SI’ AL DRIBBLING, NO ALLE RUSPE - LA PADANIA CONTRO I ROM SUL CAMPO DI CALCIO: “LA LEGA? NON CI FINANZIA PIÙ” - RUSPANTE SALVINI: “LA NAZIONALE PADANA? È UNA ROBA DA PIRLA”
Marco Bresolin per “la Stampa”
La Padania contro i Rom. Detto così, qualche mese fa, poteva sembrare l’ennesimo attacco del quotidiano leghista contro i nomadi. Ma il giornale del Carroccio ha ormai chiuso da dicembre e qui si sta parlando di altro. Di calcio, per l’esattezza. Di una sfida che andrà in scena tra una settimana a Debrecen, in Ungheria, dove è in programma il campionato europeo delle nazioni non riconosciute.
Il sorteggio ha voluto infatti che il match inaugurale del torneo organizzato dalla Conifa fosse proprio il più incredibile: Padania contro Rom. E ora mettetevi nei panni dell’arbitro.
Sono però lontani i tempi in cui Umberto Bossi e il figlio Renzo (ma anche Roberto Maroni) scendevano in campo a fianco dei valorosi campioni in maglia bianco-verde, vincitori del Mondiale per tre anni di fila dal 2008 al 2010, battendo prima gli Aramei e poi (due volte) il Kurdistan. Oppure quando il Trota, in un eccesso di sportività, si faceva fotografare con i tifosi rivali del Tibet.
Ma soprattutto sono lontani i tempi in cui i fondi pubblici del partito venivano allegramente utilizzati per finanziare il club. Tutto spesato, non solo per giocatori e dirigenti, ma anche per i tifosi. Raccontano in via Bellerio che ai sostenitori veniva rimborsata ogni cosa, dalla benzina per i camper fino alla birra.
«All’epoca una spedizione della squadra costava 100-120 mila euro, noi quest’anno ne spenderemo 6-7 mila» racconta Fabio Cerini, alessandrino, vicepresidente della Padania Football Association, e - ovviamente - leghista («ho in tasca la tessera, ma tra di noi c’è anche gente di centrosinistra»).
NAZIONALE PADANA CONTRO NAZIONALE ROM
Dopo lo scandalo dei diamanti di Belsito, tutto è cambiato. In via Bellerio hanno chiusi i rubinetti e dalle ceneri del club che era l’orgoglio della Lega è nata questa nuova società, proprio dall’iniziativa di un gruppo di tifosi. «Ma non siamo la squadra del partito - ci tiene a precisare Cerini -, anche se sarei molto contento di un riavvicinamento della Lega. E soprattutto, di un sostegno economico, visto che per andare in Ungheria i ragazzi dovranno sobbarcarsi un viaggio in pullman di sedici ore». Da questo orecchio, però, Matteo Salvini non ci vuole sentire. La nazionale padana non fa più parte dei suoi progetti: «è una roba da pirla», si è lasciato scappare.
E quindi chissà per chi tiferà il segretario tra una settimana, quando i «pirla» padani sfideranno i «ladri» Rom. Al di là del risultato sul campo, Cerini promette che vincerà lo sport: «Ci scambieremo il gagliardetto come facciamo con tutti e poi andremo a mangiare insieme». Sì ai dribbling, no alle ruspe. Nessun astio, assicura. Niente razzismo. «Del resto nella nostra squadra c’è anche Enoch Barwuah, il fratello di Mario Balotelli - racconta il vicepresidente -.
SALVINI alle 11.41.22
ENOCH BARWUAH
SALVINI MAGLIETTA RUSPE
MARIO BALOTELLI FRATELLO
Avrei voluto tanto convocare Jeda, l’ex calciatore di Cagliari e Lecce che ha giocato anche qui, nella squadra di Acqui Terme, ma purtroppo non è stato possibile». I brasiliani non sono ammessi nella nazionale padana? Macché. «Il problema è che è residente a Nuoro, in Sardegna».