IL PONTE SULLO STRETTO DIVIDE LA MAGGIORANZA – VOLANO SCHIAFFONI TRA FORZA ITALIA E LEGA DOPO LA DECISIONE DI ATTINGERE A 1,6 MILIARDI AI FONDI DI COESIONE – SALVINI TIRA DRITTO: “IL DOSSIER PROSEGUE COME DA PROGRAMMA. C’È LA TOTALE COPERTURA ECONOMICA E LA GIUSTA PARTECIPAZIONE FINANZIARIA DELLE REGIONI” – DOPO L’ATTACCO DI SCHIFANI, ARRIVA QUELLO DEL FORZISTA TOMMASO CALDERONE: “È INAMMISSIBILE”
GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI - PONTE SULLO STRETTO E LEGGE FORNERO - VIGNETTA BY OSHO
MIT, PONTE SULLO STRETTO AVANTI COME DA PROGRAMMA
(ANSA) - "Il dossier Ponte sullo Stretto prosegue come da programma. C'è la totale copertura economica e la giusta partecipazione finanziaria delle Regioni. L'obiettivo è rispettare i tempi, iniziando i lavori nel 2024, per offrire a tutti gli italiani un'opera attesa da decenni". Così fonti del Mit dopo la polemica sull'emendamento alla manovra che rimodula le risorse per l'opera attingendo anche dai Fondi di sviluppo e coesione.
DECARO (ANCI),'CREDO CHE SUL PONTE DEBBANO DECIDERE I TERRITORI'
(ANSA) - "Credo che la decisione relativa ad un intervento infrastrutturale che interessa i territori debbano deciderlo i territori, indipendentemente da quello che pensa il governo".
IL PONTE SULLO STRETTO NECESSARIO - VIGNETTA BY GIANNELLI
Lo ha detto Antonio Decaro, presidente dell'Anci a Catanzaro. "Non ho visto il documento rispetto alla possibilità di finanziare il Ponte sullo Stretto con finanziamenti che erano legati alle Regioni - ha aggiunto Decaro - ma credo che siano i territori a dover decidere se quel collegamento infrastrutturale per loro è un collegamento importante. Normalmente le decisioni sulle infrastrutture spettano alle Regioni e allo Stato. La scelta toccherà quindi ai territori senza intaccare le risorse quelle che servono a quelle quelle aree che hanno necessità di svilupparsi".
PONTE STRETTO: DOVREBBE UNIRE SPONDE, MA DIVIDE FI E LEGA
(AGI) - Il Ponte che dovrebbe unire la Sicilia alla Calabria riesce, per il momento, ai dividere il centrodestra, che per una giornata ha visto Forza Italia e Lega litigare sulle somme che le Regioni direttamente interessate sono chiamate a impegnare.
RENATO SCHIFANI E MATTEO SALVINI
"Che ci sia una compartecipazione seppur minima di Sicilia e Calabria mi sembra assolutamente ragionevole. Se ad ora ci mettono il 10 per cento e lo Stato ci mettera' quasi il 90 per cento mi sembra giusto", aveva detto Matteo Salvini in mattinata, sottolineando che la compartecipazione "e' stata condivisa con i presidenti" delle due Regioni.
Prima che intervenisse direttamente il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, a smentire il titolare delle Infrastrutture sul termine "condiviso", ci aveva pensato Tommaso Calderone, di Forza Italia, presidente della Comimissione bicamerale Insularita' a sottolineare come sia "inammissibile che venga posta a carico della Sicilia una ulteriore parte della somma necessaria per costruire il ponte sullo Stretto".
"Nella legge di Bilancio, leggo - ha proseguito Calderone - si intendono utilizzare una rilevantissima parte di fondi destinati alla Sicilia per altre opere, per il Ponte. Si parla di un miliardo e sette. E' inaccettabile. Si dovrebbe pensare, per principio costituzionale, a eliminare gli svantaggi derivanti dalla condizione di Insularita' e invece si agisce al contrario".
"Quella di Tommaso Calderone - ha ribattuto il senatore siciliano Nino Germana', vicepresidente del gruppo Lega e segretario in commissione Trasporti a Palazzo Madama - e' un'affermazione che ci stupisce: una reazione del genere potremmo aspettarcela da certa sinistra che e' contro lo sviluppo delle nostre terre, non certo da parlamentari del partito di Berlusconi.
matteo salvini con il plastico del ponte sullo stretto di messina
L'auspicio e' che Tajani prenda le distanze da tali surreali dichiarazioni. E' incredibile la critica sulla destinazione dei fondi di sviluppo e coesione al Ponte sullo Stretto indicata come sottrazione di risorse a Sicilia e Calabria come se Messina e Villa San Giovanni fossero in altre regioni. Inoltre, come piu' volte ribadito, nessun euro dei fondi Pnrr, Sie, Fsc e altri piani complementari (per un totale di 309 miliardi di euro) andra' perso. Questo risultato si ottiene posizionando i progetti piu' avanzati sul Pnrr e quelli da realizzare su altri fondi, senza eliminare nessuna opera".