AMERICANI IN-DRONI-TI - L’UOMO DELL’ANTITERRORISMO AMERICANO, JOHN BRENNAN, DIFENDE L’USO DEI DRONI - GIÀ MOLTO CONTESTATO PER L’USO DEL “WATERBOARDING”, IL “MACELLAIO” HA SPIEGATO AL CONGRESSO COME GLI AEREI SENZA PILOTA SIANO UN MODO PER METTERE AL SICURO LA VITA DELLE PERSONE, E NON UN METODO PUNITIVO PER I TERRORISTI - PECCATO CHE GLI ATTACCHI ABBIANO CAUSATO MOLTE VITTIME CIVILI…

1 - BRENNAN AL SENATO: "MA ORA GLI ATTACCHI LI FARÀ IL PENTAGONO"
Maurizio Molinari per "la Stampa"

I droni sono una forma «più umana di guerra» anche se il loro impiego ha bisogno di regole più chiare: il mastino dell'intelligence John Brennan, 57 anni, affronta le audizioni al Senato per la conferma della nomina alla guida della Cia con la grinta che lo distingue, confermando di essere il regista della caccia ai terroristi con gli aerei senza pilota.

Completo blu, camicia bianca, cravatta rossa e atteggiamento apparentemente dimesso, l'ex studente della Fordham University che ha appreso l'arabo nelle strade del Cairo e ha lavorato per 30 anni a Langley, si presenta alla commissione Intelligence del Senato con un testo scritto e una deposizione orale che vanno in un'unica direzione: la difesa della guerra dei droni e la promessa di 007 più impegnati a raccogliere informazioni nel mondo arabo.

Gli avversari liberal quattro anni fa riuscirono a impedirgli di guidare la Cia accusandolo di aver legittimato dopo l'11 settembre gli interrogatori con il «waterboarding» - l'affogamento simulato dei sospetti terroristi - e ora tentano di ripetere l'impresa, aggiungendo l'accusa del massiccio uso dei droni che ha portato la Cia a uccidere circa tremila persone negli ultimi quattro anni, inclusi tre cittadini americani in Yemen: l'imam di Al Qaeda Anwar al Awlaki, suo figlio di 16 anni e Samir Khan.

Se nel 2009 Brennan fece un passo indietro, rinunciando a Langley per diventare consigliere antiterrorismo alla Casa Bianca, ora l'approccio è tutt'altro. Consapevole di avere la solida fiducia del presidente Obama e il sostegno della «intelligente community» e di poter vantare la decimazione dei comandi di Al Qaeda, esordisce negando ogni avallo agli «interrogatori rafforzati» dopo l'11 settembre.

Poi difende gli attacchi missilistici con droni Predator e Reaper, perché «sono una forma più umana di guerra» anche se «purtroppo, nonostante i nostri migliori sforzi, dei civili sono stati uccisi». Non è però un cedimento alle critiche dei gruppi per la difesa dei diritti umani, «perché questi errori sono stati rari, assai più rari di quanto molti affermino».

Quando Obama arrivò alla Casa Bianca, c'erano stati appena 50 attacchi di droni, che divennero 360 nei quattro anni seguenti. Brennan rivendica la scelta di averne fatto lo strumento preferito per braccare i terroristi, spiegando come vengono scelti gli obiettivi: «Si tratta di individui che pongono una minaccia imminente a cittadini e interessi degli Stati Uniti. Vengono selezionati a uno a uno attraverso un processo coordinato fra intelligence, militari, diplomatici ed altre agenzie».

L'uccisione dei tre americani in Yemen è stata frutto di tale processo e dunque non si tratta di una violazione della Costituzione, perché costoro erano «leader o associati ad Al Qaeda». Per avvalorare tale argomento la Casa Bianca autorizza, poche ore prima dell'audizione, la declassificazione del memorandum sulla giustificazione legale dell'eliminazione di cittadini americani arruolati in «forze associate ad Al Qaeda».

Brennan dice però con chiarezza che la strategia dei droni ha bisogno di aggiustamenti. Anzitutto, «la Cia non deve espandere le attività paramilitari» e dunque in maggioranza questi attacchi dovranno essere «condotti dai militari» del Pentagono.

È una svolta che, assieme ai documenti declassificati da Obama, consente in prospettiva all'America di difendersi dal sospetto di illegalità internazionali, destinato a essere sollevato dalla task force Onu all'opera a Ginevra. L'altra promessa di Brennan è spingere la Cia a raccogliere più notizie sul terreno. «Serve più impegno nel mondo arabo» per comprendere le attuali rivolte e scongiurare il ripetersi di errori come quelli che hanno portato alla morte dell'ambasciatore Chris Stevens a Bengasi.


