PER I TEDESCHI STIAMO AL LIVELLO DI ROMANIA E BULGARIA (SENZA OFFESA PER BULGARI E RUMENI)

Marco Zatterin per La Stampa

Lo ha detto, ma poi «non lo ha detto». Capita spesso, anche se stavolta nessuno si sorprende più di tanto visto che il protagonista della gaffe (o malinteso, chissà) è il commissario europeo per l'energia, Günter Oettinger, un tedesco privo di una vera tradizione di diplomazia. Citato dalla nazionalpopolare e consultatissima Bild online, il 59enne ex presidente del Baden-Württemberg, esponente della merkeliana Cdu, avrebbe dichiarato che lo «preoccupano paesi che complessivamente sono quasi ingovernabili come Bulgaria, Romania e Italia». Parole «decontestualizzate», gli è venuta in soccorso la portavoce. Inutile per arginare la generalizzata presa di distanza. In Patria e fuori.

La versione ufficiale è che, riferendosi alle recenti tornate elettorali europee, Oettinger intendeva argomentare che «se non c'è un chiaro mandato degli elettori e una maggioranza stabile in parlamento, è più difficile per un governo affrontare il risanamento del deficit e realizzare le dolorose e necessarie riforme strutturali». La portavoce non ha smentito la frase incriminata uscita sulla Bild, ha solo provato a ridimensionarla. Sforzo ammirevole, ma alla fine poco convincente.

Ne è derivato un teatrino italogermanico da epopea calcistica del quattro a tre, con imbarazzi diffusi e accuse pesanti. La portavoce di Barroso ha usato la formula delle «opinioni personali politiche a cui ogni commissario ha diritto». Risposta di rito, impeccabile. Meglio di quella volta in cui il predecessore di Oettinger, Günter (pure lui) Verheugen, fu colto a passeggiare nudo, col cappello da baseball, mano nella mano con la capo di gabinetto su una spiaggia baltica, e Bruxelles tenne la linea dell'«incontro di lavoro». Disdicevole.

«Non sentirete mai espressioni del genere sull'Italia dal governo tedesco», ha assicurato il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert, rapido a sottolineare che «siamo sulla buona strada» quando a percorso di uscita dalla crisi di molti paesi europei. E' modo per evitare risse, anche se in effetti la governabilità a Roma è più un auspicio che una certezza per le genti di Berlino. Però a pochi mesi dalle loro elezioni, c'è nello staff della Merkel il buon senso - spesso tradito dagli alleati, però - di cercare di mantenere un clima sereno coi partner europei. Italiani infastiditi, come se quello che dice Oettinger - figura priva anche del pieno consenso della sua cancelliera - fosse davvero dirimente.

Dà l'accordatura il ministro degli Affari Europei, Enzo Moavero, che etichetta il resoconto della Bild come «parole superficiali e isolate». Segue una pioggia di dichiarazioni di deputati, quasi tutti di centrodestra. Brunetta si presneta «indignato», mentre a Bruxelles invitano ad avere pazienza. «Forse erano anni che l'Italia non aveva una maggioranza paradossalmente così stabile», invita a riflettere una fonte comunitaria. Come dire che Günter, zio Günter per alcuni cronisti tedeschi, ha parlato una volta e sbagliato due.

 

OETTINGER IL TEDESCO DELLA COMMISSIONE EUROPEA OETTINGER jpegENRICO LETTA E ANGELA MERKELMARIO DRAGHI E ANGELA MERKEL

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…