frasi del tipo "vergognati", "torna a casa tua". Capisco il clima elettorale, ma si sta esagerando...».
Il caso intriga. Che è successo davvero a Ponte dell'Olio, paese di 5 mila anime tra i Colli piacentini? I punti fermi: a metà della scorsa settimana, la signora Ferrari, 60 anni, consorte di Bersani, dipendente di una farmacia comunale a Piacenza, parcheggia l'auto nella centralissima via Veneto, a Ponte dell'Olio, per recarsi in profumeria. La vettura è in divieto di sosta e, a detta dei vigili, ostruisce la circolazione. Multa inevitabile. La signora riconosce l'errore. A questo punto il quadro si fa nebuloso.
Il settimanale Chi , sotto il titolo «La multa dello scandalo», sostiene che la signora Bersani, piuttosto alterata, abbia gridato in faccia alla vigilessa la patetica frase «lei non sa chi sono io». E aggiunge che, alla consegna del verbale, una piccola folla si sia congratulata con la vigilessa. Il sindaco di Ponte dell'Olio, il civico Roberto Spinola, afferma: «Dalla relazione del vigile non risultano espressioni forti della signora, compresa la frase incriminata».
Signora Ferrari, si era accorta di aver parcheggiato in divieto di sosta?
«No, ero di fretta, stavo andando a Bettola...».
Cosa è successo?
«Il tempo di entrare in negozio e arriva la vigilessa. Tanto che ho avuto il sospetto che qualcuno, riconoscendo la mia auto, l'avesse avvertita».
Però lei era in divieto...
«Certo e mi sono scusata. Poi ho chiesto alla vigilessa se mi dava il tempo di terminare le operazioni di pagamento in negozio con il bancomat, ma era molto incalzante. Intanto da un gruppo di persone sono partite parole per nulla gentili».
Di quanto è la multa e l'ha pagata?
«38,39 euro... Già saldata. Ma non a Ponte dell'Olio, dove evidentemente non sono gradita: a Bettola».
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2- âLEI NON SA CHI SONO IOâ QUELLâATTRAZIONE FATALE
di Andrea Scanzi per Il Fatto
Lei non sa chi sono ioâ è un mantra sempre di moda. Pare averla pronunciata (ma lei smentisce) anche Daniela Ferrari, Lady Bersani, per evitare una multa per divieto di sosta e intralcio al traffico. LâOnorevole Trombetta, cioè Totò, la usava come scherzo. La Cassazione lâha rubricata a reato. E Nonciclopedia gli ha dedicato una voce, consigliando lâunica controrisposta possibile: âNo e non ce ne frega un cazzo!â.
Il mantra è buono per chiunque si senta importante, da Giorgio Almirante (uno dei tanti politici citati in âE io non pago!â di Lanfranco Palazzolo) ad Aida Yespica (va beâ). A volte la frase è pronunciata fedelmente e a volte no. Rimane, però, lâapproccio da Marchese del Grillo: il potente, in quanto tale, ritiene la legge un fastidioso impiccio. Che si parli di vicende gravi o minori.
Nellâottobre del 2001, lâonorevole Gabriella Carlucci irrompe alle 10 del mattino nel pieno centro di Roma. Guida una Porsche cabriolet grigio metallizzato. Impegnata a parlare al telefono, bypassa lo stop e non si accorge â nonostante la lunghezza: 18 metri â dellâarrivo di un jumbo-bus. Crash. Gabry scende, constata che si è rotta appena un fanalino e riparte, mentre lâautista Atac la insegue per la constatazione amichevole. Lascia poi lâauto sul marciapiede di Montecitorio (il parcheggio era pieno).
Granitiche le spiegazioni: âEmbè? Alla Camera câerano le votazioniâ, âIo non ho colpe: spetta ai custodi della Camera controllare le auto, è un problema loroâ. Meritorio anche Renato Schifani. Nel 2002, al Cinema Aurora di Palermo, tenta di entrare (gratis) con una tessera Agis (scaduta). Quando la maschera non lo lascia passare, lui â democraticamente â chiede alla scorta di identificare il vile plebeo che tanto ha osato. Per lâexploit vince il Tapiro e lì dà una versione diversa: âLa maschera poi voleva chiudere un occhio e farmi entrare. Ma io ho detto âNon entro, mi faccia parlare con il gestoreââ.
