pell

PELL D’OCA PER LA CURIA - CON LA PAPA-REVOLUTION, GEORGE PELL DIVENTA IL DOMINUS DELLE SACRE FINANZE: DECIDERÀ IL BUDGET DELLA SANTA SEDE (QUANTO ASSEGNARE A OGNI DICASTERO), LA GESTIONE DEI PORTAFOGLI DELLA BANCA VATICANA E LA PRESA DI POSSESSO DEI BENI IMMOBILI

1 - BERGOGLIO, L’ULTIMA RIVOLUZIONE SUPER MINISTRO ALLE FINANZE LO IOR DIVENTA UNA PICCOLA BANCA

PAPA FRANCESCO BERGOGLIO PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

Paolo Rodari per “La Repubblica

 

Le finanze vaticane cambiano pelle. La riforma voluta da papa Francesco fin dall’inizio del suo pontificato chiedendo al gruppo dei nove cardinali che lo coadiuvano (il C9) di iniziare i propri lavori dai dicasteri economici per troppo tempo fonte di scandali, delinea una nuova mappa delle funzioni e insieme del potere entro le mura leonine.

 

La Segreteria per l’Economia, guidata dall’australiano prefetto-cardinale , assume nei fatti la quasi totalità dei poteri, incamerando funzioni che storicamente erano dell’Apsa, e anche in parte dello Ior, il quale torna con questa riforma alle sue origini, un ente di servizio alle opere religiose della Chiesa e non piattaforma per investimenti anche speculativi.

 

george pell george pell

Nulla, all’interno del Torrione Niccolò V sede della oramai ex banca vaticana, sarà più come prima. Certo, la nuova fase sarà guidata dal presidente francese Jean-Baptiste de

Franssu al posto del tedesco Ernst von Freyberg che lo accompagnerà (non sempre è stato così in passato) in una transizione “pacifica”.

 

E al suo fianco, nel Consiglio dello stesso Ior, ci saranno volti nuovi: l’americana Mary Ann Glendon e il britannico Michael Hintze, più altri due membri laici non ancora comunicati. Ma è evidente a tutti che d’ora innanzi all’Istituto non si muoverà foglia senza aver ottenuto prima il placet di George Pell, porporato amato da Bergoglio soprattutto per il suo essere decisionista. Uno che al dire fa sempre seguire il fare.

 

Il “super-ministero” delle finanze diviene il nuovo cuore del potere economico vaticano. Dalla Torre San Giovanni deciderà la politica di budget della Santa Sede (quanto assegnare a ogni singolo dicastero), la gestione dei portafogli della banca vaticana — con la nascita del Vatican Asset management — e soprattutto la presa di possesso dei beni immobili della stessa Santa Sede, storicamente sotto la gestione dell’Apsa, a cui rimane

DE FRANSSUDE FRANSSU

in sostanza la parte finanziaria e alla quale saranno assegnati compiti di Tesoreria dello Stato, funzione fino a oggi definita genericamente come «banca centrale».

 

Non solo: è sotto la Segreteria che finisce anche il controllo del Fondo pensioni vaticano, per il quale è stato nominato un comitato di esperti che entro la fine del 2014 deve valutarne lo stato. Insomma, una riforma vera, che mette sotto il cappello del cardinale Pell — anch’egli membro del C9 — sia un poter reale decisionale sia di influenza.

 

MONSIGNOR RICCA E PAPA BERGOGLIOMONSIGNOR RICCA E PAPA BERGOGLIO

Molto ha spinto Francesco. È stato lui a voler ricondurre ad unità l’attività di tutti i dicasteri economici, che pure in alcuni casi mantengono la loro specificità, come il Governatorato e Propaganda Fide: resta da vedere se i beni immobili andranno insieme a quelli dell’Apsa e se i lori portafogli di investimenti finanziari rientreranno in futuro (è questo uno dei temi più delicati dei lavori in itinere) sotto la direzione del Vatican Asset management, o se addirittura ne perderanno il controllo, come avvenuto per lo Ior, che infatti manterrà la gestione dei depositi di liquidità e sui titoli in custodia, ma perderà le gestioni patrimoniali. Di certo, la riforma è iniziata. Ad aiutarla, per volere di Pell, anche un piccolo Project Management Office (Pmo), guidato da Danny Casey, già business manager dell’Arcidiocesi di Sydney.

 

2 - A UN ITALIANO UN POSTO VACANTE DELLO IOR

Maria Antonietta Calabrò per “Il Corriere della Sera

 

CLEMENS BOERSIG CLEMENS BOERSIG

Con un Motu Proprio del Papa, la Segreteria vaticana per l’Economia, guidata dal cardinale George Pell, ha assorbito la sezione ordinaria dell’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede apostolica), quella che storicamente gestisce il grande patrimonio immobiliare della Santa Sede.

 

È la principale novità resa nota durante un affollatissima conferenza stampa in cui è stata illustrata una vera e propria rivoluzione delle finanze vaticane (messa appunto su impulso di Papa Francesco, dopo un anno di studi e di consulenze) e durante la quale è avvenuto pubblicamente davanti agli obiettivi dei fotografi e degli operatori il passaggio del testimone tra il presidente uscente dello Ior, il tedesco Ernst von Freyberg, e il suo successore, il francese Jean-Baptiste de Franssu.

MARY ANN GLENDON MARY ANN GLENDON

 

MICHAEL HINTZE MICHAEL HINTZE

Dello Ior è stato cambiato anche il consiglio d’amministrazione. Sarà composto da sei componenti (e non più cinque): oltre a De Franssu, il tedesco Clemens Boersig, l’americana Mary Ann Glendon, il britannico Michael Hintze. Tra i due componenti ancora non scelti «ci sarà un italiano»,o meglio «certamente ci sarà bisogno di un italiano», ha assicurato Pell rispondendo ad una domanda del Corriere. Monsignor Alfred Xuereb sarà segretario senza diritto di voto del Consiglio dell’Istituto.

 

Monsignor Battista Ricca rimane prelato dello Ior. Anche la Commissione cardinalizia è stata incrementata con il cardinale Josip Bozanic di Zagabria. Quindi in tutto ci saranno sei cardinali più sei laici. Non è chiaro se la governance rimarrà duale (com’è ora) oppure ci sarà un unico Consiglio misto di dodici persone.

 

CARDINALE JOSIP BOZANICCARDINALE JOSIP BOZANIC

Lo Ior diventerà una banca di piccole dimensioni, dedita ai clienti e ai trasferimenti di denaro degli istituti religiosi. Quanto all’antiriciclaggio però, proprio ieri l’Uif della Banca d’Italia, nel suo Rapporto annuale, ha lamentato la scarsa collaborazione dell’Uif vaticana: «Il protocollo siglato da un anno ancora non dà frutti», ha detto il direttore Claudio Clemente, e ieri circolavano voci sul fatto che l’accordo potrebbe essere addirittura disdettato da parte italiana.

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…