1. LA PIZZA SBRANATA A NAPOLI, IL FILMATO-BARILLA CON I NIPOTINI, L’INTERVISTA COL CAGNOLINO E BIRRETTA, CONGEGNATA SU MISURA DA BIRIGNAO BIGNARDI PER MOSTRARE IL VOLTO UMANO DEL CYBORG MADE IN BOCCONI SONO SEGNALI CHE MONTI SA CHE IL SUO MARCHIO, E QUELLO DEL SUO PARTITO, NON HANNO ANCORA RAGGIUNTO UN LIVELLO DI NOTORIETÀ SUFFICIENTE PER ENTRARE DEL TUTTO NELLA TESTA DEGLI ITALIANI 2. MORTIMER È DI GRAN LUNGA IL PIÙ PRESENTE SULLA CARTA STAMPATA. DIETRO DI LUI IL BANANA, CHE OSCURA CULATELLO. A RUOTA SEGUE GRILLO, GIANNINO, INGROIA, MENTRE GIACCIONO NELL’OMBRA TUTTI GLI ALTRI. A PROPOSITO: CASINI, SE CI SEI BATTI UN COLPO! 3. QUELLA CHE STIAMO VIVENDO UNA DELLE PIÙ BRUTTE CAMPAGNE ELETTORALE DEGLI ULTIMI DECENNI. GRIGIA E FREDDA COME I MESI IN CUI CI TROVIAMO, PRIVA DI INNOVAZIONI, TUTTA TELEVISIVA, MOLTO POCO UMANA. UNICA ECCEZIONE RESTA “TSUNAMI” GRILLO

Spin Doctor per Dagospia

"Questa mia per me gradevolissima e molto futile apparizione qui conta per la par condicio?" Così Rigor Montis ha chiuso l'altra sera su La7 l'intervista col cagnolino, congegnata su misura dalla Bignardi per mostrare il volto umano del Cyborg made in Bocconi. Una iniziativa che si inserisce in pieno nello sforzo di comunicazione messo in atto dagli spin di Scelta Cinica per iniettare umanità nella campagna del partito dei notabili. Non è un caso che nello stesso giorno, oltre al cagnolino e alla birra dalla Bignardi, sia uscito anche il filmato del prof con i nipotini.

Ma l'enfasi sulla par condicio tradisce l'attenzione spasmodica di Mortimer per la presenza sui media. Sa che il suo marchio, e quello del suo partito, non hanno ancora raggiunto un livello di notorietà sufficiente per entrare del tutto nella testa degli italiani. E quindi punta a saturare i media (recenti sono anche le affissioni sui taxi nelle grandi città).

Mortimer è anche di gran lunga il più presente sulla carta stampata. Come ci rivela uno studio di link tank, nel mese di gennaio è stato l'indiscusso protagonista su tutte le testate, che gli dedicano il maggior numero di articoli e menzioni. Dietro di lui il Banana, che oscura Culatello. A ruota segue Grillo, mentre giacciono nell'ombra tutti gli altri. A proposito: Casini, se ci sei batti un colpo!

E guardando queste statistiche non sarà certo contento, il Pompetta, di vedere Oscar Giannino sovraesposto proprio sul Giornale di casa: è da qualche giorno che B. accusa il Liber-dandy di rubargli voti in Lombardia, proprio dove la sfida è più calda. E in effetti Giannino è un fenomeno interessante: per le strade lo conoscono ancora in pochi. Ma in TV rende meglio di quasi tutti gli altri leader, e in rete fa il pieno, complice una buona gestione dei social media.

A poco più di due settimane dal D-Day, tutti gli osservatori concordano soprattutto su una cosa: quella che stiamo vivendo è, dal punto di vista della comunicazione politica, una delle più brutte campagne elettorale degli ultimi decenni. Grigia e fredda come i mesi in cui ci troviamo, priva di innovazioni, tutta televisiva, molto poco umana. Unica eccezione resta Grillo.

Ma c'è anche una ragione politica a questo sonno comunicativo: i nostri campaign manager non sono più capaci di lavorare in una campagna multipolare. Lo scontro eterno tra Berlusconi e il rivale di turno ci aveva abituato, in questi vent'anni, a scontri diretti e violenti tra due schieramenti l'un conto l'altro armati. Gli spin doctor potevano affilare le armi, alzare i toni, consegnare ai loro candidati grossi randelli comunicativi da picchiare in testa agli avversari. Ogni tema divideva e polarizzava, ogni dichiarazione destava simmetrica indignazione.

Oggi, in clima di inciucio, i toni vanno moderati, perché il rivale di febbraio può diventare il partner di aprile. I bersagli diventano mobili e mutevoli e la comunicazione politica deve adattarsi al procedere degli accordi tra rivali. Bersani non può randellare Monti e deve tener buono Vendola. Monti vuole sputare sull'antipolitica ma deve rispettare Fini e Casini. Tutti col freno a mano tirato, insomma. E gli unici a beneficiare di una situazione del genere sono gli outsider che non hanno nulla da perdere: Ingroia, Giannino, Grillo. Che possono alzare i toni, sapendo di attingere facilmente in quel 20 percento di elettori ancora incerti, e delusi dalla politica.

http://www.linkiesta.it/indice-menzioni-candidati-giornali

 

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