DOPO L’UMILIAZIONE RICEVUTA DA CAMERON E LO SCHIAFFO INCASSATO DAGLI ALLEATI, OBAMA COSTRETTO AL DIETROFRONT ANCHE DAI SONDAGGI - E PASSA IL CETRIOLO SIRIANO AL CONGRESSO

Massimo Gaggi per Corriere della Sera

Barack Obama cerca di uscire dalla sua solitudine di presidente costretto a deliberare un attacco militare contro la Siria che non avrebbe mai voluto lanciare, coinvolgendo nella decisione il Congresso e cercando di responsabilizzare un'opinione pubblica che, nei sondaggi, continua a mostrarsi in forte maggioranza contraria a un intervento punitivo del regime di Assad, anche dopo una strage chimica.

Il voto del Parlamento darà più forza all'America in questo frangente difficilissimo, spiega il presidente democratico. Sul piano delle relazioni internazionali, però, Obama rischia di dare un segnale di debolezza. Certo, ora ufficialmente ha deciso di agire, ma l'introduzione di un passaggio a Capitol Hill non dovuto e non facile (almeno alla Camera), introduce un elemento di incertezza che non era contemplato quando, un anno fa, il leader della superpotenza avvertì Assad: se superi la linea rossa dell'uso di armi chimiche, te ne pentirai amaramente.

Obama deve essersi pentito di quella sortita che gli ha legato le mani, anche se rimane convinto, come i suoi collaboratori più stretti, che la comunità internazionale non può farla passare liscia al dittatore siriano, pena un'incontrollabile proliferazione dell'uso di armi terribili, in aperta violazione dei trattati internazionali che le hanno messe al bando.
Le sue preoccupazioni, oggi, non sembrano essere più tanto quelle del rispetto della legalità internazionale, delle regole Onu, della costruzione di un'ampia coalizione multilaterale. Ora ha bisogno soprattutto di un consenso interno sufficientemente ampio. E per metterlo insieme stavolta prova a vestire più i panni del leader politico che quelli del «commander-in-chief».

Il presidente non ha difficoltà a liquidare l'Onu come un organismo paralizzato, incapace di decidere e di far rispettare principi e regole. E a scavalcarlo. Si muove, invece, con molta più circospezione quando vede i sondaggi contrari a un'altra azione militare o duecento parlamentari (compreso il numero due dei repubblicani al Senato) che firmano una mozione nella quale si intima alla Casa Bianca di passare da un voto del Congresso prima di lanciare l'attacco.

Detto, fatto: stufo di restare sempre col cerino in mano (anche ieri sera Obama ha lamentato nel suo discorso alla nazione che in giro per il mondo molti pensano che Assad vada punito ma nessuno vuole prendersi la responsabilità di farlo) il presidente delibera l'attacco ma lascia la decisione finale al Parlamento. E intanto lancia una massiccia campagna di informazione e responsabilizzazione: ieri, oggi e nei prossimi giorni gruppi di deputati e senatori riceveranno briefing dei servizi segreti e del team del Consiglio per la Sicurezza Nazionale nei quali prenderanno visione anche di documenti top secret .

Un modo per responsabilizzare i parlamentari, ma anche l'opinione pubblica che, sperano alla Casa Bianca, giorno dopo giorno si renderà conto della gravità di quanto accaduto grazie anche alla parallela campagna informativa basata su materiale non «classificato». Se alla fine cambierà il segno dei sondaggi e otterrà un mandato ampio dal Congresso, Obama potrà dirla di averla spuntata. Magari anche di aver innovato rispetto ai suoi predecessori.

Ma i rischi sono elevati, come dimostra la vicenda del voto del parlamento britannico. Rischi ma anche opportunità: rinviando l'azione militare, Obama mette la questione siriana anche al centro del G-20 che si riunirà a metà della prossima settimana a San Pietroburgo (il parlamento Usa riaprirà i battenti solo il 9 settembre). E' quello che aveva auspicato il premier italiano Letta e anche il presidente russo, Putin.

Obama dà un segnale di disponibilità e potrà portare il suo discorso sulla responsabilità morale in materia di armi di distruzione di massa che le grandi potenze hanno davanti alla storia - quello che ha appena fatto agli americani - davanti al consesso internazionale più ampio e rappresentativo. Ma poi corre il rischio di ritrovarsi in casa con un buon numero di parlamentari che, pur di evitare l'intervento contro Assad, si aggrappano a mezze aperture e o finti spiragli di dialogo che sicuramente verranno seminati nei prossimi giorni.

