volodymyr zelensky vladimir putin emmanuel macron joe biden

SIAMO A UN PASSO DAL CONFLITTO GLOBALE: LA NATO STUDIA I PIANI PER L’INTERVENTO DIRETTO IN UCRAINA! – IL TIMORE CHE L’ESERCITO DI ZELENSKY POSSA IMPLODERE E I RUSSI AVANZARE FINO A KIEV, SPINGE L’ALLEANZA ATLANTICA A FISSARE DUE LINEE ROSSE – LA PRIMA: NESSUN ALTRO PAESE DEVE ENTRARE NELLO SCONTRO (COSA CHE POTREBBE FARE LA BIELORUSSIA, PER DARE UNA MANO A PUTIN); LA SECONDA: UNA PROVOCAZIONE MILITARE CONTRO I BALTICI O LA POLONIA, OPPURE UN ATTACCO MIRATO CONTRO LA MOLDAVIA PER TESTARE LA REAZIONE OCCIDENTALE – IL MESSAGGIO A PUTIN E’ STATO: UN CONTO È PENETRARE A FONDO NEI TERRITORI ORIENTALI, ALTRO CONQUISTARE LA CAPITALE O COINVOLGERE STATI TERZI NELLA GUERRA. DELLA SERIE: L’UCRAINA NON PUÒ PERDERE E L’ALLEANZA ATLANTICA È PRONTA A...

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco, Anais Ginori e Claudio Tito per “la Repubblica”

PUTIN BIDEN

 

[…] È ala prima volta, dall’inizio della guerra. La Nato, in maniera molto riservata e senza comunicazioni ufficiali, ha fissato almeno due linee rosse, superate le quali ci potrebbe essere un intervento diretto nel conflitto in Ucraina. Al momento, va sottolineato, non esistono piani operativi che prevedano l’invio di uomini, ma soltanto valutazioni su possibili piani d’emergenza […] nel caso ci fosse il coinvolgimento di soggetti terzi nella guerra.

 

lukashenko putin

Ecco, la prima “linea rossa” è proprio questa: la partecipazione diretta o indiretta di una terza parte nel teatro ucraino. Un’eventualità accompagnata da paure e timori. Da remore e vincoli morali. E che ruota attorno alla possibilità che la Russia penetri le linee di difesa di Kiev. Il confine russo-ucraino, del resto, è lunghissimo e vulnerabile. Le truppe di Zelensky non sono più in grado di controllarlo per intero.

 

Ma il vero incubo riguarda il possibile sfondamento a Nord-ovest. Perché? Perché creerebbe un corridoio tra Kiev e la Bielorussia. Un’opzione tattica giudicata plausibile di recente da diversi analisti alleati. Minsk a quel punto verrebbe inglobata direttamente nella contesa militare. Le sue truppe e il suo arsenale sarebbero determinanti per Mosca. E questa circostanza non potrebbe che attivare la difesa in favore dell’Ucraina.

 

putin zelensky biden

La seconda opzione riguarda una provocazione militare contro i baltici o la Polonia, oppure un attacco mirato contro la Moldavia. Non si tratta necessariamente di un’invasione – che potrebbe seguire a un’offensiva su Odessa – ma anche solo di un affondo militare per testare la reazione occidentale. Un tentativo che potrebbe essere effettuato anche per saggiare la capacità di reazione del fronte alleato in una fase di possibile confusione: la stagione elettorale in Europa e in Usa può indurre il Cremlino a pensare che la Nato sia distratta.

 

MOLDAVIA E TRANSNISTRIA

L’Alleanza, però, non sarebbe disposta a tollerare un’aggressione del genere. […] bisogna spostare l’attenzione sul fronte orientale del conflitto. Le Cancellerie europee seguono con profonda preoccupazione gli sviluppi dell’offensiva russa nel Donbass. L’ipotesi di un tracollo militare delle truppe di Zelensky non è più escluso.

 

Ecco perché per i leader occidentali diventa vitale lanciare un messaggio chiaro a Vladimir Putin: un conto è penetrare a fondo nei territori orientali, altro conquistare la capitale o coinvolgere Stati terzi nella guerra. In altri termini: l’Ucraina non può perdere e l’Alleanza atlantica è pronta a intervenire direttamente per evitare il collasso di Kiev.

 

CHASIV YAR DISTRUTTA DAI RUSSI

Il terreno racconta di una strategia già pronta e di truppe schierate, in caso d’emergenza. Lungo il confine orientale dell’Europa - Paesi baltici, in Polonia, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria e Romania - la Nato può già contare su oltre 100 mila soldati, tra quelli già schierati e quelli che verrebbero mobilitati in pochi giorni nell’ambito della “Response Force”. In un mese, ha spiegato di recente il capo di Stato maggiore polacco, potrebbero essere raddoppiati, entro sei mesi triplicati.

putin macron

 

Sarebbero loro a essere chiamati a intervenire, partendo dalle basi dell’Alleanza che ospitano anche caccia e armamenti di ogni tipo. Tenendo presente che in realtà un migliaio di effettivi “occidentali” (quasi la meta polacchi) sono già attivi in incognito sul territorio ucraino. Un’eventuale reazione occidentale procederebbe però per gradi: il primo asset a essere mobilitato sarebbe l’aeronautica, mentre le truppe di terra rappresenterebbero soltanto l’extrema ratio di un’eventuale escalation.

guerra in ucraina

 

E d’altra parte l’allarme, già alto per la carenza di scorte e uomini a disposizione degli ucraini, è diventato altissimo a causa di altre due condizioni sfavorevoli a Kiev. La prima riguarda il meteo, che ha già permesso l’avvio della controffensiva russa di primavera: la stagione estiva, con le nevi ormai sciolte e il fango asciutto, è favorevole all’avanzata dell’esercito di Putin.

 

putin zelensky macron

Il secondo fattore come si diceva- è politico. Nei prossimi mesi, Europa e Stati Uniti saranno impegnati in due campagne elettorali incerte e capaci di rallentare ogni decisione operativa. È la condizione ideale per Putin, consapevole di poter approfittare della distrazione delle opinioni pubbliche occidentali – e della debolezza dei suoi leader – per conquistare terreno e avvicinarsi minacciosamente ai confini del continente. […] si tratta per ora di scenari pessimistici. Possibili, però. E valutati dai leader occidentali.

soldati nato

 

[…] Macron. Si è esposto molto nelle ultime settimane, chiedendo ai partner europei di non escludere alcuna opzione. […] Lo fa a poche ore da un passaggio chiave: la visita di Xi Jinping a Parigi. La Francia, trapela dall’Eliseo, solleciterà Xi a usare la sua influenza su Putin. «Oggi non è nell’interesse della Cina avere una Russia che destabilizza l’ordine internazionale – è la linea del francese, che terrà anche un trilaterale con Ursula von der Leyen - Dobbiamo quindi lavorare con la Cina per costruire la pace». […]

lukashenko putinsoldati NatoUN BOMBARDIERE RUSSO TU22 DISTRUTTO DAI DRONI UCRAINI A Soltsy

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…