tria foa

E ORA CHE FA-RAI? - LA PATATA BOLLENTE SULLA PRESIDENZA DI VIALE MAZZINI PASSA AL MINISTRO TRIA: DOVRÀ DECIDERE SE PRENDERE ATTO DELLA BOCCIATURA IN VIGILANZA DI MARCELLO FOA, E SOSTITUIRLO CON UN’ALTRA DESIGNAZIONE OPPURE SE SEGUIRE LA LINEA INDICATA DA SALVINI: LASCIARLO AL SUO POSTO E FARGLI GUIDARE LA RAI NELLA SUA VESTE DI CONSIGLIERE ANZIANO…

Paolo Conti per www.corriere.it

giovanni tria

 

E così, adesso la palla Rai passa al ministro dell’Economia, Giovanni Tria. La chiave di questo transito istituzionale dalle conseguenze imprevedibili sta nella comunicazione del presidente della Commissione di Vigilanza, Alberto Barachini, dopo la bocciatura del presidente Marcello Foa, votato ieri dal Consiglio di amministrazione.

 

Ha fatto sapere che «informerà il Ministero dell’Economia» che, dopo la fine dell’Iri (l’Istituto per la Ricostruzione Industriale), è di fatto l’azionista unico della Rai al 99,9% (una piccola quota è della Siae, la società autori ed editori, per giustificare l’esistenza di una società per azioni).

 

Marcello Foa

Dunque Tria, come attuale ministro dell’Economia, dovrà decidere se prendere atto della bocciatura in Vigilanza di Marcello Foa, e sostituirlo con un’altra designazione da parte del governo, oppure se seguire la linea indicata da Matteo Salvini: lasciarlo al suo posto e fargli guidare la Rai nella sua veste di Consigliere anziano «facente funzioni» di presidente Rai. Una situazione storicamente anomala: il Consigliere anziano, nella storia Rai, è entrato in funzione solo in assenza di un presidente.

 

matteo salvini luigi di maio

Qui il presidente è stato votato dal Consiglio ma non approvato dalla Vigilanza: condizione essenziale, secondo la legge del dicembre 2015, per avere un presidente nella pienezza delle sue funzioni. Dunque il dossier Rai è, dal momento in cui la Vigilanza ha formalmente bocciato Foa, sul tavolo di Tria. Materia incandescente, senza il minimo dubbio, viste le posizioni della maggioranza M5S-Lega che ha compattato insieme, in Vigilanza, Pd, Leu e Forza Italia

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