STAMPA BASTARDA - CLAUDIO PLAZZOTTA ('ITALIA OGGI') FA IL CONTROPELO AI GIORNALISTI CHE PRIMA PUBBLICANO I RETROSCENA SERVITI VIA WHATSAPP AUDIO DA CASALINO, POI S'INDIGNANO E INVOCANO L'ORDINE QUANDO LA REGISTRAZIONE VIENE RESA PUBBLICA: ''NON POTEVANO SCRIVERE SUBITO CHE C'ERA UN'EMERGENZA DEMOCRATICA? CASALINO DETTA E C'È CHI ABBOCCA. NOI CRONISTI SPESSO FACCIAMO DA BUCA DELLE LETTERE. COME SPIN DOCTOR, FINORA, CASALINO HA LAVORATO BENE''
Claudio Plazzotta per ''Italia Oggi''
Nella vicenda che ha visto protagonista il portavoce del governo Rocco Casalino, con la divulgazione del suo audio in cui suggerisce indiscrezioni da pubblicare sui giornali relative a una “vendetta dei 5 Stelle contro tecnici e burocrati del Mef”, c’è un pezzo del racconto che non è ancora emerso con chiarezza.
STAFFELLI TAPIRO A ROCCO CASALINO
Ovvero che Casalino, come ormai usa fare in qualità di comunicatore del M5S e, ora, del premier Giuseppe Conte, ha inviato quel messaggio vocale via whatsapp a una cerchia piuttosto ampia di cronisti parlamentari nella serata di mercoledì 19 settembre. Si tratta di un nuovo modo di comunicare con la stampa accreditata: file testo e file audio che con un solo clic vengono inviati a liste di giornalisti.
Più veloce, più facile, se si vuole anche più democratico. Sono messaggi che devono essere qualificati come “confidenziali”, che poi ciascun giornalista attribuisce a “fonti riservate”, “persone vicine a…”, “fonti parlamentari”. Nello specifico caso, Casalino spiegava perché il vicepremier Luigi Di Maio quel giorno aveva invitato il ministro Tria a essere serio (“nulla di personale, solo un invito generico”) e poi annunciava cosa succederà se non saranno trovati i 10 miliardi per il reddito di cittadinanza: “Sarà una mega vendetta, li passiamo per i coltelli questi pezzi di m… del Mef, questi tecnici e burocrati che non mettono a disposizione le pieghe del bilancio…”.
LO STIPENDIO DI ROCCO CASALINO
Che la tecnica di Casalino funzioni, lo dimostrano tuttavia i quotidiani del giorno successivo, il 20 settembre. La Stampa, addirittura, ci apre il giornale, con il titolo principale della prima pagina che recita “I Grillini: via i tecnici del tesoro”, e un pezzo di Ilario Lombardo, a pagina 4, che ribadisce “M5S, nel mirino i tecnici del tesoro”. La Repubblica, a pagina 3, ospita un lungo articolo di Tommaso Ciriaco, dal titolo “Tria, M5S all’attacco del ministero”.
Messaggero e Corriere della Sera, invece, vanno più cauti, e inseriscono le minacce solo all’interno delle cronache, senza degnarle di titoli: Alberto Gentili, sul Messaggero, a pagina 3, sottolinea che “i 5 Stelle tornano all’attacco” del Mef, dove “vorrebbero un repulisti”, mentre Alessandro Trocino e Claudia Voltattorni, a pagina 2 del Corriere della sera, scrivono che “i 5 Stelle sono in rivolta contro Tria. Nonostante le rassicurazioni di Di Maio, la pressione resta forte”.
Insomma, Casalino detta e c’è chi abbocca. D’altronde, nel mestiere di giornalisti, spesso ci si ritrova a fare la buca delle lettere di messaggi di qualcuno destinati a qualcun altro.
Nei giorni successivi, l’audio di Casalino, uno dei tanti inviati dal portavoce ma probabilmente quello dai toni più accesi e dal linguaggio più forte, è stato reso pubblico, facendo scoppiare polemiche.
Ma, come giustamente hanno fatto notare sia Paolo Liguori, direttore del TgCom24, sia Claudia Fusani, cronista parlamentare per Tiscali news, sarebbe stato opportuno che già mercoledì 19 o giovedì 20 settembre i giornalisti, tutori della libertà di stampa, si fossero scandalizzati del metodo Casalino (usato, peraltro, da tantissimi comunicatori), smascherandolo sui mezzi di informazione, senza invece urlare all’attento alla democrazia a scoppio ritardato, con tanto di intervento dell’Ordine dei giornalisti lombardo (cui è iscritto Casalino) per verificare la correttezza del comportamento del portavoce.
Come spin doctor, finora, Casalino ha certamente lavorato bene, tenuto conto dei risultati raggiunti dal Movimento 5 Stelle. E pure tutte queste polemiche non faranno che consolidare il suo ben sviluppato ego da burattinaio dell’informazione che lo stesso Casalino già contribuì a celebrare quando, nel giorno in cui Salvini e Di Maio siglarono l’accordo di governo, pubblicò in rete il video con cui mostrava in diretta come lui stesso, seduto davanti alla tv, dava live le notizie via whatsapp al direttore del Tg di La7 Enrico Mentana in studio e ne commentava i tempi di reazione.
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