QUANTO PESA ANCORA DON VERZE’ SU BERLUSCONI - PER SALVARE LA MOLMED, LA SOCIETA DI BIOTECNOLOGIE PARTECIPATA DALLA FONDAZIONE SAN RAFFAELE DI MILANO, OCCORRE TIRARE FUORI ALTRI 1,7 MILIONI (DOPO I 2 GIA’ MESSI NEL 2013 E GIA’ SCOMPARSI)

Carlotta Scozzari per Dagospia

 

Le biotecnologie continuano a fare aprire il portafogli a Silvio Berlusconi e figli. Tutta colpa dei brutti chiari di luna che stanno illuminando la società quotata in Borsa Molmed, una delle "quattro M", insieme con le più note Mediaset, Mediolanum e Milan, in cui la Fininvest dell'ex premier e dei cinque figli ha investito nella speranza di ottenere buoni rendimenti.

Una speranza che, almeno per il momento, appare vana per Molmed. La società di biotecnologie mediche, partecipata dalla cassaforte della famiglia Berlusconi con la quota di maggioranza del 25%, è alle prese con un andamento finanziario particolarmente negativo. Le perdite, da gennaio a novembre del 2013, hanno raggiunto i 17,33 milioni, mentre nello stesso periodo del 2012 era già stato accumulato un rosso di 20,24 milioni. Ciò significa che le perdite hanno superato il terzo del capitale sociale e spinto la società a prendere provvedimenti immediati, come il codice civile impone.

E' in quest'ottica che va inquadrata l'assemblea degli azionisti convocata per il 3 marzo e chiamata a deliberare sia sulla riduzione del capitale sociale a 10,5 milioni sia su una nuova iniezione di risorse fresche da 5 milioni. Questo significa che, per la seconda volta nel giro di appena un anno, i soci, e quindi la famiglia Berlusconi in prima battuta, saranno chiamati a mettere mano al portafogli per ricapitalizzare la Molmed.

Già un anno fa era andato in scena un copione praticamente identico: la società, guidata dal presidente e amministratore delegato Claudio Bordignon aveva avviato una operazione di aumento di capitale da 5 milioni. Nell'ambito dell'operazione, la Fininvest, oltre alla partecipazione di propria spettanza allora pari al 24%, aveva sottoscritto anche una fetta di azioni rimaste inoptate dagli altri azionisti, per un esborso complessivo di circa 2 milioni di euro che l'aveva condotta all'attuale 25 per cento.

E anche in occasione del nuovo aumento di capitale da 5 milioni, che l'azienda di biotecnologie conta di chiudere entro l'estate, la famiglia Berlusconi, bontà sua, ha già fatto sapere che è disposta a concedere il bis. In altri termini, la Fininvest sottoscriverà le azioni di propria spettanza, per un ammontare di 1,25 milioni, più un'eventuale fetta di inoptato, a patto però di non superare un investimento complessivo di 1,7 milioni e di non raggiungere il 30% di Molmed, la pericolosa soglia che costringerebbe l'ex premier e i cinque figli a lanciare una costosa Offerta pubblica di acquisto (Opa).

Anche H-Equity e H-Invest, le due casseforti della famiglia di Ennio Doris, da sempre vicina a quella dell'ex premier del centrodestra, partecipano a Molmed con quote rispettivamente del 4% e del 3,6% e hanno già fatto sapere che nell'ambito dell'imminente ricapitalizzazione faranno la propria parte e, se necessario, anche qualcosa di più.

Chi invece, almeno per il momento, non ha ancora manifestato alcuna intenzione di aprire il portafoglio per ricapitalizzare la Molmed è la famiglia del re dell'occhialeria Leonardo Del Vecchio, che con la holding Delfin è socio al 4 per cento.

Allo stesso modo, è altamente improbabile che partecipi all'aumento di capitale l'azionista all'8,3% Science Park Raf, vale a dire la società ora in stato di liquidazione a sua volta controllata dalla Fondazione San Raffaele. Quest'ultima ha in pancia l'omonimo ospedale milanese fondato da don Luigi Verzè e rilevato nel 2012 da Giuseppe Rotelli (l'imprenditore della sanità e azionista di Rcs scomparso la scorsa estate), quando era sull'orlo crac. Fu al San Raffaele, tra l'altro, che alla fine del 2009 l'allora premier Berlusconi fu ricoverato dopo l'aggressione in Piazza Duomo con la famosa statuetta di marmo.

Molmed, nata nel 1996 come spin-off dell'Istituto scientifico San Raffaele, ha sempre ribadito l'estraneità alle tormentate vicende che hanno riguardato l'ospedale milanese. Tuttavia, è un fatto che, complice anche la crisi economica, per la società delle biotecnologie è almeno dal 2011-2012 che le cose non vanno per il meglio. Sarà da vedere se, dopo le nuove misure decise dai soci con la prossima assemblea, il vento finalmente cambierà.

 

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