PER LA VICE PRESIDENZA DEL CSM SFIDA ALL’ULTIMO VOTO TRA ROBERTO ROMBOLI (AREA PD) E FABIO PINELLI (L’AVVOCATO DI MORISI, AREA LEGA) - OGGI LA SCELTA DI CHI DOVRÀ GUIDARE I LAVORI DEL CONSIGLIO. LE CANDIDATURE DI DESTRA VACILLANO PER DIVISIONI INTERNE – IN POLE ROMBOLI SOSTENUTO ANCHE DA UNICOST, CORRENTE MODERATA. I VOTI CERTI SAREBBERO 15, CON LO STESSO GIUDICE MIRENDA, NON OSTILE…
Estratto da Giuseppe Salvaggiulo per la Stampa
L’atmosfera della prima giornata del nuovo Csm è stata cordiale, ma non pacifica. Ma a tarda sera il toto-vicepresidente ha segnato una svolta, nel senso favorevole all’elezione del costituzionalista Roberto Romboli (indicato da Pd) che pare in vantaggio sugli avvocati Fabio Pinelli (area Lega) e Daniela Bianchini (Fratelli d’Italia). Vantaggio numericamente esile, ma politicamente consistente. I giochi non sono chiusi, ma in questo caso si tratterebbe di una sconfitta del tentativo della destra di imporre un vicepresidente omogeneo al governo.
Dopo la sobria cerimonia quirinalizia (niente brindisi, lascito dell’era covid) i nuovi consiglieri si sono spostati in piazza Indipendenza. Il consueto rito della spartizione degli uffici (il più ambito è quello simil presidenziale con divanetto in vera finta pelle e vista panoramica, che fu di Davigo) ha dovuto fare i conti con qualche complicazione. L’aumento dei consiglieri da 24 a 30, a parità di spazi, ha costretto la burocrazia del Csm a ricavare nuovi mini-uffici di risulta.
Prevedendo tutto ciò, alcuni consiglieri neoeletti si erano portati avanti, con felpate visite nei giorni scorsi in cui avevano «prenotato» le stanze più grandi.
Smaltiti i malumori, il grosso dei consiglieri togati (i laici erano ancora per lo più spaesati tra scaloni e corridoi) si è riversato nella sala dove si riuniva la commissione titoli. La riunione per la verifica dei requisiti in capo agli eletti, solitamente di routine, si è trasformata in campo di battaglia. Nel mirino è finito lo stesso presidente della commissione, il costituzionalista Romboli, il più anziano nonché più votato dal Parlamento.
Un fronte togato trasversale - dalla corrente conservatrice maggioritaria, Magistratura Indipendente, fino al giudice anti-correnti Andrea Mirenda - ha obiettato che Romboli, andando in pensione nel 2021, non fosse più professore ordinario, quindi ineleggibile.
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La svolta pro Romboli è data dalla scelta di Unicost, corrente moderata, di sostenerlo. Portando i voti certi a 14. Sarebbero 15, con lo stesso giudice Mirenda, non ostile. Viceversa le candidature di destra vacillano, per debolezze intrinseche e divisioni interne. L’avvocato Pinelli (leghista ma non troppo) è la vera alternativa a Romboli. Ma alla fine anche Magistratura Indipendente, nell’impossibilità di sovvertirlo, potrebbe intestarsi il risultato.