CHE MOVIMENTO! IL “PORTACROCE” DEI GRILLINI GIA’ VERSO L’ESONERO?

Annalisa Cuzzocrea per "La Repubblica"

Ci sono stati un processo, un voto, e un avvertimento: non fatelo più. Deputati e senatori del Movimento 5 stelle si sono riuniti ieri alla sala della Regina alla Camera, per la prima volta insieme.

I dodici "dissidenti", coloro che contro le indicazioni del gruppo avevano votato per Piero Grasso alla presidenza del Senato, sono stati invitati a spiegare le loro ragioni. Qualcuno, dopo il post minaccioso e la successiva retromarcia di Beppe Grillo, voleva far finta di niente.

Lo stesso capogruppo Vito Crimi aveva rassicurato: «Nessuno ha detto che si voterà sulle espulsioni», ma c'è chi si è messo di traverso. «Queste cose vanno prese sul serio, vanno capite ed elaborate». E così, dopo la confessione dei senatori, si è deciso di "assolverli" per alzata di mano, concedendo una sorta di fiducia che è passata a grande maggioranza. Perché, spiega chi c'era: «Siamo all'inizio, può capitare di fare degli errori, ma se ricapita non andrà certo in questo modo».

Ufficialmente, però, nessuno vuol parlarne. I senatori Mastrangeli e Molinari, rei confessi del voto a Grasso, negano di aver dovuto dire alcunché, tanto meno che ci sia stato un voto (la diretta streaming, anche stavolta, non c'era).

Per un caso che si chiude, ce n'è un altro che si apre. Il settimanale Chi pubblica
la foto della presidente della Camera Boldrini che sceglie di mangiare in mensa, accanto a quella di alcuni parlamentari grillini seduti invece al ristorante di Montecitorio. Un'immagine che non dev'essere piaciuta al capo politico del Movimento.

Ancora ieri, Beppe Grillo invitava Boldrini e Grasso a dire quanto esattamente taglieranno del loro stipendio: «Il 30 per cento non basta, dimezzatelo», è l'invito. Che stride con l'immagine dei suoi parlamentari tra stucchi dorati e tovaglie bianche.

Adriano Zaccagnini, riconoscibile nella foto, si scusa: «Ho mangiato lì tre volte, ho speso circa 15 euro, troverò il modo di restituire la differenza che è a carico dei contribuenti», dice ai cronisti durante una pausa. Anche lui, come gli altri, ha attaccato sul vestito un adesivo con scritto questore=controllore: il Movimento 5 stelle rivendica quella carica, vuole il «controllo assoluto» sui bilanci del palazzo, spiega Roberta Lombardi al
Tg1.

Altra grana, quella di Claudio Messora e Daniele Martinelli, i consulenti della comunicazione di Senato e Camera, scelti per questo ruolo da Gianroberto Casaleggio in persona. Martedì hanno rilasciato molte interviste, sono stati scambiati per i portavoce reali dei 5 stelle, per coloro che detteranno la linea politica, e questo non è piaciuto a chi avrebbero dovuto aiutare: «I portavoce del Movimento sono Roberta Lombardi e Vito Crimi. Punto», chiariva in Transatlantico Roberto Fico.

Un fraintendimento andato talmente oltre che Messora e Martinelli hanno proclamato il silenzio stampa (scatenando ironie Twitter sui portavoce che diventano "portasilenzi") e se la sono presa con titoli e giornalisti. «Spalatori di merda», li definisce Messora. Il posto di Martinelli, in particolare, sarebbe a rischio. E perfino lui, ieri sera, diceva: «Sto aspettando che mi chiamino, potrebbe essere domani, o mai, visto quello che è successo. L'accordo l'avevamo preso già da tempo, ma non mi meraviglierei se saltasse. E comunque, non farei la Salsi della situazione. È una loro scelta».

Alle 9 e 30 Crimi, Lombardi e Beppe Grillo saranno al Quirinale per le consultazioni. Casaleggio non ci sarà, come i rumors avevano appurato. Secondo la versione ufficiale, la delegazione 5 stelle porterà i 20 punti di programma e la disponibilità a formare un governo, ma non indicherà alcun candidato premier.

Nessun nome. Certo, non quello di Beppe Grillo, che pur restando il "capo politico" ha sempre negato di aspirare a Palazzo Chigi. Subito dopo, tutti e tre saranno all'ambasciata americana per un incontro che definiscono «di routine tra forze politiche e rappresentanze straniere».

 

DANIELE MARTINELLIVito Crimi jpegfrancesco molinari senatore m s CLAUDIO MESSORADaniele MartinelliRoberto Fico alla Camera jpegpranzo alla camera parlamentari 5 stelle - foto da _chiparlamentari del M5S

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?