2 - USA, CONTESTATO L'«ARCHITETTO DEI DRONI»
Massimo Gaggi per il "Corriere della Sera"

Gli attacchi coi droni contro i terroristi, l'eliminazione di individui che rappresentano una minaccia immediata per gli Usa, è una dolorosa necessità alla quale si ricorre «non con l'obiettivo di punire questi soggetti per le loro passate attività, ma per prevenire altri attacchi e salvare, in questo modo, vite umane». Nessuna difesa, invece, dell'uso della tortura - tecniche come il waterboarding - nell'interrogatorio dei terroristi catturati: «Avevo le mie riserve e le ho sempre illustrate a chi di dovere. Se diventerò capo della Cia le cose cambieranno».

In un'audizione tesissima, molto serrata, ieri davanti al Congresso, John Brennan, l'uomo che ha avuto più potere al mondo nella lotta al terrorismo negli ultimi 20 anni (definizione di un alto funzionario del dipartimento di Stato), ha tratteggiato così la linea che intende seguire sulle questioni più controverse se verrà ratificata la sua nomina a capo della Central Intelligence Agency.

Brennan ha appena cominciato a parlare davanti alla Commissione servizi segreti del Senato quando una donna tra il pubblico si alza urlando proteste e agitando un cartello con la scritta «Brennan=Drone Killing». Viene trascinata fuori dalle guardie del Congresso. Poi alcuni tra il pubblico alzano le braccia e mostrano mani sporche di vernice rossa come il sangue, una donna agita un pupazzo di pezza con le fattezze di un neonato e inveisce contro Brennan per gli attacchi dei droni che, tentando di eliminare terroristi in Yemen e Somalia, hanno ucciso anche diversi bambini.

A quel punto la senatrice Dianne Feinstein, che presiede questo hearing, fa sgombrare l'aula e il confronto col consigliere antiterrorismo di Barack Obama che il presidente ha scelto come successore di David Petraeus alla guida della Cia può iniziare. Brennan giustifica l'uso dei droni spiegando che si interviene solo in casi estremi sulla base delle analisi coordinate delle varie agenzie federali responsabili per la sicurezza.

Sull'uso del waterboarding e altre tecniche di tortura da parte della Cia, Brennan afferma, invece, di aver sempre avuto forti perplessità sui metodi della Central Intelligence Agency e di averle illustrate agli altri capi dell'agenzia, per la quale ha lavorato per 25 anni, prima di andare a lavorare alla Casa Bianca. Alcuni senatori gli contestano interviste comparse sulla stampa nelle quali alcuni suoi colleghi affermano di non aver mai sentito queste sue critiche, ma Brennan li smentisce seccamente.

Come previsto il processo di ratifica parlamentare della nomina di Brennan è diventato anche l'occasione per discutere per la prima volta pubblicamente e ufficialmente di questioni relative alla sicurezza degli Stati Uniti cruciali quanto sconcertanti: dal ricorso al waterboarding all'uso degli aerei-robot per eliminare senza processo individui - anche cittadini americani - affiliati ad Al Qaeda e considerati una minaccia immediata agli Stati Uniti.

Questioni fin qui poco discusse, anche perché coperte in gran parte dal segreto di Stato, ma che ora agitano sempre di più le coscienze degli americani, anche per le polemiche suscitate da film come Zero Dark Thirty sull'uso di metodi di tortura e per il moltiplicarsi dei racconti sul gran numero di attacchi lanciati dal cielo contro presunti terroristi.

Brennan, l'uomo che, prima come alto dirigente della Cia, poi come direttore del Centro nazionale antiterrorismo sotto la presidenza Bush dopo l'attacco dell'11 settembre, infine come braccio destro di Obama su questi temi, è sicuramente l'uomo che negli ultimi anni ha avuto più voce in capitolo su queste spinose materie.

È toccato così a lui spiegare - più ancora che ai repubblicani ai senatori della sinistra allarmati dai 360 attacchi dei droni dell'era Obama, rispetto ai 50 degli anni della presidenza Bush - la difficoltà di proteggere l'America fronteggiando la minaccia terrorista con gli strumenti che si usano in uno stato di guerra, mantenendo al tempo stesso un profilo di rispetto delle legalità. Una discussione difficile e penosa che di certo durerà a lungo, coi senatori che ieri hanno potuto leggere le analisi giuridiche segrete del ministero della Giustizia sulla base delle quali Obama ha autorizzato gli attacchi dal cielo.

 

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