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IL “PACCO” DEL NAZARENO - ALTRO CHE BARZELLETTA! EMULO (SINISTRO) DELL’EX CAVALIER POMPETTA ALLA FINE IL PREMIER CAZZARO È RIUSCITO A STRAPPARGLI ANCHE LO SCETTRO ULTIMO DI GRANDE BUGIARDO - A QUANDO UN CONFRONTO ALL’AMERICANA RENZI-BERLUSCONI-LETTA-VERDINI?

renzi nella sede pd del nazarenorenzi nella sede pd del nazareno

DAGOREPORT

 

Emulo (sinistro) dell’ex Cavalier Pompetta alla fine il premier cazzaro Renzi è riuscito a strappargli anche lo scettro ultimo di Grande Bugiardo. E non era davvero un’impresa facile la sua. Del resto, sosteneva lo scrittore Emil Cioran, la verità è soltanto un “incaponirsi da adolescenti o un sintomo di senilità”.

 

PROTESTE PER BERLUSCONI AL NAZARENOPROTESTE PER BERLUSCONI AL NAZARENO

Già, non è una “barzelletta”, come sostiene mendace il ducetto di Rignano sull’Arno, la rilevazione fatta da Berlusconi nella trasmissione tv “Porta a Porta” che il Patto (occulto) del Nazareno (18 gennaio 2014), benedetto dall’alto dal Quirinale, conteneva una clausola che avrebbe evitato al leader di Forza Italia l’ineleggibilità in Parlamento per effetto della legge Severino.

 

PROTESTE PER BERLUSCONI AL NAZARENOPROTESTE PER BERLUSCONI AL NAZARENO

“Mi era stata promessa l’agibilità politica”, rivela Berlusconi nel salotto di Bruno Vespa. E stando al racconto del Cavaliere, presenti sia il sempre fedele Gianni Letta sia il futuro “traditore” Denis Verdini, non ci fu alcuna obiezione da parte dell’allora segretario del Pd, che già cercava una sponda “forte” per sbattere fuori da Palazzo Chigi il presidente in carica, Enrico Letta. Il che avverrà appena un mese dopo, il 22 febbraio 2014.

 

Ma non era la prima volta che Berlusconi cercasse una sponda nel centrosinistra per avere quel “salvacondotto” che gli consentisse di tornare in pista a pieno titolo nell’agone politico-istituzionale. I collaboratori di Silvio già un anno prima, agosto 2013, avevano sondato discretamente Enrico Letta per sapere se su quel terreno c’era una strada percorribile.

 

BERLUSCONI ENTRA AL NAZARENOBERLUSCONI ENTRA AL NAZARENO

Ricevendone un fermo e netto “no”. Un “no”, confortato in quell’occasione anche dal parere contrario di Bellanapoli non ancora in amore con il cazzaro premier Renzi forse non ancora sotto schiaffo come hanno rivelato poi certe intercettazione dei carabinieri.

 

BERLUSCONI ENTRA AL NAZARENOBERLUSCONI ENTRA AL NAZARENO

E’ dentro il Patto (occulto) del Nazareno, che finalmente si costruiscono le premesse per concedere a Silvio l’onore perduto dopo la pesante condanna in Cassazione per frode fiscale (diritti tv Mediaset). La storiaccia è ben nota, nonostante le mezze smentite dei protagonisti e il silenzio assordante dei giornaloni dei Poteri marciti.

 

Così le rivelazioni dell’altra sera di Berlusconi non fanno altro che confermare quanto già scritto e denunciato nello scorso fine anno soprattutto da “Il Fatto” di Marco Travaglio e da questo disgraziato sito, Dagospia.

 

Nel decreto fiscale (24 dicembre 2014) il governo Renzi aveva fatto inserire - forse all’insaputa dello stesso ministro Padoan che non ne ha mai tratto le conclusioni dimettendosi per dignità dal dicastero -, un codicillo che avrebbe depenalizzato la frode fiscale sotto la soglia del 3%. Il che avrebbe consentito non soltanto a Berlusconi, ma anche a molti banchieri di evitare l’implacabile tagliola della legge Severino.

 

MATTEO RENZI E DENIS VERDINI MATTEO RENZI E DENIS VERDINI

“Più che una manina sarebbe stata una manona eccellente (e interessata) a vergare nel decreto di Natale il salvacondotto politico per resuscitare ancora una volta Silvio Berlusconi. A quanto risulta a Dagospia da fonti attendibili (e credibili), alla vigilia del varo della norma - che nel governo oggi tutti disconoscono dopo averla approvata a palazzo Chigi senza battere ciglio -, ci sarebbe stata una riunione riservata al ministero dell’Economia a cui avrebbe partecipato pure l’avvocato del Cavaliere, il professor Franco Coppi, attuale difensore di Berlusconi”, era rivelato da questo disgraziato sito.

 

MATTEO RENZI E DENIS VERDINI MATTEO RENZI E DENIS VERDINI

E ancora: ”Di sicuro, qualcuno in via XX Settembre, sede dell’ex dicastero romano del Tesoro, avrebbe visto l’illustre penalista entrare e uscire dal palazzone umbertino in cui è ancora conservata come una reliquia, la scrivania dell’ex ministro del Regno, il mitico Quintino Sella.

 

All’incontro – aggiungevamo - avrebbero partecipato l’attuale responsabile del dicastero, Pier Carlo Padoan, e un altro sommo professore di diritto, Franco Gallo, coordinatore della commissione che, materialmente, ha scritto al Tesoro il testo incriminato. L’ex presidente della Corte costituzionale ha però subito precisato che lui in quelle righe-salvacondotto non si riconosce. Tant’è, che ha nuovamente riunito la commissione per esprimere apertamente il proprio dissenso”.

 

renzi verdinirenzi verdini

Come sempre anche allora seguirono le smentite obbligate del professor Coppi e quelle imbarazzate di Palazzo Chigi. Alla fine Renzi annunciava di aver ritirato dal decreto di Natale il codicillo “salvacondotto” per Silvio pur riconoscendone, bontà sua, “la validità dei principi”.

 

Adesso parla di “barzelletta” del Cavaliere come a suo tempo negò addirittura di avere nozione del testo del provvedimento soltanto pochi giorni dopo dall’aver dichiarato in tv di “conoscerlo a memoria”. Dopo tutto perché meravigliarsi? Per il cazzaro premier Renzi il mentire non è nient’altro che una verità da negare.

VERDINI E RENZI due VERDINI E RENZI due

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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