matteo renzi davide serra

LA PORTI UN SOLDONE A FI-RENZI! - ''PANORAMA'' FA I CONTI IN TASCA ALL'EX PREMIER: IN CONTRIBUTI ALLA CAUSA HA RACCOLTO PIÙ DI OTTO MILIONI DI EURO IN 10 ANNI, DA GRANDI AZIENDE A GRANDI AMICI CHE LO FINANZIANO SEMPRE. ORA PERÒ L'INCHIESTA DI FIRENZE SULL'AVVOCATO BIANCHI, CUSTODE DELLA SUA EX FONDAZIONE, HA SOLLEVATO IL VELO SU CERTI PASSAGGI…

Antonio Rossitto per www.panorama.it  

 

La gente s’è rotta le scatole!» Era solo lo scalpitante sindaco di Firenze, ma nel 2013 Matteo Renzi aveva già le idee chiare: «Aboliamo il finanziamento pubblico ai partiti». Gliene va dato merito: stavolta è stato conseguente. Nell’ultimo decennio ha rastrellato danari come nessuno mai. Associazioni, fondazioni e adesso l’agognato partitino personale.

 

serra renzi

Tra piccoli e grandi contributi alla causa, in una decade ha raccolto più di otto milioni di euro. Cittadini, onorevoli colleghi e imprenditori hanno sborsato da qualche spiccio a qualche centinaia di migliaia di euro. Sempre disinteressatamente? Chissà. L’avvocato Alberto Bianchi, già presidente della cassaforte renziana Open, è indagato per traffico di influenze. Avrebbe girato parte di una parcella ricevuta da Toto costruzioni, colosso dell’edilizia, proprio a Open e al comitato che sosteneva la riforma costituzionale.

 

L’inchiesta della procura di Firenze è ai prodromi. E Bianchi spiega che ha solo ripianato i debiti della fondazione. Però il dilemma riaffiora: i finanziamenti dei privati ai politici possono avere secondi fini? Negli Stati Uniti è tollerato e trasparente lobbysmo. In Italia quei frastagliati confini rischiano di diventare lande opache. Eppure, fino a prova contraria, sono tutti sulla retta via.

Marco Carrai con Matteo Renzi

 

Chi ha quindi aiutato in questi anni Renzi e i suoi? L’ultimo elenco comprende le «erogazioni liberali» agli altisonanti Comitati di azione civile, che concimano Italia viva e la Leopolda ventura. I versamenti al partito fondato dall’ex premier sono cominciati a gennaio di quest’anno. Quisquilie, però: pochi e simbolici gesti di stima, sempre sotto ai 500 euro.

 

La cavalleria è arrivata lo scorso giugno, quando già s’udiva lo squillo di trombe della scissione. In poco più di tre mesi viene raccolto quasi mezzo milione di euro. Un trionfo. Il più generoso è stato Daniele Ferrero. Erede della più famosa industria dolciaria italiana? Errore. Daniele è l’altro Ferrero: quello che, vent’anni fa, ha rilevato Venchi, ancora nel ramo dolciumi. L’azienda, dal 2010 a oggi, ha triplicato il fatturato, passando da 30 a un centinaio di milioni di euro.

 

Ferrero siede anche nel board di Taste of Italy, il primo private equity specializzato nell’agroalimentare italiano. Viene fondato dalla Dea Capital, gruppo De Agostini, nel 2015, mentre Matteo è a Palazzo Chigi. Accanto a Ferrero, nello strategico comitato per gli investimenti siede uno dei più sperticati e storici renziani: Oscar Farinetti, patron di Eataly.

 

Che mena vanto di non aver mai dato un euro a chicchessia. C’è però un altro collegamento tra i due capitani d’azienda. È la sconosciuta ma strategica Carlo Alberto. La società possiede quasi il 10 per cento di Venchi e il 20 per cento di Eataly. E chi la controlla? Luca Baffigo Filangieri, ex ad proprio dell’azienda di Farinetti, adesso guidata Andrea Guerra, già manager prediletto dell’ex presidente del Consiglio.

 

Nella finanza il beniamino è invece Davide Serra, il capo del fortunato fondo d’investimento inglese Algebris. Il finanziere ha versato a Italia viva 90 mila euro. Obolo che segue i 300 mila omaggiati negli anni scorsi. Inscalfibili rapporti emergono già a ottobre del 2012. Quando Serra organizza un cocktail al Principe di Savoia, a Milano. Oggetto: raccolta fondi per l’arrembante Matteo. Répondez, s’il vous plaît. Accorrono 70 commensali paganti: mille euro a testa. Un mese dopo, in consiglio comunale di Firenze, segue attinente polemica. Pietra dello scandalo: l’investimento dell’Ente cassa di risparmio cittadino proprio nel fondo Algebris: 10 milioni di CoCo bond.

