cassero bologna gay club

UNA POLEMICA DEL CASSERO - LA FESTA BLASFEMA AL GAY CLUB DEL COMUNE DI BOLOGNA IMBARAZZA IL PD: "CHIEDETE SCUSA" - FRANCO GRILLINI: "UN MESE FA ERANO TUTTI 'CHARLIE HEBDO', OGGI SONO TUTTI AL BAGHDADI"

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Franco Giubilei per “la Stampa

 

La foto dello scandalo, scattata durante una festa in tema di superstizioni religiose all’interno del circolo gay Il Cassero di Bologna lo scorso venerdì 13, e prontamente postata sulla pagina Facebook del locale, riprende tre ragazzi seminudi con corona di spine in testa e una grossa croce usata per mimare un atto sessuale. Riferimento esplicito a una delle vignette più hard di Charlie Hebdo, andato in scena durante una serata zeppa di provocazioni anticlericali, compresa la cerimonia dello sbattezzo celebrata fra gli invitati.

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L’immagine è stata notata dal consigliere comunale di Forza Italia Michele Facci e dalla collega del Pd Raffaella Santi Casali, che l’hanno ripubblicata sui rispettivi profili per protestare, ed è scoppiato il putiferio: azzurri e Ncd hanno promesso che porteranno il caso in procura, ma anche il Pd e lo stesso Comune, nei cui spazi della Salara alloggia gratuitamente una delle associazioni gay più attive d’Italia, hanno preso malissimo il party sacrilego del Cassero, mentre l’arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra attacca «l’insulto di inarrivata bassezza e di diabolica perfidia a Cristo in croce. Non si era ancora giunti a un tale disprezzo della religione cristiana e di chi la professa da irridere, tramite l’abominevole volgarità dell’immagine, persino la morte di Gesù sulla croce».

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Ancora più duro un altro argomento del cardinale: «Ogni ideologia che non riesce a farsi alleata la Chiesa la perseguita ferocemente, sia uccidendo i cristiani sia insultando ciò che essi hanno di più caro». E allora «che dire del tempismo che vede in contemporanea il teatrino del Cassero profanare il dramma del Calvario e, sulle sponde del Mediterraneo, la demolizione delle croci e di ogni simbolo cristiano dalle chiese assaltate dall’Isis?». Infine, il vescovo si chiede come il Comune possa concedere gratis ambienti pubblici a gruppi che ne fanno un uso del genere. Se la curia insorge, i politici rincarano: «Non trovo una sola ragione per cui questa roba debba avere luogo in una sede del Comune e finanziata con i soldi di tutti», tuona la Santi Casali.

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Imbarazzo e indignazione sono palpabili, così il segretario Pd Francesco Critelli definisce le immagini «volgari e offensive» e chiede le scuse. Sul fronte opposto Franco Grillini, fra i fondatori del Cassero e presidente di GayNet, ribalta le accuse: «La polizia religiosa dei nostri ayatollah va in Procura per chiedere la chiusura per una banale satira contro l’oppressione religiosa. Un mese fa erano tutti Charlie Hebdo, oggi sono tutti come Al Baghdadi».

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Il direttivo del Cassero critica la levata di scudi dei cattolici «pretestuosa e strumentale», ma poi si scusa «con le persone che per quelle foto si sono sentite offese. Chi invece chiede una sanzione sta solo sfruttando un’occasione non per difendere un credo, ma semmai per colpirci». Si spinge a difendere il gesto ripreso nelle foto, che «rappresenta una liberazione rispetto a un simbolo che viene percepito come oppressivo» e denuncia insulti e minacce piovuti sulla propria pagina Facebook a commento delle immagini della festa: «Fascia rosa al braccio e deportazione», «appena arrivano i vostri fratelli dell’Isis vi buttano dai balconi».

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