di battista draghi

"PERCHÉ BISOGNA DIRE DI NO A DRAGHI" - DIBBA SI INTESTA LA BATTAGLIA CONTRO SUPERMARIO E STREPITA PER DIVENTARE IL LEADER BARRICADERO DI QUEL CHE RESTERA' DEL M5S: "SI DICE CHE ABBIA 'SALVATO L’ITALIA'. SCIOCCHEZZE. HA SALVATO L’EURO-ZONA” – INTANTO IL MOVIMENTO È SPACCATO E MOLTI PARLAMENTARI GRILLINI SONO DISPOSTI AD APPOGGIARE L'EX PRESIDENTE DELLA BCE... – DI MAIO AI GRUPPI M5S:  "NO ATTACCHI A DRAGHI MA STRADA E' UN'ALTRA"

Alessandro Di Battista per tpi.it

 

DI BATTISTA VS DRAGHI TPI

Ognuno avrà la sua opinione su Mario Draghi e sulla crisi politica italiana. Ma oltre alle opinioni esistono i fatti. Elenchiamoli.

 

La lenta costruzione di un governo caro alle élite nasce nell’estate del 2019 quando Renzi aprì al Movimento 5 Stelle solo per prendere tempo. Incassò un paio di ministri e subito dopo creò IV, preoccupandosi, ovviamente, di lasciare svariati “pali” renziani all’interno del PD.

 

Se non ci fosse stata la pandemia la demolizione del Conte II sarebbe avvenuta mesi fa. Questa fu la ragione per la quale mi opposi ad un governo con il PD. Semplicemente non mi fidavo di Renzi e, soprattutto dei suoi ventriloqui. La Storia parla da sé.

 

 

DI BATTISTA DRAGHI

Altro fatto incontrovertibile: tutto l’establishment italiano ha lavorato incessantemente per evitare che il Movimento 5 Stelle governasse liberamente. Ricordo lo spread ballerino all’inizio del Conte I, ricordo gli attacchi dei giornali, ricordo le fantasmagoriche inchieste sull’occultamento di frigorifero da parte del padre di Di Maio.

 

Ricordo dileggi quotidiani, borghesi irrisioni nei confronti di esponenti politici che avevano appena ottenuto dodici milioni di voti. Ricordo attacchi al reddito di cittadinanza da parte chi vive nell’opulenza o alla legge anticorruzione da parte di chi ha scheletri negli armadi e nei caveau.

 

Ricordo le parole di Paolo Mieli, un liberale moderato, che definì il rosatellum – la legge elettorale votata da Lega, FI e PD – una “legge criminale ed immorale fatta contro il M5S”. Il sistema politico-mediatico-finanziario le ha tentate tutte per indebolire il Movimento 5 Stelle. Sia chiaro, il Movimento spesso gli ha reso il compito più semplice, ma per ingenuità, non per contiguità.

 

 

DRAGHI DI BATTISTA

Ho criticato il Movimento. L’ho fatto su nomine effettuate, probabilmente, per “tenersi buono” l’establishment ma che, in realtà, l’hanno affamato ancor di più. L’ho fatto su determinati atteggiamenti e su battaglie non vinte. L’ho fatto, due giorni fa, quando qualcuno ha ritenuto, ingenuamente, di poter trovare un accordo con Renzi. Ma do a Cesare quel che è di Cesare.

 

Il Movimento 5 Stelle ha governato quasi tre anni. La pubblica opinione si ricorda di gaffe, di qualche consecutio temporum vacillante, di rossetti sgargianti. Non si ricorderà di ruberie, di scandali politici, di leggi ad-personam o di tagli alla scuola pubblica. Non se ne ricorderà, semplicemente, perché non vi sono stati. E anche questo è un fatto.

 

DI BATTISTA CONTE 1

Di Maio ha ottenuto il decreto dignità. Bonafede la legge anti-corruzione. Fraccaro l’eco-bonus. Molti parlamentari poco conosciuti hanno permesso l’approvazione di leggi che, qualsiasi cosa si pensi del Movimento, hanno esteso diritti sociali. Il Movimento ha governato prima con Salvini e poi con il PD (tra l’altro in gran parte ancora succube di Renzi). É vero.

 

E questo ha falciato consensi. Ma è altrettanto vero che chi ha governato con il Movimento, fin da subito, ha atteso la prima occasione per buttarlo giù. Il Movimento si può, anzi si deve, criticare per promesse elettorali non mantenute.

 

 

 

 

di battista

Certo, se tale severità fosse rivolta anche alle altre forze politiche ne vedremmo delle belle. Ad ogni modo è giusto così. Tuttavia è lecito domandarsi quali siano state le leggi, le mozioni, gli emendamenti approvati dal Movimento 5 Stelle al governo che hanno pregiudicato l’interesse collettivo. Non ve ne sono.

 

Nessun favore alle lobbies, anzi. Nessun beneficio alle banche d’affari. Nessun taglio allo Stato sociale. D’altronde se tutto questo non fosse vero non avremmo un banchiere sull’uscio di Palazzo Chigi.

 

Un banchiere. Competente, ma pur sempre un banchiere. Ognuno avrà la sua opinione su Mario Draghi. La mia è molto negativa. Di lui si dicono le stesse cose che dissero di Monti quando venne incaricato da Napolitano. Credibile, preparato, inserito negli ambienti giusti. Di lui si dice che abbia “salvato l’Italia”. Sciocchezze. Ha salvato l’euro-zona.

