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LA PAROLA D’ORDINE A PALAZZO CHIGI È UNA E UNA SOLA: “SORVOLARE” ALTO SULL’UCRAINA – GIORGIA MELONI HA DECISO DI PARTECIPARE ALLA CPAC DI WASHINGTON, IL RADUNO DELL’INTERNAZIONALE SOVRANISTA, NONOSTANTE LE POLEMICHE PER IL SALUTO ROMANO DI STEVE BANNON – PERFINO IL LEPENIANO JORDAN BARDELLA SI È CHIAMATO FUORI DOPO L’IMMAGINE DEL PARA-GURU DI TRUMP CON IL BRACCIO TESO. E INVECE LA DUCETTA NON SI TIRA INDIETRO, PER TIMORE DI DELUDERE TRUMP (“GLIEL’HO PROMESSO”), MA CERCHERÀ DI NON PARLARE TROPPO DI KIEV – LA PACE “DURATURA” (E NON PIÙ “GIUSTA”), LA SOLITA MANFRINA SU DIO, PATRIA E FAMIGLIA, E LE CRITICHE AL WOKE: DI COSA PARLERÀ "I AM GIORGIA"
1. ALLA FINE LA PREMIER CI SARÀ IN VIDEO
Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo e Francesco Malfetano per “La Stampa”
Non tutte le destre estreme sono uguali. Identitarie, conservatrici, populiste, xenofobe, nazionaliste, suprematiste, nostalgiche e ammiccanti al passato più nero della storia. Più o meno tutte però sono al Cpac di Washington, nel grande calderone che si apre alla corte di Donald Trump.
Alle sette e quindici di questa sera ore italiane, l'ora di pranzo negli Stati Uniti, anche Giorgia Meloni è attesa in videocollegamento. Al momento della chiusura di questo articolo, ieri sera, fonti di Fratelli d'Italia e di Palazzo Chigi confermavano che la premier farà il suo intervento, nonostante dubbi e ripensamenti iniziali, e nonostante lo strappo di Jordan Bardella, il leader del Rassemblement National che ha annullato la sua partecipazione per prendere le distanze dal saluto nazifascista di Steve Bannon […].
STEVE BANNON - SALUTO ROMANO ALLA CPAC
[…] Meloni […] sarà al festival del sovranismo, lacerato da un'ennesima faida a destra. «L'ho promesso a Trump» fa trapelare la premier. Nel suo discorso, a cui ha lavorato assieme a Carlo Fidanza, eurodeputato di FdI ospite in presenza, alla kermesse, Meloni cercherà ancora una volta un complicato equilibrio tra tutto quello che ha sostenuto fino al 20 gennaio, giorno del giuramento di Trump, e la nuova dottrina della Casa Bianca.
La prudenza che tradiscono le circonlocuzioni dei collaboratori della premier lasciano intendere che sull'Ucraina potrebbe essere quasi impalpabile: un passaggio veloce per ribadire il sostegno, ma non con l'entusiasmo di un anno fa, quando nel suo discorso la definì «una nazione orgogliosa che sta insegnando al mondo cosa significhi combattere per la libertà».
Ora che l'Ucraina è stata esclusa dai negoziati, e il suo presidente Volodymyr Zelensky insultato e delegittimato da Trump e da Musk, Meloni sceglierà una strada laterale, senza la passione di un tempo, quando a Washington piaceva la resistenza di Kiev.
A differenza di quanto fatto fino ad oggi, la premier evocherà il concetto di pace «duratura» evitando l'aggettivo «giusta», ormai insostenibile. Semplicemente punterà su altro: patria, famiglia, critiche alla cultura woke e liberal, lotta alle migrazioni e difesa dei confini. Il ricettario più tradizionale del trumpismo.
Eppure mercoledì sera la premier era pronta a non andare. Confermano fonti a lei vicine come fosse indispettita dall'invito a Washington di Emmanuel Macron, per discutere di Ucraina, il giorno prima del bilaterale tra il leader Usa e il premier britannico Keir Starmer.
