TRAGEDIA GRECA - IL PARLAMENTO TEDESCO DÀ IL VIA LIBERA AL NUOVO PIANO DA 86 MILIARDI ALLA GRECIA MA RESTA IL NODO DEL DEBITO DI ATENE, CHE BERLINO NON VUOLE TAGLIARE, E LA PARTECIPAZIONE DEL FONDO MONETARIO AL SALVATAGGIO
Giuliana Ferraino per “Corriere della Sera”
Il Parlamento tedesco dà il via libera al nuovo salvataggio da 86 miliardi alla Grecia, il terzo in 5 anni. La cancelliera Angela Merkel, scesa in campo in prima persona per difendere l' accordo raggiunto faticosamente all' Eurogruppo di venerdì scorso, riesce dunque a contenere la ribellione in seno al partito conservatore che la sostiene, dopo i timori della vigilia. Molti dei problemi che agitano il sonno degli scettici tedeschi restano però sul tappeto, a cominciare dalla partecipazione del Fondo monetario internazionale al programma di aiuti (Fmi), un requisito cruciale per tutti, governo compreso.
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Lo sa bene il ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, che ieri ha aperto il dibattito al Bundestag con un appello forte alla responsabilità e alla solidarietà europea: «Per il governo tedesco è imprescindibile che il Fmi resti al tavolo con i suoi esperti». I tedeschi contano sull' indipendenza e sul rigore del Fondo per monitorare i progressi di Atene. Ma la direttrice del Fmi, Christine Lagarde, ha preso tempo: il Fmi deciderà se partecipare al salvataggio solo a ottobre, prima chiede un alleggerimento del debito di Atene che nel 2014 ha toccato il 180% del prodotto interno lordo .
Inevitabilmente il dibattito europeo delle prossime settimane sarà quindi su come alleggerire il debito greco: nella riunione convocata dai conservatori martedì, alla vigilia del voto al Bundestag, Frau Merkel l' ha ripetuto chiaramente: la Germania non accetterà mai un taglio nominale, il cosiddetto haircut . Restano perciò da esplorare le vie di una riduzione degli interessi, di un periodo di grazia al loro pagamento o un prolungamento delle scadenze. Ma i partner europei dovranno mettersi d' accordo su tempi e quantità.
Se ne riparlerà al ritorno dalla vacanze, interrotte dai Parlamentari per il voto al Bundestag, riaperto in seduta straordinaria. Ieri alle 9 mancavano all' appello solo 46 deputati. Tre ore di dibattito e poi alle 12.05 il voto. Alla fine il pacchetto di aiuti è passato con 454 sì, 113 no e 18 astensioni, sostenuto anche dagli alleati di governo della Spd e dai Verdi all' opposizione. Si sono opposti 63 (più 3 astenuti) dei 311 parlamentari dell' Unione di centrodestra (Cdu-Csu). Il 17 luglio, quando si doveva decidere se avviare la trattativa con la Grecia, i no erano stati 60 (più 5 astenuti).
L'approvazione del Bundestag era l'ultimo ostacolo per sbloccare il pagamento della prima tranche di fondi ad Atene, che già oggi deve rimborsare 3,2 miliardi alla Banca centrale europea. Altri 10 miliardi saranno, invece, versati su un conto separato per la ricapitalizzazione delle banche elleniche. Ma la pressione sugli istituti di credito greci si sta già allentando. Un primo segnale positivo che la situazione comincia a stabilizzarsi.
Le borse europee, però, hanno registrato ieri andamenti negativi. La piazza peggiore è stata proprio quella tedesca: Francoforte ha ceduto il 2,14%, mentre Milano ha perso l' 1,77%. L' unica borsa in territorio positivo è stata quella greca: Atene, sulla scia del voto tedesco, ha guadagnato il 2,15%. Più incerto, invece, il quadro politico greco. Il premier Alexis Tsipras sta meditando se chiedere un voto di fiducia per mettere alla prova la rivolta dell' ala radicale di Syriza o andare direttamente a nuove elezioni.