maria teresa dolce

LA PASIONARIA DI NAPOLI - NON BASTAVA DE MAGISTRIS, MASANIELLO ALLA MARINARA, ORA C'E' PURE LA MOGLIE, CUORE DI MAMMA, CHE MARCIA IN CORTEO CONTRO SALVINI: “HO VISTO I BLACK BLOC. MA SONO ANDATA VIA PRIMA DEGLI SCONTRI. MIO FIGLIO AVEVA LA FEBBRE...”

1. SALVINI E’ UN RAZZISTA: GLI SCONTRI GLI HANNO FATTO PUBBLICITA’

Grazia Longo per la Stampa

 

maria teresa dolcemaria teresa dolce

Ieri, all' indomani della guerriglia degli antagonisti a Napoli contro Matteo Salvini, il sindaco Luigi De Magistris ha ribadito su Facebook la sua distanza dal leader della Lega e dal ministro dell' Interno Marco Minniti che ne ha autorizzato il comizio. «Non sto con i razzisti come Salvini che odiano Napoli e il Sud - ha scritto -. Io non sto con i violenti. Alla fine del corteo è accaduto, per responsabilità di pochi, quello che si temeva e si prevedeva. E forse qualcuno voleva». In quel corteo ha sfilato anche la moglie del sindaco, la professoressa Maria Teresa Dolce. E non è per nulla pentita.

scontri napoli2scontri napoli2

 

Neppure un po' di imbarazzo per aver partecipato alla manifestazione degenerata in scontri con le forze dell' ordine?

«No, perché i black bloc erano ai margini del corteo. Che io ho comunque dovuto abbandonare prima che esplodessero le bombe carta perché mio figlio aveva la febbre».

 

Ma lei i black bloc li aveva visti?

«Sì li avevo notati, ma non facevano parte del corteo che era assolutamente pacifico, composto da gente tranquilla, famiglie con figli sul passeggino, tamburi. C' era aria di festa, sembrava il carnevale di una settimana fa a Scampia. Le frange violente stavano a margine del corteo, noi non avevamo niente a che spartire con loro. Anzi eravamo sorpresi che fossero lì».

 

Scusi, ma non ha pensato che la sua partecipazione al corteo, come moglie del sindaco, potesse fomentare ulteriormente gli animi?

scontri napoli1scontri napoli1

«Manifestare è un diritto costituzionale. Eravamo animati da uno spirito pacifista e non potevamo tacere contro il razzismo di Salvini. Il suo odio per Napoli e per il Sud è cosa nota, un' ostentazione continua sulla quale non ritengo sia giusto soprassedere. Quelli che prima del corteo suggerivano di evitarlo, di "fare attenzione", facevano un' operazione subdola. Era un modo per violare un diritto sancito dalla Costituzione: una sorta di nuovo fascismo. Sfilare in corteo sabato pomeriggio è stato importante, è sempre importante perché altrimenti è come farsi relegare nelle riserve indiane. Basta guardare cosa succede anche lontano da Napoli, da Trump ai nuovi venti di destra xenofoba nel mondo».

maria teresa dolce6maria teresa dolce6

 

Suo marito si è fermamente opposto al comizio di Salvini nel palasport dell' area fieristica della Mostra d' Oltremare. Tanto da spingersi a sfidare il prefetto e il ministro Minniti. Lei condivide?

«Non voglio entrare nel merito dell' autorizzazione e delle questioni che vedono coinvolto mio marito. Credo che Salvini avesse diritto a parlare a Napoli, ma forse sarebbe stata meglio un' altra sede, slegata dal Comune. Peccato che, alla fine, gli scontri abbiano giovato solo a lui. In definitiva si è fatto il gioco di Salvini, tutta pubblicità a suo favore».

 

Suo marito, intanto, non smentisce il suo ruolo di oppositore al sistema.

«Molti a parole vogliono la rivoluzione, ma poi non la vogliono fare. È un "vezzo" di Luigi, il "pazzo" è lui, ma poi invece se c' è da raccogliere gloria e onore arrivano in tanti».

 

2. LADY DEMA, DALL’OMBRA AL CORTEO

Fulvio Bufi per il Corriere della Sera

 

Maria Teresa Dolce2Maria Teresa Dolce2

Di Maria Teresa Dolce, moglie del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, e presenza a sorpresa nel corteo di sabato contro Salvini, fino a oggi si è sempre parlato e saputo pochissimo, né lei ha mai fatto nulla per conquistarsi la scena mediatica. Un paio di interviste - una al Mattino, confluita poi in un libro di Maria Chiara Aulisio, e una a Vanity Fair - sempre in qualità di moglie.

 

E poi una polemica con il sito Dagospia, che adombrava una corsia preferenziale quando lei ottenne la cattedra di Diritto (incarico di ruolo) in una scuola superiore di Napoli («Ero informata di tentativi di trovare qualcosa di losco nella mia vicenda professionale, come del resto fanno da anni nelle nostre vite. Non trovate niente. Potete solo fare allusioni ed insinuazioni»). Per il resto solo qualche foto durante le feste in occasione delle due elezioni del marito e nient' altro.

maria teresa dolce5maria teresa dolce5

 

È solo per questo che sorprende che sabato abbia scelto di partecipare al corteo, come almeno altre cinquemila persone estranee agli scontri e alla violenza: perché lei in passato aveva sempre preferito stare fuori dagli appuntamenti politici. Ora però qualcosa è cambiato. Maria Teresa Dolce non è più solo la professoressa che a Catanzaro, quando ancora faceva pratica in uno studio legale, conobbe l' allora pm Luigi de Magistris, se ne innamorò e poi lo sposò nel 1998 a Soverato, e infine lo seguì a Napoli dopo la sua elezione a sindaco.

 

scontri napoliscontri napoli

Oggi Maria Teresa Dolce è una aderente all' associazione e futuro movimento politico DemA, di cui sabato era la rappresentante al corteo. Assente il sindaco, assente suo fratello Claudio, che di DemA è il segretario, c' era lei. Che, come gli assessori e la gran parte dei consiglieri comunali che pure hanno sfilato per le strade di Fuorigrotta, si è allontanata prima che la manifestazione fosse travolta dalla violenza di un gruppo piccolo ma molto agguerrito e attrezzato.

 

Maria Teresa DolceMaria Teresa Dolce

Lei dalla sua pagina Facebook attacca quel gruppo ma anche altri, evidentemente i responsabili dell' ordine pubblico: «Corteo pacifico, i black bloc li abbiamo visti e non erano nel corteo. Potevano essere fermati prima che si infiltrassero. Perché non è stato fatto? Sempre la stessa storia, ma non provate a stravolgere la Storia: il corteo non era violento e, se lo è diventato, è stato per infiltrazioni esterne. Questi sono i fatti, io c' ero».

Maria Teresa Dolce1Maria Teresa Dolce1

 

Lei c' era e, giustamente, difende il diritto di esserci. Ma anche il (presunto) diritto di non volere che ci fosse Salvini: «La libertà di manifestazione del pensiero è tutelata dall' art. 21 della Costituzione Repubblicana, certamente, ma con dei limiti. È giusto che nel nostro Paese si possa ridere del diritto alla vita altrui, solo perché di colore della pelle diverso? È giusto non rispettare la dignità della persona umana? Per me no».

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…