SUSANNA CECCARDI E IL SALUTO ROMANO DI STEVE BANNON
Nonostante sia chiarissimo che la Francia e il Regno Unito sono i due Paesi europei dotati di bomba atomica, Meloni ci aveva sperato. L'immagine di lei, ospitata a una convention di partiti amici, 48 ore prima che il mai amato Macron varcherà le colonne della Casa Bianca, la stavano facendo propendere per il forfait.
L'hanno dovuta persuadere che negli Stati Uniti lo avrebbero vissuto come uno strappo, a maggior ragione dopo l'addio di Bardella, e le opposizioni che in coro le chiedevano di non andare. La macchina del partito si è subito attivata per provare a minimizzare il gesto di Bannon: «È un provocatore nato, è stato allontanato della prima amministrazione Trump», spiega Andrea Di Giuseppe, deputato meloniano iscritto al partito repubblicano Usa, presente al raduno.
[…]
2. MELONI, NIENTE DIETROFRONT VIDEO AL SUMMIT CON TRUMP “CONFINI, PATRIA E FAMIGLIA”
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
GIORGIA MELONI - ELON MUSK - MEME BY EDOARDO BARALDI
[…] Giorgia Meloni, già intimorita sull’opportunità del video-collegamento nell’arena del trumpismo che scarica l’Ucraina e inneggia al patto con Putin, chiede consiglio: «Che facciamo?».
[…] La premier sente i suoi consiglieri, poi i vertici italiani di FdI presenti a Washington. Infine, la decisione: salvo impronosticabili ripensamenti, parlerà comunque alla convention del popolo Maga. Una mossa sofferta, ma che segue un copione politico e psicologico ormai consolidato: se l’opposizione le chiede di rinnegare una posizione, la presidente del Consiglio tira dritto. Costi quel che costi. E questa scelta, non c’è dubbio, avrà un costo.
steve bannon elon musk - saluto romano - vignetta by vukic
[…] Parlerà, dunque. Alle 19, ora di Roma. Con un discorso necessariamente alto. O meglio: lontano dalla politica estera. Accennerà alla guerra in Ucraina, per dire: «Lavoriamo alla pace, non possiamo che farlo assieme, Stati Uniti ed Europa». Niente Putin, né Zelensky, ma almeno una cosa in più rispetto al giorno prima la dirà: «L’Ucraina è vittima di un’aggressione». Fino a due mesi fa, sarebbe stato meno del minimo sindacale. Oggi, è comunque un passo che deve prima valutare. Anche perché qualche minuto dopo il suo discorso interverrà Donald Trump.
E Meloni non ha alcuna intenzione di urtarne la suscettibilità, impegnata com’è nell’equilibrismo tra le due sponde dell’atlantico. Non è una novità di queste ore: la presidente del Consiglio diserterà il prossimo G7, il 24 febbraio. Evitando di scontrarsi con il presidente Usa.
jd vance alla conferenza di monaco
[…] Al suo discorso lavora da giorni. Ieri, ovviamente, ci ha rimesso mano. Alla fine, si concentrerà soprattutto su uno slogan che si potrebbe riassumere così: «Confini, Dio e famiglia». Spingerà al massimo sulle politiche antimigratorie, accendendo la platea che chiede di deportare gli illegali. E richiamerà i valori occidentali, in scia con il discorso di Monaco di J.D.Vance. Sarà anche lo spunto per presentare l’internazionale conservatrice con una sfida che guarda al futuro, non al passato: niente nostalgia, dunque.
Che questo basti a segnalare una distanza, è da dimostrare.
Infine: Meloni quasi certamente non accennerà alla possibilità ospitare un Cpac anche in Italia, in futuro. Non la prossima volta, però, visto che questo onore toccherà all’Ungheria di Orban. C’è da capire chi finanzierà un appuntamento del genere, che costa milioni di euro (o dollari): negli Stati Uniti ci pensano gli sponsor, incassando poi i biglietti dei partecipanti e i diritti. In Italia, la faccenda sarebbe inevitabilmente più complessa.\
JOE BIDEN - DONALD TRUMP - GIORGIA MELONI - MEME BY VUKIC
GIORGIA MELONI DONALD TRUMP - IMMAGINE CREATA CON GROK
GIORGIA MELONI E DONALD TRUMP IN VERSIONE SPQR (IL FILM DI VANZINA) - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA