vincenzo de luca

ORMAI IL PD HA PIU’ CANDIDATI ALLA SEGRETERIA CHE ELETTORI – IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VINCENZO DE LUCA PRONTO A CORRERE PER GUIDARE I DEM – “E' IN GIOCO, ORMAI IL CARATTERE DI FORZA NAZIONALE DEL PD. IL SUD È SCOMPARSO DAL SUO ORIZZONTE DA ANNI E ANNI" - L'ATTACCO AL FIGHETTISMO PD: "VENIAMO PERCEPITI COME UN MISTO DI PRESUNZIONE E INCONCLUDENZA. "PARLIAMO UNA LINGUA MORTA. OFFRIAMO, IL PIÙ DELLE VOLTE, UN PERSONALE POLITICO CRESCIUTO NELLE STANZE AMMUFFITE DELLE CORRENTI. NON SI VEDE GENTE CHE CONOSCA COSA SIA LA FATICA..."

VINCENZO DE LUCA

(Adnkronos) "Nessuna conferma, ovviamente, ma la voce cresce a dismisura nelle ultime ore". E la voce, secondo Carlo Tarallo su La Verità, sarebbe quella che vede il presidente della regione Campania "pronto a candidarsi" alla segreteria nazionale del Pd. "C'è un vuoto da riempire'' dice un esponente di peso dell'entourage di De Luca al quotidiano diretto da Maurizio Belpietro.

 

Su Facebook De Luca scrive: "E' in gioco, ormai il carattere di forza nazionale del Pd. Il Sud è scomparso dal suo orizzonte da anni e anni. E in queste condizioni, si rischia di diventare un partito meno che regionale, condannato all'ininfluenza. Ho apprezzato la grande dignità personale e politica espressa da Letta. Bene un congresso rapido, e quanto più aperto alla partecipazione popolare, e non autoreferenziale''.

 

DE LUCA

Carlo Tarallo per La Verità

 

VINCENZO DE LUCA ALLA FESTA PD A NAPOLI

«C'è un vuoto da riempire»: così, dopo mille insistenze, un esponente di peso dell'entourage di Vincenzo De Luca risponde alla Verità, che chiede se siano vere le indiscrezioni che segnalano il presidente della Regione Campania pronto a candidarsi alla segreteria nazionale del Pd. Nessuna conferma, ovviamente, ma la voce cresce a dismisura nelle ultime ore. De Luca sarebbe pronto a sfidare Stefano Bonaccini, collega governatore della Emilia Romagna, candidato in pectore così come la sua vice, Elly Schlein e gli altri pretendenti alla successione a Enrico Letta.

 

In pista, tra candidati ufficiali e protagonisti del Pd che stanno fiutando l'aria prima di decidere, ci sono anche la ex ministro Paola De Micheli, il sindaco di Bari Antonio Decaro, quello di Pesaro Matteo Ricci, il ministro del Lavoro Andrea Orlando, il suo fedelissimo Peppe Provenzano.

 

funerale di ciriaco de mita vincenzo de luca e sergio mattarella

Se De Luca scendesse in campo sarebbe un osso duro per tutti. Il meccanismo delle primarie sembra infatti cucito su misura per lui e il suo modo di interpretare la politica: è stato l'unico tra gli intervenuti, ricordiamolo, a movimentare un po' la tristissima chiusura della campagna elettorale dei Dem.

