POPOLARI PIGLIATUTTO – IL PPE, PARTITO VINCITORE DELLE ELEZIONI, VUOLE PRENDERSI ANCHE IL CONSIGLIO EUROPEO: PRETENDE UNA STAFFETTA, COME QUELLA SUL PARLAMENTO. IN PRATICA, L’EX PREMIER PORTOGHESE, ANTONIO COSTA, DOVRÀ SLOGGIARE DOPO DUE ANNI E MEZZO DI MANDATO, PER LASCIARE IL POSTO A UN POPOLARE – IL RAGIONAMENTO È CHE IL PPE DEVE PRETENDERE DI PIÙ PERCHÉ I SOCIALISTI HANNO OTTENUTO LA PRESIDENZA DELLA BEI CON CALVIÑO E I LIBERALI OTTERRANNO IL SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO CON RUTTE…
1. URSULA SOSPESA
Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”
La "proposta indecente" è arrivata sul tavolo poco prima dell'inizio del vertice, quando i negoziatori dei due principali gruppi politici si sono seduti al tavolo per una riunione preparatoria.
«Se voi sostenete von der Leyen – hanno spiegato i popolari Donald Tusk e Kyriakos Mitsotakis - noi possiamo approvare la nomina di Antonio Costa alla presidenza del Consiglio europeo. Ma soltanto per due anni e mezzo, dopodiché toccherà a noi».
Di fronte all'ingordigia del Ppe, Pedro Sanchez e Olaf Scholz, negoziatori per conto dei socialisti, si sono subito irrigiditi. E così la serata è iniziata in salita e la partita che sembrava chiusa attorno ai nomi di Ursula von der Leyen (Commissione), Antonio Costa (Consiglio) e Kaja Kallas (Alto Rappresentante) si è rivelata più complicata del previsto
[…].
tazze per ursula von der leyen al vertice ppe
L'idea di chiedere la presidenza del Consiglio europeo per la seconda parte del mandato è emersa durante la riunione dei leader del Ppe, che nel pomeriggio si sono incontrati in un hotel di Bruxelles a due passi dalla sede dei popolari, al termine della quale hanno fatto filtrare un po' di scetticismo sul nome del portoghese, che però è sostenuto dall'attuale premier Luis Montenegro (esponente Ppe).
Sarebbe stato il premier croato Andrej Plenkovic a suggerirla: una strategia per alzare il prezzo e rivendicare il proprio ruolo di partito più votato alle elezioni europee. In sostanza si tratterebbe di applicare lo stesso sistema già adottato all'Europarlamento, dove di norma il presidente resta in carica soltanto per metà del mandato. Roberta Metsola ha confermato alla riunione del Ppe la sua intenzione di ricandidarsi, ma questo vuol dire che dal 2027 dovrebbe lasciare il suo posto a un altro presidente, verosimilmente socialista.
2. UE, MICHEL: NON C’È ACCORDO ALT A MELONI DA SCHOLZ E TUSK
EMMANUEL MACRON CHARLES MICHEL
Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”
[…] La cena tra i leader Ue sui posti di vertice delle istituzioni europee — i top job come li chiama la bolla brussellese — è iniziata intorno alle 21.15 dopo l’intervento abituale della presidente del Parlamento Roberta Metsola ai capi di Stato e di governo.
Prima […] c’è stato un confronto tra i negoziatori dei due principali gruppi politici: il premier polacco Tusk e quello greco Mitsotakis per i popolari, il cancelliere tedesco Scholz e il premier spagnolo Sánchez per i socialdemocratici.
MANFRED WEBER - URSULA VON DER LEYEN - ROBERTA METSOLA - CONGRESSO DEL PPE
Poi si sono aggiunti i negoziatori dei liberali: il presidente francese Macron, e il premier olandese (uscente) Rutte. Fino a ieri i negoziatori indicati erano il premier belga De Croo e la estone Kaja Kallas, candidata però alla guida della diplomazia Ue. C’è un punto che accomuna i sei negoziatori: nessuno vuole un’alleanza con i conservatori dell’Ecr di Meloni.
Scholz è stato diretto: «In Parlamento non deve esserci alcun sostegno per il presidente della Commissione che si basi su partiti di destra e populisti di destra». Tusk ha scelto una formula più articolata: «Non è mio compito convincere Meloni, abbiamo già una maggioranza con Ppe, liberali, socialisti e altri piccoli gruppi, la mia sensazione è che sia già più che sufficiente».
antonio tajani ursula von der leyen manfred weber donald tusk
Sul tavolo ci sono quattro caselle da riempire: il presidente della Commissione, del Consiglio europeo e del Parlamento, il ruolo di Alto rappresentante per gli Affari esteri. La cena è definita «informale» perché non prevedeva decisioni. […] Meloni ha […]contestato il tipo di approccio alla discussione, che secondo lei è partito dai nomi e non dai «segnali delle Europee».