Qualche mese dopo, il 15 agosto 2006, per reinventarsi uomo del popolo detta un comunicato stampa monumentale: âIn vacanza alle isole Eolie, Renato Schifani, in compagnia di alcuni amici, ha dovuto aspettare per unâora di fila che si liberasse un tavolo in un ristorante del centro di Lipari. Il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama ha pazientemente atteso il proprio turno, senza sollevare alcuna obiezione e senza pretendere un trattamento di favoreâ (non è una battuta: il comunicato è autentico).
Alla Sagra dellâArroganza non poteva mancare Vittorio Sgarbi. Ventidue ottobre 1997, Giunta per le autorizzazioni a precedere. Polemiche, discussioni fino a tarda notte. Oggetto del contendere: occorre deliberare in merito a Sgarbi, che nel luglio â92 a Pisa ha sfanculato vari agenti di Polizia (âVoglio telefonare al Prefetto perché câè una guardia che vuole rompere i coglioniâ, âMe ne sbatto i coglioniâ).
Sgarbi, invitato per una manifestazione pubblica, aveva tentato di far passare dallâingresso riservato alle autorità due ragazze appena conosciute. Gli agenti glielo impedirono. E lui la prese bene. Nel corso della bagarre alla Camera, il totemico Filippo Mancuso cita Leopardi e consiglia a Sgarbi (âuomo di grande sapereâ) di usare dâora in poi non âcoglioniâ ma âtommaseiâ. Tipo: âMi girano i tommaseiâ, âMi hai rotto i tommaseiâ. Ovazione nel centrodestra (anche questa non è una battuta).
Immortale Claudio Burlando, che una settimana dopo il Vaffa-Day (2007) capisce benissimo lâumore del paese e si comporta di conseguenza: percorrendo contromano un chilometro e mezzo di superstrada. A Genova. Quando una pattuglia della polizia lo ferma, esibisce il tesserino da deputato. Scaduto (un classico del genere). Bettino Craxi, a inizio anni Novanta, si imbarcò a Fiumicino su un aereo senza biglietto.
Di fronte ai fermi rimproveri del solito feticista della legge, Craxi reagì spintonandolo a terra. Un esponente di Rifondazione Comunista lo raccontò. Bettino non si scompose : âQuel signore non mi permetteva di andare a Milanoâ. E poi câè Eugenio Scalfari. Da deputato socialista, nel 1970, parcheggiò vicino alla Stazione Centrale di Milano. Entrambi i posti erano riservati ai Carabinieri. Lo invitarono a spostare lâauto. Fu allora che Scalfari pronunciò il Sacro Mantra dellâEgo Ferito.
Per la cronaca, aveva pure la patente scaduta. La vicenda uscì ovunque. Il Fondatore sostenne che âil comando, legato all'assessore al traffico social-democratico, telefonò all'Ansaâ. Ripetè che la âla storia era troppo complicataâ. Poi, sempre garbato e democratico, Il Fondatore scagliò contro il vigile tutto âLâEspressoâ, a difesa del cittadino inerme Scalfari.
Nel monologo âLa democraziaâ, Giorgio Gaber diceva: âDopo alcune geniali modifiche (la democrazia, ndr) fa sì che tu deleghi un partito che sceglie una coalizione che sceglie un candidato che tu non sai chi è, e che tu deleghi a rappresentarti per cinque anni, e che se lo incontri ti dice giustamente: âLei non sa chi sono io!â. Questo è il potere del popoloâ.
PIERLUIGI BERSANI E LA MOGLIE DANIELADaniela Ferrari moglie di Bersani - Lavora in una farmacia comunale a PiacenzaPIERLUIGI BERSANI SORSEGGIA UNA BIRRA IN AUTOGRILLSOMIGLIANZE - LA FOTO DI UN GIOVANE PIERLUIGI BERSANI ACCANTO A QUELLA DI CARY GRANTFini nel con Almirante AIDA YESPICAMIAMI: YESPICA, CLAUDIA GALANTI E NATHALIE BUSHSEMRA LA MADONNA ADDOLORATA LA TRANSFIGA GABRIELLA CARLUCCI craxi scalfarischifani foto mezzelani gmt burlando al seggio elezioni regionali sgarbi nudosgarbi