IL PARADOSSO TRUMP: HA UN INDICE DI GRADIMENTO PIU’ BASSO DI OBAMA, MA LA MAGGIORANZA AMERICANA APPROVA LE MISURE DI FRENO ALL’IMMIGRAZIONE DA ALCUNI PAESI ISLAMICI – PROPRIO LA MISURA CHE UNA MINORANZA (RUMOROSA) OSTEGGIA IN TV E NEI SIT-IN
Giuseppe Sarcina per il Corriere della Sera
L' America visibile, quella delle proteste negli aeroporti, è in rivolta contro il bando temporaneo su profughi e migranti voluto da Donald Trump. Ma esiste anche un' America nascosta, profonda che continua a sorprendere. La Quinnipiac University ha condotto tra il 5 e il 9 gennaio un sondaggio pubblicato due giorni fa, 30 gennaio. Secondo il 48% dei cittadini statunitensi è giusto «sospendere l' immigrazione da regioni a rischio terrorismo, anche se ciò significa respingere anche i profughi». Il 42% è contrario, il restante 10% non si esprime.
Questo stato d' animo è il retroterra sociale dell' ordine esecutivo firmato da Trump che ha momentaneamente sbarrato le frontiere americane sia per i rifugiati che per i viaggiatori provenienti da sette Paesi musulmani. Ci sarebbe anche un' altra rilevazione, eseguita dall' istituto Rasmussen, considerato però troppo vicino alla destra conservatrice, che fa salire la percentuale dei favorevoli addirittura al 57%. Più difficile, invece, contestare il lavoro della Quinnipiac, ateneo privato, indipendente del Connecticut.
Le sue statistiche sono pubblicate da giornali e tv di diversa estrazione: dalla Cnn a Fox , da Usa Today al New York Times e al Washington Post . La stessa Quinnipiac, per altro, il 26 gennaio aveva diffuso una ricerca, realizzata tra il 20 e il 25 gennaio, sul tasso di approvazione popolare ottenuto da Donald Trump nel momento in cui entrava alla Casa Bianca.
Per il neopresidente il risultato è disastroso: solo il 36% di gradimento, contro il 44% di voti sfavorevoli e il 19% di non risposte. Barack Obama nel 2009 cominciò con un sostegno pari al 59%. Secondo Gallup, l' istituto di sondaggi più importante degli Stati Uniti, Trump sarebbe già avversato dal 51% degli interpellati.
In sostanza i numeri dicono due cose: l' esordio di «The Donald» non è piaciuto alla maggioranza relativa o assoluta degli americani, con l' eccezione delle misure specifiche previste poi dal bando. È un segnale che conferma quanto siano radicate le paure e quanto il tema dei migranti musulmani abbia diviso il Paese.
Trump, consigliato dai falchi del suo team come Stephen Bannon e Michael Flynn, sembra non curarsi delle proteste nelle grandi città, convinto di poter contare sul consenso della periferia che lo ha portato alla Casa Bianca. Dall' altra parte gli organizzatori delle manifestazioni e i politici del partito democratico insistono sulla violazione dei principi base della Costituzione. Sono pochi e poco visibili i tentativi di aprire un confronto sul merito, sulla prevenzione antiterrorismo e le misure necessarie per aumentare la sicurezza. Due Americhe che, almeno su questo e almeno per ora, non riescono a parlarsi.