renzi gentiloni

NEL PICCOLO “COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE” DEGLI ANTIFASCISTI CHE IERI HA MARCIATO A ROMA, RENZI E GENTILONI HANNO FATTO SOLO UNA PICCOLA APPARIZIONE PER ANDARE VIA DOPO POCHI MINUTI VISTO IL GELO TRA PD E LEU - GLI ANZIANI “ANTIFA” INNEGGIANO ALLA CAMUSSO: “VACCI TU A PALAZZO CHIGI”

Mario Ajello per “il Messaggero”

 

RENZI E GENTILONI

Più che gli antifascismi, i reumatismi. «Ho un dolore tutto qui», e un anziano pensionato della Cgil si tocca il femore. «Io - gli dice un compagno imbandierato di rosso - ho la cervicale». E certo, piove. Sarà il clima, oltre all' età anagrafica dei marciatori di «ora e sempre resistenza», ma quella di Roma è una piazza malinconica e non vibrante. Sembra credere poco, e infatti Paolo Gentiloni e Matteo Renzi fanno appena una breve apparizione, allo scopo per cui è stata convocata. Ossia la lotta contro il (fantomatico) ritorno del neofascismo.

 

susanna camusso al corteo antifascista a roma

Il premier e il capo del Pd si abbracciano, si baciano, e dicono le stesse cose: «Piazza importante, ci siamo tutti». Poi vanno via. E si avverte come una riluttanza da parte degli esponenti del Pd nell' esserci e nel farsi vedere - il retropalco è il luogo più frequentato - anche se qualcuno come Veltroni, Zingaretti, Zanda e altri si mescola al popolo che grida: «Antifascismo, Costituzione, questa è la nostra rivoluzione».

 

Mentre la Boldrini & Grasso, accolti nel corteo con i cori di Bella ciao, godono in mezzo alla folla che li considera i nuovi partigiani. Laura la Pasionaria - Dolores Ibarruri? - in mezzo ai cartelli «venceremos» invoca leggi speciali contro i movimenti d' ispirazione fascista, come se le leggi non ci fossero già, quella Scelba, quella Mancino, e come se non fosse ovvio che CasaPound o Forza Nuova esistono nei quartieri perché la sinistra si è ritirata nel proprio ombelico.

 

MEZZA TREGUA

laura boldrini al corteo antifascista a roma 10

E comunque, Pd riluttante e Leu arrembante in questa piazza unita con politici divisi, che si evitano e continuano a detestarsi, ma fingono una tregua almeno per un mezzo pomeriggio. «Ci siamo tutti, sembriamo il Comitato di Liberazione Nazionale: comunisti, socialisti, liberali, cattolici... Ah, c' è Renzi. Ma vabbé: sono stato tante volte in piazza con la Dc». Ognuno mostra di non voler raccogliere i voti vintage dell' antifascismo, ma tutti stanno qui per questo.

 

Nella folla dei ministri - Pinotti, Madia, Orlando, Finocchiaro, Fedeli, Martina - mancano oltre a Padoan quelli pesanti e meno renzianissimamente corretti: Delrio, Minniti, Franceschini.

 

Gentiloni gira l' angolo per andare via, da una parte, e prende qualche applauso e incassa qualche stretta di mano e qualche consiglio: «Pensa ai giovani che non hanno lavoro». Renzi va via dall' altra parte. Ma nessuno dei due si mischia alla folla.

corteo antifascista a roma

Chi temeva contestazioni ha sbagliato, perché non ci sono state ma neppure erano possibili data la separatezza degli ambiti. «Matteo che sfila in corteo? Beh, insomma, sarebbe chiedergli troppo...», dice un' amica, parlamentare, del segretario dem. Mentre arriva in Piazza del Popolo la coda del corteo, ormai stanco di gridare sia pure flebilmente: «Antifascismo, Costituzione, questa è la nostra rivoluzione».

 

Ci sono un po' di sindaci, a cominciare da quello di Macerata, ma spicca la fascia tricolore di Luca Bergamo, che marcia in rappresentanza della Raggi, anche se i grillini sull'antifascismo non si fanno legare le mani perché devono pescare un po' di qua e un po' di là.

 

corteo antifascista a roma 9

Susanna Camusso guida la prima fila tra gli applausi: «Vacci tu a Palazzo Chigi». Fischietti, bandiere, impermeabili, servizio d' ordine provengono dal sindacato in questa esibizione che Pier Paolo Pasolini - pur non avendo mai sentito l' inflazionata «Bella Ciao» dei Modena City Ramblers che qui risuona ancora una volta - avrebbe definito «liturgica, folkloristica e fumettistica». Ma c' è anche, in Piazza Esedra, da dove sono stancamente partiti i marciatori della Nuova Resistenza, un vecchietto napoletano che vende i gadget protestatari, e a chi non li acquista si rivolge così, sacramentando: «All' anima e chi t' è muorto».

 

corteo antifascista a roma 8

Un signore gli risponde: «Mi è appena morto mio papà, centenario, che fu partigiano». Ma qui quelli dell' Anpi la resistenza l' hanno letta, magari, sui libri di scuola, e in certi casi sembrano tra i vecchi i meno vecchi. Quelli dell' Arci sono guidati dalla presidentessa, Francesca Chiavacci, che lancia una frecciatina a Renzi: «Ci fa piacere che sia qui. Ma lui si sposta a seconda delle opportunità».

 

Giudizio troppo severo, perché comunque Matteo, pur non essendo l'antifascismo classico - o quello che PPP definiva «archeologico» - il suo prediletto è a modo suo presente in questa occasione. Mentre un suo oppositore interno, il governatore pugliese Emiliano, è rimasto a Bari per partecipare a un convegno intitolato: «Giorgio Almirante, l' uomo che immaginò il futuro».

 

Mentre un altro della minoranza Pd, Cuperlo, è qui in piazza e assicura sfidando la realtà: «L'antifascismo non può essere piegato a logiche elettorali». A due passi da lui c'è Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista confluita in Potere al Popolo, che soavemente osserva: «Tra questa gente il Pd ormai non prende quasi più un voto».

 

corteo antifascista a roma 7

I CARTELLI

Eppure è una tipica piazza ex Pci, l' avrebbe potuta dipingere un imitatore di un imitatore di un imitatore di Renato Guttuso, e una signora sotto lo striscione dedicato a Giacomo Matteotti se la prende in pieno trip da retropia addirittura con il Migliore: «Fu Togliatti a sdoganare il fascismo con l' amnistia del 46». Poi le insensatezze storiografiche della signora vengono travolte dai cartelli con su scritto: «Via, via, la xe-no-fo-bi-a», «Make Italia Antifascista Again».

 

corteo antifascista a roma 6

Tutti confondono con chissà quale minaccia epocale le bravate di un po' di ragazzotti con la testa rapata che fanno la faccia feroce e il saluto romano (più ogni tanto anche qualche atto violento), per avere qualche minuto di celebrità in televisione. «Suvvia - dice il filosofo operaista e senatore dem Mario Tronti, che sfila in corteo a dispetto dei suoi 86 anni - non esageriamo il fenomeno di qualche minoranza che si agita». Osservazione saggia, se non fosse che fra sette giorni si vota.

corteo antifascista a roma 5

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?