obama selfie stick buzzfeed

“GREXIT”? NO, THANKS - OBAMA NON VUOLE SENTIR PARLARE DI USCITA DELLA GRECIA DALL’EURO: TEME CHE LA RUSSIA POSSA TRARRE VANTAGGIO DALLA SITUAZIONE, GRAZIE AL SOCCORSO OFFERTO AD ATENE, E METTERE UN PIEDE NEL MEDITERRANEO

Ugo Bertone per “Libero Quotidiano”

MERKEL OBAMA 1MERKEL OBAMA 1

 

Il giorno dopo la grande festa di popolo i greci hanno preso atto che gli sportelli delle banche resteranno chiusi anche oggi e domani. E solo i più inguaribili sognatori possono immaginare che la proposta che oggi Alexis Tsipras sottoporrà ad Angela Merkel possa sortire l’effetto di rifornire i bancomat di fogli da 20 o 50 euro. Nel frattempo, come previsto, la Banca Centrale Europea ha preso tempo: il banchiere italiano non ha schiacciato il bottone rosso, ovvero il ritiro dei fondi Ela (89 miliardi) che hanno consentito la sopravvivenza degli istituti di credito ellenici, ma non ha ampliato la provvista, in attesa dei risultati dei meeting di oggi, prima quello dell’Eurogruppo, poi quello decisivo dei capi di Stato.

MERKEL OBAMA RENZIMERKEL OBAMA RENZI

 

Nel frattempo a New York, dove vengono ancora scambiati i bond e le azioni delle banche greche, si registrano prezzi che già scontano il Grexit: il titolo governativo a breve, quello più sensibile al default, passa di mano al 50% del valore nominale. Un modo per tentare di indovinare quale sarà il valore della “nuova dracma” (o dell’euro leggero) una volta consumata la separazione o il divorzio dall’Unione Europea.

 

Una pagella che spaventa ma non troppo le Borse europee, con l’eccezione di Milano, la più dipendente dall’andamento delle banche (circa il 60% del paniere principale) a loro volta le più dipendenti dai titoli di Stato.

 

DIVORZIO GRECO

g7 in germania   obama e merkel g7 in germania obama e merkel

La prospettiva del divorzio è il verdetto più gettonato che emerge dai report delle case finanziarie americane e inglesi, dove l’ipotesi Grexit oscilla tra il 70 e l’80%, in netto contrasto con gli umori che si respirano nella comunità politica. E lo stesso vale per le agenzie di rating, da Fitch a Standard & Poor’s. L’uscita più forte, curiosamente, è arrivata da Christine Lagarde. Il segretario generale del Fondo Monetario Internazionale, dopo aver preso atto del risultato, ha annunciato di esser pronta ad aiutare la Grecia «se il governo ne facesse richiesta».

 

Eppure, è stato il Fondo Monetario ad esserci messo di traverso quando, dieci giorni fa, l’accordo sembrava cosa fatta. Perché questo cambio di rotta? In realtà il Fondo ha sempre insistito sul taglio del debito ellenico, come chiede Tsipras, quale mossa preliminare per un piano di risanamento dell’economia greca, al contrario di quanto ribadito da Berlino, Bruxelles e anche dalla banca centrale di Francoforte.

INCONTRO TRA PUTIN E OBAMA DURANTE IL G INCONTRO TRA PUTIN E OBAMA DURANTE IL G

 

Ma l’accelerazione di questi giorni, dopo la pubblicazione alla vigilia del voto di domenica del report che invocava un’iniezione di 50 miliardi almeno nelle casse di Atene per scongiurare il peggio è la conferma di un salto di qualità nella percezione della crisi dall’istituto di Washington: gli Stati Uniti, che restano l’azionista numero uno del Fondo, così come la Francia, il Paese più attivo nella ricerca di un compromesso, sono ormai pronti a scatenare un’offensiva per evitare il divorzio di Atene dall’euro, anticamera di un abbandono dell’alleanza storica con l’Europa.

 

Sarebbe un disastro, vuoi per i vantaggi che ne potrebbe trarre la Russia, che da secoli sogna una porta d’accesso al Mediterraneo, che potrebbe essere donata a Vladimir Putin (ieri in contatto telefonico con Tsipras). Vuoi, non meno grave, per l’apertura di un nuovo fronte di fronte al Medio Oriente.

tsipras   putintsipras putin

 

IL CONTAGIO

Geopolitica contro Fiscal compact, insomma. Come ha inteso sottolineare ieri l’ex presidente della Commissione Ue Romano Prodi: «Ancora una volta - ha dichiarato in un’intervista a La Stampa - sarà una forza esterna che ci costringerà a un compromesso». Le potenze pronte ad intervenire, secondo Prodi, sono Usa e Cina, preoccupati per l’eventuale sfaldamento dell’euro e le conseguenze che potrebbe avere sulla stabilità del sistema mondiale.

