QUESTO PAZZO PAZZO MONDO DI TASSE - MENTRE IL NUOVO DIRETTORE DELLE ENTRATE ORLANDI PREPARA IL 730 PRECOMPILATO DA CONSEGNARE PORTA A PORTA, RENZIE PENSA A SCONTRINI TELEMATICI E FATTURE ELETTRONICHE ANTI-EVASIONE
1. SCONTRINI TELEMATICI, FATTURE ELETTRONICHE
Roberto Petrini per ‘La Repubblica’
Non più blitz roboanti e spesso inconcludenti, arriva la tracciabilità totale. Il pagamento soft delle tasse, dal quale non si può sfuggire. Il piano del governo per la lotta all’«evasione 2.0» è già pronto: il decreto di attuazione della delega fiscale approvata dal Parlamento appena tre mesi fa è sulla dirittura d’arrivo e il 30 giugno sarà presentato un documento di indirizzo con le linee guida dell’intera operazione.
«La lotta all’evasione è al centro dell’azione governativa, l’evasione va repressa in modo sistematico», ha detto il ministro dell’Economia Padoan intervenendo ieri alla scuola di polizia tributaria della Guardia di Finanza e ha aggiunto che servono «un nuovo approccio» e «ulteriori misure».
Il tema resta tuttavia caldo e ieri la Confesercenti ha dato voce a tutto il malessere fiscale della categoria denunciando l’aumento del prelievo di 34 miliardi in tre anni e la chiusura di 53 mila esercizi nei primi cinque mesi dell’anno.
Lo spettro degli interventi anti- evasione ai quali si sta pensando, delineati dal corposo e dettagliato articolo 9 della delega fiscale, è ampio: si va dallo scontrino telematico (che comincerebbe essere obbligatorio almeno per la grande distribuzione) alla fatturazione elettronica, dall’affiancamento ai dispositivi elettronici chiamati Pos (già obbligatori da fine mese per commercianti e liberi professionisti) all’introduzione della carta di pagamento per saldare il conto del medico o dell’avvocato. Naturalmente il presupposto di tutta l’azione è il potenziamento delle banche dati e delle possibilità di incrocio.
Tutto condito con una misura di sistema: l’avvento generalizzato della moneta elettronica, tracciabile per definizione, con incentivi al sistema creditizio e delle telecomunicazioni (molte compagnie telefoniche, ad esempio, stanno sviluppando app per utilizzare carte di credito, carte prepagate e persino carte-sconto e buoni pasto).
La misura in cima alle priorità è il cosiddetto scontrino telematico: in pratica tutti gli incassi del supermercato (strutture che saranno investite in prima battuta dall’operazione che poi si estenderà ai commercianti e agli artigiani) e relativa certificazione saranno trasferiti on line in tempo reale alla locale Agenzia delle entrate. In questo modo l’amministrazione fiscale potrà verificare automaticamente, e senza operare riscontri in loco, gli importi delle vendite, confrontarli con l’Iva pagata e con il volume dei rifornimenti di merce del commerciante in questione.
La misura è importante e c’è anche un precedente. La trasmissione telematica di tutte le somme dovute a vendite e acquisti dei negozi (dunque non solo dei ricavi a fronte di emissione di scontrino) fu applicata con successo dal governo di centrosinistra Prodi (il ministro eraVincenzo Visco) nel 2006 e portò ad un aumento del gettito Iva fino al 10 per cento. Poi nel 2008 la norma fu abolita dal governo di centrodestra Berlusconi- Tremonti e il gettito Iva precipitò.
L’operazione scontrini non si esaurisce qui: il governo sta studiando anche una sorta di lotteria che sarà estratta tra coloro che sono in possesso di uno scontrino fiscale. Le estrazioni, periodiche e con premio annesso, dovrebbero essere riservate a categorie specifiche di esercenti o merceologiche. Un motivo in più per pretendere lo scontrino.
Completa il piano una ulteriore coppia di misure: l’obbligo (introducendo sanzioni per chi non lo adotta) del Pos per i commercianti e gli artigiani e la possibilità di utilizzare la carta elettronica per pagare le prestazioni professionali. Le due misure adempirebbero alla stessa funzione: fare in modo che gli importi incassati da professionisti e commercianti, al di là di quanto risulta dalle ricevute o dagli scontrini effettivamente emessi, vengano alla luce con chiarezza e corrispondano successivamente all’ imponibile Iva e Irpef dichiarato.
Sia gli importi relativi al Pos (point of sale: la macchinetta che hanno tassisti e commercianti per far pagare con la credit card), sia i nuovi pagamenti con carta elettronica per le prestazioni professionali, vengono infatti accreditati in banca e lì scattano le anagrafi dei movimenti che non lasciano scampo al tentativo di evasione.
L’obiettivo del piano del governo è quello di aggredire soprattutto l’evasione dell’Iva che porta con sé quella dell’Irap e dell’Irpef, perché è sui ricavi che si forma il reddito e su questo che si pagano (o non si pagano) le tasse. La Corte dei Conti su questo terreno ha fornito un dato inquietante: tra Iva e Irap, che rappresentano solo un quinto del gettito complessivo, pesano circa 50 miliardi di evasione fiscale.