 

serra renzi

 E cosa c’è di male? Moltissimo, avvampa l’opposizione di Palazzo Vecchio. La fondazione bancaria, denunciano, è imbottita di turborenziani: nel cda siede Marco Carrai. E pure il presidente è un fedelissimo: Jacopo Mazzei. Un altro che, negli anni a seguire, non si sottrarrà da cospicue donazioni. L’interessato però minimizza: non è stato Renzi a presentargli il finanziere. E nemmeno Carrai: «Tutto è partito da un mio incontro di quest’estate al mare con Serra» informa Mazzei. Del resto è noto: i migliori affari si concludono sotto l’ombrellone.

 

«Peanuts», dicono gli americani. Cosa volete che siano 10 milioni per Algebris? O 390 mila per Serra? Noccioline, appunto. Come quelle lanciate da Lupo Rattazzi, figlio di Susanna Agnelli: 60 mila euro. E un inamovibile gardaglietto sul bavero: aver contribuito per primo alla causa scissionista. Data del bonifico: 13 giugno 2019.

 

Quando la crisi balneare non era che una pallida ipotesi. L’ennesimo atto di fede. «Non è né la prima né l’ultima volta che lo farò» annuncia al Foglio. Rattazzi è apprezzato manager: siede tra l’altro nel consiglio d’amministrazione di Vianini, storica azienda di costruzioni, di Italian hospital group, settore sanità, e di Neos, ramo charter. Ed è anche un accorto imprenditore. Con Giovanni Malagò, presidente del Coni, possiede la Gl investimenti. Società dal portafoglio azionario ricco e multiforme: banche, energia e gas.

 

RENZI CARRAI

A proposito di risorse naturali: alle magnifiche sorti di Italia viva contribuiscono pure alcune aziende del settore. Tra cui Energas, che ha elargito 10 mila euro. La società da anni ha ingaggiato una battaglia legale con ambientalisti e amministratori locali. Vuole realizzare un gasdotto a Manfredonia, progetto che ha avuto il via libera ambientale dal governo Renzi a fine 2015. È inciampato invece in un’inchiesta per traffico illecito di rifiuti Angelo De Cesaris che, tramite l’omonima ditta, ha girato un obolo di 3 mila euro. Due mesi prima, il 27 giugno 2019, l’imprenditore di Chieti era finito a processo, con l’accusa di aver scaricato sostanze tossiche in un fiume.

 

I Comitati di azioni civile sono però solo l’ultima trovata. Già agli albori della carriera, quando era presidente della provincia di Firenze, il lungimirante Matteo guardava avanti. Il 1° ottobre 2007 nello studio del commercialista di fiducia Marco Seracini, che oggi siede nel collego sindacale di Eni, viene fondata l’associazione Noi Link. Tra i membri ci sono anche due nomi che poi ricorreranno con sistematicità nel groviglio tra militanza e danari. Il primo è Marco Carrai: storico pontiere con i potentati economici.

farinetti renzi

 

L’altro è il costruttore Andrea Bacci, che ristrutturò pure l’ex casa di Matteo a Pontassieve: lo scorso marzo ha patteggiato a due anni per il fallimento della sua Coam. Sono gli amici di sempre, i primi petali del Giglio magico e l’anima di Noi Link. In cinque anni l’associazione raccoglie 700 mila euro. Con Tommaso Grassi, ex consigliere comunale di Sel, che chiede a Renzi, nel frattempo eletto sindaco di Firenze, di svelare i nomi dei generosi elargitori. E accusa: tutti gli alfieri di Noi Link sono stati «ricompensati» con incarichi ad hoc.

 

È già tempo però di fare le cose sul serio. Chiusa l’associazione, nel 2012 nasce una fondazione: Big bang. Dovrà raccogliere fondi per la Leopolda, la kermesse che diventerà la chiamata alle armi in vista delle primarie democratiche. Vengono raggranellati quasi 815 mila euro. Ma, forse per quel nome troppo apocalittico, Big bang ha vita breve.

 

Nel 2013 nasce Open, adesso finita nell’inchiesta fiorentina. È guidata da Bianchi. Oltre all’avvocato, nel consiglio direttivo siedono altri due sodali politici, come Maria Elena Boschi e Luca Lotti, e l’onnipresente Carrai. In sette anni le due fondazioni raccolgono ben 6,7 milioni di euro. I donatori sono centinaia. Il più prodigo è Serra. Alle sue spalle, con 150 mila euro, c’è Vincenzo Onorato, patron della compagnia di navigazione Moby e indomito gonfaloniere dei marittimi italiani. Uguale contributo è arrivato dal Gruppo Getra, produttore di trasformatori elettrici. Renzi, da premier, andò in visita negli stabilimenti dell’azienda di Marcianise, nel Casertano.