 

alexis tsipras e vladimir putin  4alexis tsipras e vladimir putin 4

Probabilmente sono state queste pressioni ad aver spinto molti leader dell’Eurozona a concedere l’ultima chance a Tsipras e ad Euclid Tsakalotos, il nuovo ministro delle finanze in sostituzione di Yannis Varoufakis. Alla vigilia dell’ennesima giornata decisiva, si profila un fronte “latino” guidato dalla Francia e, altra novità, dalla Spagna, già tra i falchi più ostinati, oggi decisa a spegnere in fretta l’incendio greco prima che si espanda nella penisola iberica.

 

E l’Italia che non è certo al riparo dal contagio, vista l’entità del debito pubblico (che sia il 156% previsto dall’Ocse o il 133% dichiarato dal ministro Pier Carlo Padoan). Ma davanti a loro c’è il fronte del Nord capitanato dal sempre più popolare Wolfgang Schaeuble che non vuol nemmeno sentir parlare di taglio del debito.

 

putin tsiprasputin tsipras

Così come i Paesi del Nord e dell’Est Europa ove spesso i livelli di vita sono più bassi di quelli di Atene. Però, come dicevamo, gli Usa la pensano diversamente. Grecia ed Europa «dovrebbero trovare un compromesso» che consenta ad Atene di «rimanere nell’Eurozona». Così il portavoce della Casa Bianca secondo cui un’intesa è «nel diverso interesse di tutti, sia europeo che statunitense». Il messaggio è chiaro.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…

trump musk xi

DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO L’INAUGURAZIONE: IL PRIMO INAUGURERÀ LA DEPORTAZIONE DI 9,5 MILIONI DI IMMIGRATI. MA IL SECONDO È ANCORA PIÙ BOMBASTICO: L’IMPOSIZIONE DEI DAZI SUI PRODOTTI CINESI - UN CLASSICO TRUMPIANO: DARE UNA RANDELLATA E POI COSTRINGERE L’INTERLOCUTORE A TRATTARE DA UNA POSIZIONE DI DEBOLEZZA. MA COME REAGIRÀ XI JINPING? CHISSÀ CHE AL DRAGONE NON VENGA IN MENTE DI CHIUDERE, PER LA GIOIA DI ELON MUSK, LE MEGAFABBRICHE DI TESLA A SHANGHAI…

salvini romeo

DAGOREPORT - CHI L'AVREBBE MAI DETTO: MASSIMILIANO ROMEO È IL PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA LEGA DI FINE 2024 - EX FEDELISSIMO DEL “CAPITONE”, È STATO L’UNICO A ESPORSI CONTRO IL SEGRETARIO, E OTTENERE LA LEADERSHIP IN LOMBARDIA – DOPO LA SUA SFIDA VINTA, ANCHE FEDRIGA È USCITO ALLO SCOPERTO CANNONEGGIANDO CONTRO L’EVENTUALE RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE - CHE SUCCEDERÀ AL CONGRESSO? NIENTE: SALVINI HA IN MANO LA MAGGIORANZA DEI DELEGATI, E L’ASSEMBLEA AVRÀ CARATTERE PROGRAMMATICO. MA LA DISSIDENZA CRESCE…

trump musk bitcoin

DAGOREPORT - A.A.A. ATTENZIONE ALLA MONETA: RITORNA MINACCIOSA SULLA SCENA GEOPOLITICA DEL MONDO - SUCCEDE CHE QUELLO SVALVOLATO ALLA KETAMINA DI ELON MUSK, DA QUANDO HA FINANZIATO LA CORSA PRESIDENZIALE DI DONALD TRUMP, SI È MESSO IN TESTA DI TRASFORMARE LA CASA BIANCA IN CASA MUSK. E COME “PRESIDENTE VIRTUALE” DEGLI STATI UNITI, L'UOMO PIU' RICCO DEL MONDO HA IN MENTE DI SOSTITUIRE LA MONETA REALE CON UNA VIRTUALE, CON UNA LEGGE CHE PREVEDA GLI ACQUISTI DI BITCOIN PER LE RISERVE VALUTARIE DEGLI STATI UNITI - MA FATTI DUE CONTI, ALL’AMERICA FIRST DI TRUMP CONVIENE DI TENERSI STRETTO IL SACRO DOLLARO CHE, AD OGGI, RAPPRESENTA LA MONETA DI SCAMBIO DEL 60% DEL MERCATO INTERNAZIONALE -NEL 2025 TRUMP DOVRÀ VEDERSELA NON SOLO COL MUSK-ALZONE CRIPTO-DIPENDENTE: IN CAMPO È SCESO PREPOTENTE IL PIU' ANTICO NEMICO DEL “VERDONE” AMERICANO: L’ORO…