PAESE CORROTTO, GOVERNO INFETTO? NO, INETTO - SUL DDL SEVERINO SULLA CORRUZIONE OGGI CI SARANNO TRE VOTI DI FIDUCIA, PERCHÉ I TECNICI HANNO FATTO CASINO CON LE PROCEDURE DI MONTECITORIO - PDL: “CON LA FIDUCIA PASSERÀ ANCHE LA NORMA “SALVA-PENATI”, CHE RIDUCE LA PRESCRIZIONE DI 5 ANNI E CANCELLERÀ IL SUO PROCESSO. IL PD SI ACCANISCE SU RUBY E FA LA LEGGE AD PERSONAM PER I SUOI” - IL PD SMENTISCE MA NON SPIEGA SE IL PROCESSO A PENATI SI PRESCRIVERÀ O MENO…

1 - CORRUZIONE, CAOS NEL GOVERNO OGGI TRE FIDUCIE SUL TESTO SEVERINO - PDL: C'È UNA NORMA "SALVA-PENATI". PD: NON È VERO

Liana Milella per "la Repubblica"


Fini s'arrabbia. Severino ribadisce che «la fiducia era necessaria ». Giarda si fa scudo della sua «inesperienza». Il Pdl fa la voce grossa e già marchia il ddl anticorruzione come «una legge voluta dal Pd per salvare Penati». Lo dice Enrico Costa, che come tutti sanno ha un filo diretto con Niccolò Ghedini. Quindi con Berlusconi. Il rischio concreto è che oggi - quando dalle 12 alle 18 si voteranno ben tre fiducie su altrettanti articoli - molti pidiellini mancheranno all'appello, mentre deputati noti come Maurizio Paniz, Gaetano Pecorella e Giancarlo Lehner già annunciano che diranno no. Perfino il portavoce e deputato del Pdl Luca D'Alessandro se ne starà a casa («ma se ci fossi urlerei tre volte no»).

Doveva essere una giornata tranquilla per il governo Monti sulla giustizia. Con il voto di fiducia già annunciato sia dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, sia da quello della Giustizia Paola Severino. Si trasforma in una clamorosa brutta figura per l'esecutivo che si presenta con un maxi-emendamento che non solo si rivela politicamente ingestibile e fonte di contrasti nella maggioranza, ma anche tecnicamente sbagliato, tant'è che viene stoppato dal presidente della Camera Gianfranco Fini.

Sono le 11, aula già convocata. Ma si capisce subito che qualcosa non va. Giarda ammette di non essere pronto e chiede tempo. Fini lo brutalizza: «Il governo ha avuto cinque giorni per sciogliere il nodo. Così mortifica il ruolo della Camera». Raccontano che lui avesse chiesto a Severino di presentarsi prima e che lei non l'abbia fatto. Ci si aggiorna. Le proteste sono cominciate un'ora prima quando, al comitato ristretto delle commissioni Giustizia e Affari costituzionali, il Guardasigilli non s'è presentata. Dirà poi «non toccava a me esserci, ma al collega Patroni Griffi». Ma tant'è. Il governo va in discesa.

Succede di peggio nella sala del governo. Ecco Giarda, arriva Severino, la raggiunge il collega della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi. Alla spicciolata il Pdl (Fabrizio Cicchitto, Enrico Costa e Manlio Contento), il Pd (Donatella Ferranti e poi Dario Franceschini), l'Udc (Roberto Rao), il vice di Fini Maurizio Lupi. Si capisce subito che Giarda arranca. Confessa dopo: «Sono un ministro inesperto e non mi sono reso conto che questo maxi-emendamento era inammissibile. Che volete? Oggi non l'ho azzeccata».

Putiferio e trattative frenetiche. Nel testo si gioca l'ultimo scontro tra Pdl e Pd. Ecco l'articolo 7, dove c'è la lista dei reati che dovrebbero escludere un condannato da possibili appalti pubblici. Giustizia inserisce anche l'induzione "figlia" della concussione.

Il Pdl fa muro. Come si oppone all'ipotesi che la durata della non candidabilità possa essere pari agli anni della condanna (richiesta dell'Interno). Cede solo sui tempi della delega al governo per la stretta alle candidatura "sporche", nove mesi anziché un anno. Ma chiede una contropartita, pretende che si faccia marcia indietro sull'emendamento Ferranti che aumenta la pena per la corruzione propria fino a cinque anni.

