ursula von der leyen giorgia meloni

PATTO CHIARO, AMICIZIA LUNGA – IL 26 OTTOBRE LA COMMISSIONE EUROPEA PRESENTERÀ UNA COMUNICAZIONE SU COME DOVREBBE CAMBIARE IL PATTO DI STABILITÀ: ORMAI TUTTI HANNO CAPITO CHE IL LIMITE DEL 60% DEL RAPPORTO DEBITO/PIL SIA INAPPLICABILE. DUNQUE, COME SI CAMBIA? IL PERCORSO DI RIENTRO ORA SARÀ LEGATO A IMPEGNI SU RIFORME E INVESTIMENTI COERENTI CON LE GRANDI PRIORITÀ. E IL TAGLIO DEL DEBITO SARÀ PIÙ GRADUALE…

Francesca Basso per il “Corriere della Sera”

 

URSULA VON DER LEYEN

La Banca d'Italia ha rivisto al ribasso le stime per la crescita rispetto a luglio: nello scenario di base il Pil in Italia salirà del 3,3% quest' anno, dello 0,3% nel 2023 e dell'1,4% nel 2024. In netto rialzo le proiezioni sull'andamento dell'inflazione: +8,5% quest' anno e +6,5% nel 2023.

 

Aumentano anche i tassi nell'asta a medio e lungo termine in cui il Tesoro ha collocato ieri l'intero importo di Btp a tre, sette, quindici e trent' anni pari a 8,75 miliardi di euro (rendimenti rispettivamente del 3,75%, 4,25%, 4,82% e 4,78%).

 

La crescita rallenta non solo in Italia, come ha certificato nei giorni scorsi il Fondo monetario internazionale. Gli effetti della guerra si fanno sentire sui prezzi dell'energia e quindi sull'inflazione. In questo scenario si aprirà il cantiere per la riforma del patto di Stabilità, la cui applicazione è sospesa per tutto il 2023 ma che Bruxelles - salvo scenari ancora più avversi - sarebbe orientata a reintrodurre dall'anno successivo.

 

paolo gentiloni valdis dombrovskis

La Commissione presenterà il 26 ottobre una comunicazione molto dettagliata su come dovrebbe cambiare il Patto e su come dovrebbe funzionare la sorveglianza, base per una discussione fra i Paesi Ue, cui seguirà la proposta legislativa vera e propria. È necessario trovare un terreno comune tra le capitali e se «c'è una convergenza relativamente elevata sul modo in cui proseguire nella revisione» aveva spiegato il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis a margine dell'Ecofin a Praga, «ci sono sfumature tra gli Stati» e «il diavolo è nei dettagli».

 

mario draghi ursula von der leyen

Tutti concordano che sia inapplicabile la regola del rientro di 1/20 all'anno per la parte di debito pubblico/Pil eccedente il 60%. L'approccio di riduzione sarà più graduale, spiega una fonte Ue, e ritagliata su tre gruppi di Paesi: con debito pubblico elevato, intermedio e in linea con i vincoli di bilancio.

 

Il percorso di rientro sarà legato a impegni su riforme e investimenti coerenti con le grandi priorità europee. Il periodo di aggiustamento per mettere il debito pubblico su una traiettoria credibilmente discendente sarà di 4 massimo 7 anni: in questo arco di tempo un Paese dovrebbe riuscire a passare dall'alto al medio rischio. L'indicatore preso in esame sarà la spesa pubblica primaria.

 

giorgia meloni

Questo consentirà una notevole semplificazione delle regole, della loro applicazione e sorveglianza, rendendola più credibile. L'ipotesi è che gli Stati stringano un contratto con l'Ue, tipo quello sottoscritto per il Pnrr, nel quale si impegnano ad attuare una serie di riforme, investimenti e un percorso discendente di spesa pubblica. La partita non è semplice anche se il clima in cui si svolgerà il confronto è diverso dal passato.

 

I Paesi frugali sono meno compatti. La Germania ha due anime, quella super rigorista del liberale Lindner e la più dialogante di Scholz. L'Olanda è un po' meno falco e i membri più silenti, come i Baltici, hanno il fiato sul collo del presidente russo Putin. Tutti sono chiamati a fare investimenti per difesa, transizione verde e digitale.

PAOLO GENTILONI VALDIS DOMBROVSKIS

 

E la pandemia ha fatto lievitare i debiti pubblici, nell'Eurozona quest' anno la media è del 94,7% (Italia 147,9%). Le intenzioni della Commissione sarebbero di applicare lo spirito del nuovo Patto già nelle raccomandazioni Paese di primavera, anche se arrivare a un accordo tra le capitali richiederà probabilmente molto più tempo.

giorgia meloni parla con giancarlo giorgetti alla camera GIORGIA MELONI

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