Dunque lotta all’evasione Iva: due misure, molto tecniche, ma che, se applicate, dovrebbero dimostrarsi efficaci. La prima è la fatturazione elettronica: in pratica ogni fattura che viene emessa a livello intermedio, cioè tra produttori, grossisti e commercianti al dettaglio, dovrà essere trasmessa automaticamente per via telematica all’Agenzia delle entrate.
L’altra misura invece dovrebbe essere il colpo finale per chi non emette fattura: si chiama autofatturazione (ma è condizionata ad un sì dell’Europa) e potrebbe debuttare limitatamente al settore del commercio. Una rivoluzione: oggi l’Iva - si parla dei livelli intermedi e non del consumatore finale - viene versata da chi vende ed emette fattura, con il «reverse charge» l’imponibile è invece l’acquisto e chi compra si addebiterà l’onere del versamento. Nessuno potrà più emettere fatture per operazioni inesistenti e scompare l’omessa dichiarazione.
2. COSÌ IL 730 PORTA A PORTA PER 18 MILIONI DI ITALIANI POI TOCCA ALLE PARTITE IVA
Si parla già di «rivoluzione copernicana » nei rapporti tra fisco e contribuente. Se da un lato gli evasori saranno contrastati ferocemente, dall’altra per i contribuenti sani ci sarà la mano tesa. Il piano della dichiarazione autocompilata è pronto e potrebbe essere varato dal prossimo Consiglio dei ministri, previsto in settimana. L’operazione è mastodontica e all’Agenzia delle Entrate il nuovo direttore Rossella Orlandi, appena arrivato, sta lavorando giorno e notte per far in modo che scatti fin dalla primavera del 2015 quando si pagheranno i redditi di quest’anno.
MATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN
Pronto anche il progetto, operativo in due-tre anni, per estendere la dichiarazione precompilata al popolo delle partite Iva che fa il modello Unico, professionisti e autonomi. L’obiettivo della precompilata è quello di far arrivare direttamente a casa di 18 milioni di contribuenti, lavoratori dipendenti e pensionati, via e-mail, il modello “730” compilato e con i conteggi già fatti. Le cifre che arriveranno a casa saranno state oggetto di controllo da parte dell’Agenzia per cui, se il contribuente non ha obiezioni, basterà un click e la pratica è accantonata.
Il calendario è ormai scritto. Entro il 15 aprile del prossimo anno arriverà per e-mail l’avviso che la dichiarazione è pronta sul proprio box fiscale, cui si accede con l’apposito pin. Entro il 7 luglio il contribuente potrà decidere se dare l’ok. Naturalmente la dichiarazione
è già controllata e chi accetta non avrà ulteriori verifiche.
Come funzionerà il sistema fisco-amico? Accade già all’estero, in Francia ad esempio. L’Agenzia delle Entrate possiede o può facilmente reperire la grande maggioranza delle informazioni necessarie alla compilazione della denuncia dei redditi di un lavoratore dipendente: il Cud, cioè il certificato che attesta i redditi, è compilato dai datori di lavoro che lo trasmetteranno al Fisco automaticamente. Il possesso della casa, prima abitazione o in affitto, è nelle disponibilità dell’amministrazione fiscale.
L’operazione fisco-amico renderà più facile la vita del contribuente: è un atto di civiltà giuridica, ma non solo. Anche un meccanismo che eviterà errori e sanzioni. Spesso
chi ha più di un Cud, ovvero più di un lavoro, corre il rischio, se non fa adeguatamente i conguagli, di pagare meno, o anche più, tasse: perché i due datori di lavoro non si interfacciano. Ora, con l’intervento dell’Agenzia, i rischi di errori vengono evitati.
L’unico intervento che il cittadino dovrà fare (o potrà incaricare il Caf o il commercialista, se proprio non ci riesce) è quello di aggiungere le detrazioni che il Fisco non conosce,
come le spese mediche o quelle per la palestra.
Le altre, quelle pluriennali, sono note: assegno al coniuge, mutuo, ristrutturazioni, e verranno conteggiate dal Fisco. Per quelle “spot” basterà invece entrare nel proprio spazio sul sito dell’Agenzia, dopo avere recuperato il proprio pin, ed introdurre nell’apposito campo la cifra: automaticamente si modificherà l’importo da pagare in più, o eventualmente, emergerà il credito.
In un secondo momento anche le detrazioni che arrivano di anno in anno, come appunto le spese mediche o farmaceutiche o la palestra, saranno note al Fisco in tempo reale: verranno dai Pos delle farmacie o dalle carte con cui si pagano i professionisti. Di conseguenza saranno introdotte nel modello “730” direttamente dall’Agenzia.
TREMONTI E BERLUSCONI AL G VENTI
A quel punto non sarà necessario alcun intervento da parte del contribuente.
Ma non finisce qui. Entro due-tre anni, se il ruolino di marcia sarà rispettato, anche professionisti e autonomi riceveranno la dichiarazione a casa. Se la fatturazione elettronica andrà avanti, il cerchio si chiuderà e il processo che va dalla produzione del reddito al pagamento delle tasse diventerà un’unica grande macchina automatica.
Il fronte delle prestazioni e del Welfare è comunque tutto in movimento: sul versante della Sanità il ministro Lorenzin ha pronto il progetto, nel nuovo Patto per la salute, per legare i ticket al reddito dividendo gli utenti in varie fasce. (r. p.)