 

«Basta, mi sono stancato!», disse un accigliato De Luca, giovedì scorso a Piazza del Popolo, avvertendo il presentatore della kermesse, che lo invitava a rispettare i due minuti previsti per ogni intervento, che lo avrebbe mandato «a quel paese». Dilungandosi abbondantemente, De Luca prese anche in giro Letta: «Non mi sento di dire», esclamò, »che offriamo un segretario scoppiettante e pirotecnico, e vabbuò, non ce l'ha». Lo stesso Letta che ieri ha annunciato il percorso congressuale: «Convocheremo», ha spiegato Letta, «giovedì 6 ottobre la Direzione.

mara carfagna vincenzo de luca

 

Per un percorso congressuale inclusivo e aperto che vada alla radice dei problemi e affronti le sfide che stanno di fronte alla nostra comunità. E per poi scegliere di conseguenza chi ci guiderà in futuro». «De Luca», racconta alla Verità un ex esponente nazionale del Pd, uno che in passato ha ricoperto incarichi istituzionali di peso rilevante, presente in piazza, «è stato fermato da almeno 100 persone che volevano farsi un selfie con lui. È stato impressionante. Se ha in mente di candidarsi? Non lo so, ma sarebbe un bene per il partito, darebbe una scossa. Bonaccini? Lascia stare, andiamo avanti».

 

Proprio ieri è arrivato un altro indizio: De Luca ha affidato alla sua pagina Facebook una spietata analisi del voto. «Basta depressione», scrive De Luca, «chi si è stancato stia a casa. Per chi vuole combattere è necessario guardare in faccia la realtà, con l'umiltà, il rigore, lo spirito autocritico necessariamente spietato, che ci è richiesto ora. Nei nostri confronti è cresciuto un sentimento di insofferenza, di estraneità. Veniamo percepiti», incalza lo sceriffo, «come un misto di presunzione, di supponenza e di inconcludenza.

 

vincenzo de luca

Il nostro linguaggio ha dimenticato le parole della gente normale. Parliamo una lingua morta. Spesso, non ci ascoltano neanche. Offriamo, il più delle volte, un personale politico senza nessun legame con i territori, cresciuto nelle stanze ammuffite delle correnti, o nei salotti pieni di luce e privi di aria.

 

Non si vede gente che provenga dalla fatica e che conosca l'odore della terra bagnata, o il rumore di una fabbrica o l'angoscia di una vita di povertà, di una bottega che chiude, di un lavoro che non arriva mai. È in gioco, ormai», argomenta De Luca, «il carattere di forza nazionale del Pd. Il Sud è scomparso dal suo orizzonte da anni e anni.

 

E in queste condizioni, si rischia di diventare un partito meno che regionale, condannato all'ininfluenza. Ho apprezzato la grande dignità personale e politica espressa da Letta. Bene un congresso rapido, e quanto più aperto alla partecipazione popolare, e non autoreferenziale». A De Luca, come noto, piace parlare chiaro, e del resto così facendo ha conquistato una enorme popolarità durante la pandemia e ha stravinto le regionali in Campania, nel 2021, raggiungendo il 70% dei voti e superando di 50 punti il centrodestra e di 60 il M5s: «Occorrono», scrive ancora De Luca, «chiarimenti di fondo.

vincenzo de luca

 

In questi anni, mi è capitato di segnalare innumerevoli volte le criticità, i vuoti programmatici, le degenerazioni della vita interna. Non ricordo, francamente, dirigenti che abbiano avuto il coraggio di parlare per tempo e con chiarezza. Ricordo solo gente politicamente corretta, e ben nascosta e mimetizzata. Si dovrà parlare anche di tutto questo», sottolinea, «in una stagione politica, che ci obbliga a un linguaggio di verità. Per il resto, occorre avere fede e senso della storia.

LUIGI DI MAIO PEPPE PROVENZANO GAETANO MANFREDI VINCENZO DE LUCA ROBERTO FICO

 

Con rispetto, attendiamo all'opera i vincitori delle elezioni. Nihil dictu facilius: nulla è più facile che parlare. Governare e decidere», conclude De Luca, «è un'altra cosa». Sarà ancora solo un'idea, ma questa riflessione somiglia tanto a un manifesto programmatico. L'unica cosa certa è che se De Luca decide davvero di candidarsi alla segreteria nazionale del Pd, sarà il caso di preparare i pop corn: lo spettacolo sarebbe garantito.

 

 

vincenzo de luca

fazio de luca

Ultimi Dagoreport

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…