ODIFREDDI COME FORZA NUOVA: “SULLE CAMERE A GAS SO SOLTANTO CIÒ CHE MI È STATO FORNITO DAL “MINISTERO DELLA PROPAGANDA” AMERICANO NEL DOPOGUERRA”

Dal blog di Piergiorgio Odifreddi su "Repubblica.it"
http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2013/10/12/priebke-come-welby/comment-page-8/#comment-121422

PRIEBKE COME WELBY
Per fortuna, in questi tempi di media rintontiti, che con la testa nelle nuvole cantano all'unisono lodi al nuovo papa, ci pensano i fatti a riportarci coi piedi per terra, e a smascherare l'assurdità di un'istituzione che pretende di avere il monopolio del giudizio etico su ciò che accade nell'universo mondo.

Nella fattispecie, sono stati la morte e i funerali del criminale di guerra Erich Priebke a mettere nell'angolo i prelati che si arrogano il diritto di pontificare sul "bene" e sul "male". Quegli stessi prelati avevano infatti negato, nel 2006, i funerali religiosi a Piergiorgio Welby, che aveva restituito al mittente il "dono di Dio" della propria vita perché risultato avariato, nonostante la supposta onnipotenza e bontà del donatore.

Ora, di fronte al dilemma se concedere o no i funerali religiosi a un nazista religioso, il meccanismo è andato in tilt. Sulle prime, sembrava che sarebbero stati concessi, sulla base del motto gesuita del nuovo papa: "chi siamo noi per poter giudicare?". Ma questa decisione finiva per mettere paradossalmente Priebke nella lista dei "buoni", mentre Welby era finito in quella dei "cattivi".

Dunque, marcia indietro da parte del Vicariato: niente funerali religiosi per il nazista religioso. Con la conseguenza, altrettanto paradossale, che ora Welby si ritrova nella stessa lista dei "cattivi" alla Priebke. Un uomo che prende coraggiosamente la propria vita nelle proprie mani, assimilato a uno che toglie vigliaccamente la vita altrui con le proprie mani, in un tripudio di confusione mentale degna della lunga storia della Chiesa.

Come se non bastasse, di recente papa Francesco aveva pontificato che la vera legge morale non è quella scolpita nella pietra dei comandamenti mitici, ma quella scolpita nella coscienza degli uomini reali. Gli ingenui commentatori di questo profondo pronunciamento, non si sono nemmeno provati ad obiettargli che la coscienza di un uomo può dire cose diverse a uomini diversi.

Puntualmente, non sembra che Priebke abbia mai vissuto le sue gesta belliche come qualcosa che andasse contro la propria coscienza, e fino all'ultimo non ha mai mostrato alcun "pentimento". Evidentemente, la coscienza di un nazista è diversa da quella di un papa. Dobbiamo supporre che l'una e l'altra siano opera di divinità diverse? Oppure, più semplicemente, la coscienza è soltanto un prodotto delle circostanze personali e collettive, e varia non solo a seconda dei tempi e dei luoghi, ma anche degli individui che vivono negli stessi tempi e luoghi?

La domanda fondamentale, però, è se papi e prelati, che si ispirano a un'anacronistica e superstiziosa mitologia mediorientale di duemila anni fa, debbano essere ascoltati mentre pontificano su questi argomenti. O se invece non sia più sensato prenderli in parola e domandare loro, a partire dal loro amato nuovo pontefice: "chi siete voi per poter giudicare?".

Detto altrimenti, che essi suonino o non suonino le loro campane ai funerali religiosi, non dovrebbero essere presi seriamente in ognicaso: non tanto dai media stregati dal nuovo papa, quanto piuttosto da coloro che conservano ancora un barlume di lucidità, nel rintontimento generalizzato.