 

mario draghi al quirinale 1

“The ECB is ready to do whatever it takes to preserve te euro”. Sono parole sue. Quel whatever it takes si riferisce, ovviamente, alla conservazione dell’euro-zona in un momento in cui, senza il Quantitative Easing, BREXIT sarebbe stata la prima di una lunga serie di abbandoni.

 

Nel corso degli anni ho cambiato opinione sull’UE. Sia chiaro, non sulle sue storture, sulle ingiustizie perpetrate, o sui conflitti di interesse che si celano all’interno dei palazzi di Bruxelles.

 

 

 

 

di battista

Le contraddizioni restano e resteranno fino a che il Patto di stabilità non finirà, definitivamente, nell’oblio della storia. Tuttavia ritengo che un’Europa forte politicamente, autonoma e indipendente da Washington, sia necessaria per schivare le pallottole vaganti sparate nel bel mezzo della nuova guerra fredda: quella tra USA e Cina.

 

Mi sento più europeista io che sogno un seggio permanente dell’UE nel Consiglio di sicurezza dell’ONU che i sedicenti amici di Bruxelles che in realtà altro non fanno che indebolire l’Europa ed il suo welfare state per renderla preda di colossi sovranazionali, a cominciare dalla banche d’affari.

 

In tal senso ostacolare l’approdo di Draghi a Palazzo Chigi nulla ha a che vedere con la lotta tra europeismo ed anti-europeismo. Semmai ha a che fare con la ventennale contesa tra Politica e finanza.

 

Draghi ha varato il Quantitative Easing, ma era una scelta obbligata. Al contrario, quando ha potuto scegliere liberamente ha scelto sempre di preservare il grande capitale, il sistema finanziario ed i colossi privati. Gli stessi che, in queste ore, esultano e sognano la beatificazione di San Mario da Goldman Sachs. Confindustria, GEDI S.P.A., gruppo Elkann, Benetton, Mediaset. Tutti insieme appassionatamente, come ai vecchi tempi del governo Monti.

mario draghi al quirinale 2

 

Quel che penso di Draghi l’ho scritto qui quando ebbi la sensazione che l’establishment stesse lavorando per lui. Quel che penso adesso è che il governo Draghi lo debbano votare, semmai, proprio i rappresentanti di quell’establishment. Lo voti la Meloni che ha già detto sì, in passato, a governi tecnici e a leggi Fornero.

 

Lo voti mezzo PD che ha lavorato incessantemente per buttare giù Conte ed arrivare a questo punto. Lo voti Salvini, ennesimo pezzo di arredamento del “sistema” mascherato da amico del popolo. Lo voti Renzi, mero esecutore di ordini altrui. Lo voti Forza Italia, dove non comanda più Berlusconi ma dove comanda ancora Gianni Letta, artefice dell’operazione Carelli.

 

 

di battista

Il Movimento resta una splendida anomalia della politica italiana. E storicamente, nei momenti complessi, è sempre uscito più forte e compatto che mai. Il Movimento ha fatto della lotta per il primato della politica sulla finanza una delle sue ragioni d’essere.

 

Il Movimento ha fatto della salvaguardia dei beni comuni la sua principale battaglia politica. Ed oggi che, complice la pandemia, mezzo mondo si accorge dell’importanza del pubblico e dello Stato sociale, non si può dare la fiducia a chi, quel “pubblico”, l’ha picconato. Senza i voti del Movimento 5 Stelle, molto probabilmente, Draghi a Palazzo Chigi non andrà.

 

Ripeto, non c’entra nulla l’anti-europeismo con questa scelta. Si tratta solo di difendere il voto del 2018. Si tratta di difendere la Politica bastonata dai prestanome dei poteri forti. Si tratta di difendere la classe media da chi vorrebbe indebolirla a vantaggio di pochi.

 

MARIO DRAGHI SI MISURA LA FEBBRE

“Non si può nominare Presidente del Consiglio dei Ministri chi è stato socio della Goldman Sachs, grande banca d’affari americana. E male, molto male, feci io ad appoggiarne, quasi ad imporne, la candidatura a Silvio Berlusconi.

 

É il liquidatore, dopo la famosa crociera sul Britannia, dell’industria pubblica, la svendita dell’industria pubblica italiana quando era Direttore generale del Tesoro e immaginate cosa farebbe da Presidente del Consiglio dei Ministri. Svenderebbe quel che rimane. Finmeccanica, l’Enel, L’ENI”. Complottismo? No, memoria. Fu Cossiga, da Presidente emerito della Repubblica italiana, a pronunciare queste parole dimostrando, ancora una volta, il teorema senilità uguale a sincerità.

cossiga

 

 

Un NO compatto da parte del Movimento all’ipotesi Draghi non solo sarebbe un gesto responsabile nei confronti degli italiani, ma aprirebbe praterie di dignità e, perché no, anche di governo. Ovviamente un governo Politico che sappia gestire i fondi del Recovery Fund con meticolosità e rigore. E, soprattutto, nell’interesse pubblico.

cossigamario draghi arriva al quirinaleMARIO DRAGHI ARRIVA AL QUIRINALE

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?