Fin dall’inizio è stato chiaro che c’era convergenza sul von der Leyen per il bis e su Metsola per due anni e mezzo alla guida del Parlamento (ma l’Aula è autonoma), in staffetta per la seconda metà del mandato con i socialisti. Tuttavia i popolari si sono presentati con una richiesta in più, emersa al pre-summit del Ppe dove il premier croato Plenkovic e altri leader hanno reclamato un riconoscimento maggiore: per due anni e mezzo la presidenza del Consiglio europeo, che finora era destinata ai socialisti. […]
3. «ABBIAMO VINTO NOI» IL PPE VUOLE PIÙ POTERI MA IL NO A DESTRA DIVIDE
Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”
L’atmosfera era quella di chi ha vinto le elezioni, vuole dare le carte e non accordare troppo a Socialisti e Liberali. Ieri pomeriggio i leader del Ppe si sono incontrati in un hotel, prima della cena informale dei capi di Stato e di governo che aveva al centro la discussione sui top job dell’Ue.
«Abbiamo sostenuto all’unanimità von der Leyen per la presidenza della Commissione e Metsola al Parlamento europeo. Abbiamo vinto le elezioni e va riconosciuto», spiega al Corriere una fonte di alto livello del Ppe al termine del pre-summit che ha riunito non solo i leader del Ppe che sono al governo (11 su 13 che siedono al Consiglio europeo), ma anche i vicepremier e i capi dell’opposizione, oltre a von der Leyen e Metsola.
Il Ppe ha alzato la posta, decidendo di chiedere anche metà del mandato di presidente del Consiglio europeo: tecnicamente dura due anni e mezzo, ma finora i presidenti sono sempre stati riconfermati per i 5 anni.
Il ragionamento è che il Ppe deve pretendere di più perché i Socialisti hanno ottenuto anche la presidenza della Bei con Calviño e i liberali otterranno il segretario generale della Nato con Rutte e puntano pure al Consiglio d’Europa con Reynders. La proposta è stata sollevata dal premier croato Plenkovic e da altri leader durante il pre-summit e poi trasferita in sede di negoziato, complicando il quadro.
Ieri era la prima occasione per i popolari di confrontarsi sugli altri nomi oltre a quello di von der Leyen, votata candidata leader a marzo nel congresso di Bucarest. […] «Forza Italia avrà un ruolo centrale nel Ppe, a partire dalla scelta di chi guiderà la Commissione Ue», ha scritto Tajani su X. E a margine del pre-summit ha spiegato che nel Ppe stanno «discutendo» su FdI: «Credo non si possano chiudere le porte ai conservatori perché una realtà così variegata come il Parlamento Ue non può chiudersi in una maggioranza a tre».
Antonio Costa - primo ministro portogallo
Di diversa opinione Tusk, che in Polonia combatte contro il Pis che fa parte dell’Ecr, il gruppo di Meloni: «Se ho capito bene, ora abbiamo una maggioranza in Parlamento costituita dai partiti di centro, come i Socialdemocratici, il Ppe, i Liberali e alcuni gruppi più piccoli». C’è stata discussione anche su un’eventuale alleanza con i Verdi, ma preoccupa uno spostamento a sinistra.
I leader del Ppe si sono confrontati anche sugli altri nomi del pacchetto e sono emerse perplessità sulla candidatura socialista dell’ex premier portoghese António Costa alla presidenza del Consiglio europeo, dal quale «vogliamo un impegno sul fronte migrazione», ha spiegato la fonte di alto livello del Ppe e Tajani ha aggiunto che alcuni temono possa essere poco «fermo» sull’Ucraina.
giorgia meloni roberta metsola 7
Per Tusk, invece, è un «collega competente» ma serve «un chiarimento pubblico sulla sua posizione giuridica». Anche sulla candidata dei liberali alla guida della diplomazia europea, la premier estone Kaja Kallas, il Ppe vuole rassicurazioni. Ma se Tusk la sostiene apertamente fin dall’inizio e la considera «un’ottima candidata, conosce bene i problemi della nostra regione, comprende le realtà dell’Ucraina e della Russia», per Tajani «vedremo: l’importante è che tenga conto anche dei problemi del Sud. Certamente non può sottovalutare la guerra in Ucraina, ma bisogna tenere conto anche del Medio Oriente e dell’Africa».
antonio tajani donald tusk pre vertice ppe a bruxellesLA DISTRIBUZIONE DEI POPOLARI IN EUROPA manfred weber antonio tajani KYRIAKOS MITSOTAKIS - ANDREJ PLENKOVIC