IL COMMENTO DEL LETTORE HOMMEQUIRIT
@tony
Non occorre alcun complotto: basta semplicemente comprendere cosa sia stato il processo di Norimberga e le sue consueguenze su tutto l'Occidente. Se crei un falso attraverso un tribunale in cui i PM e il giudice sei tu che hai vinto la guerra e pretendi di giudicare solo i vinti all'interno di una nuova giurisdiziione di crimini contro l'umanità di cui tu sei esentato, cosa vuoi che riflettano i libri di storia? Quali saranno le ricerche pubblicate, sui cosa si baseranno i dipartimenti di Storia? Chi saranno gli impiegati? Quali tesi saranno considerate impossibili da pubblicare e ora, per legge in certi stati, impossiibli da trattare? Il pfatto è che la storia così com'è percepita dalla massa e nei film è ferma alla storiografia ufficiale del 1960, ovvero a una tesi intenzionalista pura. La Storia la scrivono i vincitori e i libri seguono.

Quale complotto occorre?
Circa i testimoni ci sarebbe teoria del complotto qualora tutti arrivassero al processo in modo indipendente e dicessero circa le stesse cose, senza che informazioni ,intenzioni e riflessioni fossero precedentemente circolate tra loro. Altrimenti il numero delle testimonianze diventa irrilevante al fine della consistenza testimoniale.
Io sono cresciuto con le gesta partigiane dei miei nonni. Ma so benissimo che i loro racconti hanno interpolato nel tempo la narrazione, lo stile dialettico, ed episodi ex novo, inconsciamente.

Non gliene faccio una colpa, anzi. Il punto è che quando hai molto sofferto e hai visto i tuoi cari scomparire per mano altrui, il racconto che ne segue è quasi sempre viziato da una forma di vittimismo che tende all'esagerazione e mai alla sottrazione. È una forma di difesa psicologica, un dare più legittimità a una sofferenza. tutto qui.
Comuqneu ho capito di aver rotto i coglioni con un argomento che era pure off topic. Finiamola qui. Avevo solo voglia di ragionare, non certo di portare il germe nazista sotto nuovi abiti semantici.


RISPOSTA DI ODIFREDDI AL COMMENTO DI UN LETTORE
caro hommequirit,
vedo che anche lei ha sollevato un vespaio, avendo toccato un nervo scoperto della storiografia relativa alla seconda guerra mondiale.

su norimberga, confesso di essere molto vicino alle sue posizioni. il processo è stato un'opera di propaganda. i processati hanno dichiarato, con lapalissiana evidenza, che se la guerra fosse andata diversamente, a essere processati per crimini di guerra sarebbero stati gli alleati, e ovviamente avevano ragione: non a dire che sarebbero stati processati, ma che sarebbe stato corretto e giusto processarli per quei crimini.

sono anche vicino alle sue posizioni quando afferma che l'opinione che la maggior parte delle persone, me compreso ovviamente, si formano su una buona parte dei fatti storici è fondata su opere di fantasia pilotata, dai film di hollywood ai reportages giornalistici. e che la storia sia tutt'altra cosa, e abbia il suo bel da fare a cercare di sfatare i luoghi comuni che sono entrati nel "sapere" collettivo.

lo storico alessandro barbero, al festival della mente di sarzana, ha dedicato tre conferenze serali a smontare altrettanti miti sul medioevo, che tutti ripetono e credono storici, e sui quali invece le testimonianze storiche vanno esattamente in direzione contraria. compito suo, e degli storici in generale, è anche ovviamente cercare di capire come si formano questi miti, quando, e con quali meccanismi.

non entro nello specifico delle camere a gas, perché di esse "so" appunto soltanto ciò che mi è stato fornito dal "ministero della propaganda" alleato nel dopoguerra. e non avendo mai fatto ricerche al proposito, e non essendo comunque uno storico, non posso far altro che "uniformarmi" all'opinione comune. ma almeno sono cosciente del fatto che di opinione si tratti, e che le cose possano stare molto diversamente da come mi è stato insegnato, affinché credessi ciò che mi è stato insegnato.

 

Piergiorgio Odifreddi e Roberto Cognazzo mondo odifreddiodifreddiLUCIANO DE CRESCENZO PIERGIORGIO ODIFREDDI priebke ZINGARI NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO Auschwitz AuschwitzAuschwitz Camere a gas

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