 

SOLDATI DI ASSAD ENTRANO A QUSAYR IN SIRIA bashar al assad siria obama siria asma assad simbolo per i ribelli siriani di un regime cinico e spietato OBAMA SIRIA index SIRIA LA RIVOLTA DEI RIBELLI CONTRO ASSAD jpeg

Ultimi Dagoreport

peter thiel donald trump elon musk

DAGOREPORT – MUSK È IL “DOGE”, MA IL VERO BURATTINO DELLA TECNO-DESTRA USA È PETER THIEL. PER AVERNE LA PROVA BASTA VEDERE LA PARABOLA ASCENDENTE DELLA SUA “PALANTIR” IN BORSA: IN UN MESE, HA GUADAGNATO IL 65% (IL 39 IN UNA SETTIMANA) – COSA POTRÀ FERMARE L’AVANZATA DEI MILIARDARI TECH A STELLE E STRISCE? IL LORO EGO E GLI INTERESSI OPPOSTI. IN QUESTE ORE THIEL HA ASSISTITO AL “TRADIMENTO” DEL SUO EX PUPILLO ZUCKERBERG: È STATA “META” A DIVULGARE IL CASO “PARAGON”. E THIEL HA GROSSI ACCORDI CON L’AZIENDA CHE PRODUCE IL SOFTWARE PER SPIONI GRAPHITE – IL REGALONE A MUSK: CONTROLLANDO I PAGAMENTI DEL PENTAGONO, POTRÀ VEDERE I CONTRATTI DELLE SOCIETÀ CONCORRENTI A SPACEX…

fortunato ortombina barbara berlusconi diana bracco giovanni bazoli teatro alla scala

DAGOREPORT - MA CHE È, LA SCALA O UNO YACHT CLUB? IL REQUISITO PRINCIPALE PER ENTRARE NEL CDA DELLA SCALA SEMBRA ORMAI ESSERE QUELLO DI AVERE UNA "BARCA" DI ALMENO 40 METRI – TRA I GIÀ PRESENTI IN CDA, IL VELIERO DI FRANCESCO MICHELI È LEGGENDARIO, ARREDATO DA QUADRI E DA UN PIANOFORTE A CODA. VACANZE IN BARCA ANCHE PER BAZOLI E MAITE CARPIO CONIUGATA BULGARI - E LE NEW-ENTRY? DIANA BRACCO VELEGGIAVA SU “BEATRICE”, UN'IMBARCAZIONE IN LEGNO DI VALORE STORICO, DA LEI DONATA AL COMUNE DI IMPERIA. BARBARA BERLUSCONI, INVECE, USA IL LUSSUOSO YACHT DI PAPI SILVIO, IL “MORNING GLORY”…

michael czerny kevin joseph farrell bergoglio papa francesco vaticano pietro parolin matteo zuppi

PAPA FRANCESCO COME STA? IL PONTEFICE 88ENNE È TORNATO DAL BLITZ DI 9 ORE IN CORSICA DEL 15 DICEMBRE SCORSO CON UNA BRONCOPOLMONITE CHE NON GLI DA’ TREGUA: COLPI DI TOSSE, IL CONTINUO RESPIRO SPOSSATO, IN COSTANTE MANCANZA D'OSSIGENO - I MEDICI DELLA SANTA SEDE STANNO CURANDO LA BRONCOPOLMONITE CON DOSI MASSICCE DI CORTISONE. E CORRE VOCE CHE LO VOGLIONO PORTARE AL POLICLINICO GEMELLI PER RIMETTERLO IN PIEDI, MA LUI RIFIUTA (PREFERISCE IL FATEBENEFRATELLI) - I CARDINALI FEDELISSIMI DI FRANCESCO (TRA CUI MICHAEL CZERNY E KEVIN JOSEPH FARRELL) SI DANNO MOLTO DA FARE PER LA SALUTE DI BERGOGLIO. E TE CREDO: NELLA CHIESA VIGE UNO SPOIL SYSTEM RADICALE: IL GIORNO IN CUI IL PONTEFICE VOLA NELLA CASA DEL SIGNORE, TUTTE LE CARICHE DELLA CURIA ROMANA DECADONO…

daniela santanche giorgia meloni

LA “SANTA” NON MOLLA – DI FRONTE AL PRESSING SEMPRE PIÙ INSISTENTE DEI FRATELLI D’ITALIA, COMPRESO IL SUO AMICO LA RUSSA, E ALLA MOZIONE DI SFIDUCIA OGGI ALLA CAMERA, LA MINISTRA DEL TURISMO RESTA AL SUO POSTO. E OSTENTA SICUREZZA ANCHEGGIANDO CON PULCINELLA A MILANO. IMMAGINI CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA SEDIA I CAMERATI DI FRATELLI D'ITALIA, CHE CHIEDONO LA SUA TESTA ALLA MELONI. EVIDENTEMENTE, LA “PITONESSA” HA DEGLI ASSI NELLA MANICA SCONOSCIUTI AI PIU', CHE LA RENDONO SICURA DI NON POTER ESSERE FATTA FUORI…