"NON POSSIAMO PIÙ DIRE NULLA, GRILLO CI HA ORDINATO IL SILENZIO" - UN PARLAMENTARE GRILLINO SPIFFERA L'ORDINE DI SCUDERIA ARRIVATO DA BEPPEMAO: "CI SENTIAMO IN UN LIMBO, VEDIAMO CHE INTORNO A NOI TUTTO SI MUOVE, MENTRE QUI RESTIAMO AL PALO..." - NEL M5S SI AGITANO LE ACQUE PER L'IMMOBILISMO DI CONTE CHE NON AFFRONTA DAVIDE CASALEGGIO SULLA QUESTIONE "ROUSSEAU" - A BOLOGNA I RIVOLTOSI GUIDATI DA MAX BUGANI, VICINO A RAGGI E CASALEGGIO, SI OPPONGONO ALL'ALLEANZA CON IL PD…
Federico Capurso per "la Stampa"
Rivedere Giuseppe Conte circondato dalle telecamere è sembrata quasi un' apparizione, dopo settimane di silenzio monacale e di incontri organizzati con il favore delle tenebre.
Ma l'appuntamento con Enrico Letta non è solo un ritorno sotto i riflettori della politica. Somiglia, piuttosto, alla sua prima uscita da leader del Movimento, pur senza cerimonia di incoronazione.
Discute da pari a pari con il segretario Dem e da lì decide di aprire «un cantiere» con il Pd, rilanciare le alleanze nei territori, rinsaldare l' asse giallorosso nel governo Draghi, tenere aperto uno spiraglio all' associazione Rousseau di Davide Casaleggio.
BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTE
Nessuno, nel partito pentastellato, alza un dito per chiedere a che titolo abbia instaurato con il Pd «un dialogo e un confronto costante per soluzioni comuni per il Paese». C'è silenzio, anche qui. Ma Luigi Di Maio si innesta già nel solco tracciato da Conte e vede alla Farnesina il governatore dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.
Per discutere di una collaborazione sul Tecnopolo di Bologna e, vista la grande passione del ministro degli Esteri per la Formula1, anche di una possibile sponsorizzazione della Farnesina del Gran premio di Imola, grazie alla quale verrebbe ribattezzato "Gran premio del Made in Italy". Oltre i progetti, la politica: dal piano vaccinale al governo Draghi, fino alle alleanze nei territori, compresa Bologna, dove vanno vinte le resistenze di una frangia di attivisti, guidata da Max Bugani, contraria al matrimonio con il Pd.
beppe grillo giuseppe conte luigi di maio
Ma per discutere di ciò che diventerà il Movimento, anche Di Maio dovrà attendere Conte, che tesse di giorno e disfa di notte la tela del suo progetto. Prende tempo, in attesa di trovare una via per sciogliere il nodo di Roma, diventato sempre di più un problema nei suoi piani di costruzione di un grande campo progressista.
E adesso che Virginia Raggi è in bilico, con una maggioranza che in Campidoglio si regge sul filo, l'incidente potrebbe essere dietro l' angolo. Se la sindaca dovesse cadere - come già velatamente minaccia un piccolo ma decisivo gruppo di cinque consiglieri capitolini M5S - sarebbe difficile per lei pensare di potersi ancora candidare. Ogni discorso su Roma si riaprirebbe. Fa gioco, in quest' attesa, il problema sorto con Casaleggio: «Ci sono ruoli e pretese da chiarire. Spero di comporre amichevolmente», dice Conte. Ci spera, ma non organizza alcun faccia a faccia con il presidente di Rousseau. Così passano i giorni.
enrica sabatini davide casaleggio max bugani
I parlamentari, però, iniziano a spazientirsi: «Ci sentiamo in un limbo, vediamo che intorno a noi tutto si muove, mentre qui restiamo al palo», si sfoga un deputato calabrese. Lo fa a patto dell' anonimato, perché «non possiamo più dire nulla, Grillo ci ha ordinato il silenzio». Gli unici che sfidano il volere del comico sono i parlamentari contiani della corrente "ItaliaPiù2050", nata martedì scorso: «Si apre un cantiere per le prossime amministrative - dice il sottosegretario all' Interno Carlo Sibilia -. Ci sono tutte le premesse per fare un buon lavoro sui temi ed ottenere risultati importanti, insieme». E da qualche giorno, le premesse ci sono anche a Roma.