Qui salta il tavolo. Franceschini fa muro: «O si mette la fiducia sul testo votato in commissione o niente». Il maxi-emendamento, per di più, non è neppure ammissibile perché, per il regolamento della Camera, non contiene novità significative che lo giustificano. I giuristi di Fini sono irremovibili. Marcia indietro inevitabile. Niente maxi-modifica, si vota la fiducia sui testi dei tre articoli approvati in commissione, il 10 sulle candidature, il 13 sulla «piramide » di Severino sulle norme penali, il 14 sulla corruzione tra privati.


2 - CORRUZIONE: COSTA (PDL), CON FIDUCIA SI' A 'SALVA-PENATI'
(ANSA) - "E' chiaro che quando si mette mano ad una riforma che riguarda il codice penale qualche processo inevitabilmente ne viene toccato. Ma perché si sta molto attenti a non toccarne alcuni, in primis quelli che riguardano Berlusconi, mentre non ci si indigna per nulla se se ne toccano altri che riguardano diverse parti politiche?". Il capogruppo Pdl in commissione Giustizia Enrico Costa punta così il dito su uno degli effetti del ddl Anticorruzione: la prescrizione del processo a Filippo Penati, ex coordinatore della segreteria di Pierluigi Bersani.

"Perché - chiede Costa - il governo cerca, da una parte, di formulare una norma che, pur di 'non toccare' il processo Ruby che si celebra a Milano, dribbla le indicazioni che ci arrivano dall'Europa, mentre non si premura di non interferire con un altro stranoto processo come quello che riguarda Penati e che dovrà prendere il via a Monza? Su questo infatti calerà un'inevitabile mannaia visto che con la fiducia al ddl Anticorruzione così formulata si accorceranno sensibilmente (di 5 anni) i tempi di prescrizione per il reato di concussione per induzione".

3 - PDL, DA GOVERNO EMENDAMENTO SALVA PENATI
(ANSA) - Il governo va in soccorso del Pd e "salva" Penati con un emendamento ad hoc inserito nel ddl anticorruzione. Ne è convinta la senatrice del Pdl Simona Vicari, che ai cronisti a palazzo Madama spiega come nel provvedimento in discussione alla Camera su cui domani si voterrano tre fiducie "l'emendamento presentato dal Governo e oggetto di una fiducia riduce la pena per il reato contestato a Filippo Penati in relazione alla vicenda Falk e riduce anche i termini di prescrizione".

"Si tratta - precisa Vicari - dell'articolo 7, comma 4, lettera h, punto 2 che introduce l'articolo 319 quater e il reato di induzione indebita". "Questo emendamento - afferma Vicari - riduce anche i termini di prescrizione per cui il reato contestato a Penati si estinguerà nel 2012, quindi nell'anno in corso, essendo stato commesso nel 2002". "Il Pd non ha nulla da dire? Il gioco dei due pesi e delle due misure è ipocrita e spregiudicato" conclude la senatrice del Pdl.

4 - FERRANTI(PD), SENZA FONDAMENTO PAROLE VICARI
(ANSA) - "Le affermazioni dell'on. Vicari sono del tutto prive di fondamento. Noi lavoriamo nella massima trasparenza, come testimoniano i nostri emendamenti, tutti depositati e tutti finalizzati ad inasprire le pene per i reati di corruzione. Inoltre, non c'é nel nostro costume la logica ad personam". Così Donatella Ferranti, capogruppo Pd nella commissione Giustizia, replica alle affermazioni della senatrice Simone Vicari secondo la quale nel Ddl anticorruzione ci sarebbe una norma 'salva' Penati.

5 - CORRUZIONE: BARANI (PDL), VOTERO' CONTRO FIDUCIA SU ART.10
(ANSA) - "Da socialista, riformista, craxiano e berlusconiano doc non posso in coscienza votare la fiducia al governo sul traffico di influenza". Così Lucio Barani, deputato Pdl, annuncia il suo voto contrario alla prima delle tre fiducie poste dall'esecutivo sul ddl anticorruzione. "La nuova fattispecie di reato che si intende introdurre non esiste in nessuna altra parte del mondo - conclude Barani - e da garantista non posso sostenere una norma, voluta insistentemente dal Pd, così fortemente giustizialista".

 

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