alberto bianchi maria elena boschi

 

Versa invece 110 mila British American Tobacco, la seconda società produttrice di sigarette al mondo. Segue un lungo elenco di aziende. Concede una dote di 60 mila euro Isvafim di Alfredo Romeo, coinvolto nel caso Consip con Lotti e Tiziano Renzi, padre dell’ex premier. Si limita a 25 mila euro Renexia del Gruppo Toto, coinvolto nelle verifiche su Open. L’amministratore Lino Bergonzi è indagato per appropriazione indebita e falso in bilancio per l’acquisto di cinque aziende, autorizzate a realizzare parchi eolici, da Patrizio Donnini, ex collaboratore di Renzi. Attiva nei servizi idrici è invece Intesa Aretina, che gestisce il servizio idrico nel Valdarno.

 

Nel 2017 dona a Open 15 mila euro. E tra i soci di allora, con un piccola quota, c’è anche Banca Etruria, di cui è stato vicepresidente Pier Luigi Boschi, genitore di Maria Elena. Tre versamenti che esemplificano il garbuglio. Affari e politica a volte sono talmente avviluppati da incrociarsi anche casualmente. O no? Perché il dubbio sovviene: quale motivo spinge aziende e imprenditori a elargire denari a una fondazione? Altissimi ideali, rispondono gli interessati. Con i malpensanti costretti ad abbozzare. Fino all’inchiesta fiorentina, che adesso insinua di nuovo il rovello: quanta munificenza cela un tornaconto?

lotti tiziano renzi

Ultimi Dagoreport

antonio tajani cecilia sala giorgia meloni ali khamenei

DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE FINITA IN UNA GALERA DI TEHERAN - LA NOTIZIA DELL'ARRESTO A MILANO DELLA ''SPIA'' IRANIANA ABEDINI, SU "ORDINE" USA, E' DEL 17 DICEMBRE. DUE GIORNI DOPO LA SALA VIENE IMPRIGIONATA - BENE, CONOSCENDO LA "DIPLOMAZIA DEGLI OSTAGGI" PRATICATA DALL'IRAN (ARRESTI UNO DEI MIEI, IO SEQUESTRO UNO DEI TUOI), PERCHE' LA FARNESINA E PALAZZO CHIGI, SOTTOVALUTANDO I "SEGNALI" DELL'INTELLIGENCE-AISE, NON SI SONO SUBITO ATTIVATI PER METTERE IN SICUREZZA GLI ITALIANI IN IRAN? - SCAZZO CROSETTO-TAJANI - NON SAREBBE LA PRIMA VOLTA CHE IL GOVERNO MELONI SI TROVA A GESTIRE NEL PEGGIORE DEI MODI UN DETENUTO NEL MIRINO DI WASHINGTON (NEL 2023 IL RUSSO ARTEM USS). IL VICEMINISTRO AGLI ESTERI, EDMONDO CIRIELLI (FDI), GIÀ ANNUNCIA CHE LA “SPIA” IRANIANA ''POTREBBE NON ESSERE ESTRADATO, HA COMMESSO UN REATO SOGGETTIVO, NORDIO STA STUDIANDO LE CARTE” (A NORDIO E MELONI CONVIENE FARE IN FRETTA, PRIMA CHE TRUMP SBARCHI ALLA CASA BIANCA) - VIDEO

carlo freccero dago ferragni fagnani de martino meloni giambruno

TE LO DO IO IL 2024! - CARLO FRECCERO: “NELL’EPOCA DELLA NOTIZIA TAROCCATA, IL GOSSIP RAPPRESENTA IL PRESENTE DELL’INFORMAZIONE. E DAGOSPIA VINCE (IL 2024 È L’ANNO DEL SUO MAGGIORE SUCCESSO)’’ – ‘’ IDEOLOGIE NELLA POLVERE, IDEE NEL CASSETTO, IDEALI NEI CASSONETTI. ANCHE LA POLITICA È CONIUGATA A PARTIRE DAL GOSSIP. I DUE FAMOSI FUORIONDA DI GIAMBRUNO IN CALORE SONO DIVENTATI UN EVENTO POLITICO - DI FRONTE AL NUOVO DISORDINE MONDIALE, LA TELEVISIONE HA CHIUSO FUORI DALLA PORTA LA CRUDA REALTÀ E L’HA SOSTITUITA CON IL MONDO REALITY, IN CUI NULLA È SERIO, TUTTO È ARTIFICIO - OGGI IL VERO MISTERO DEL MONDO DIVENTA IL VISIBILE, NON L’INVISIBILE. E, COME BEN SAPPIAMO, TUTTO CIÒ CHE NON VIVE IN TELEVISIONE NON HA UNA DIMENSIONE REALE”

matteo salvini daniela santanche giorgia meloni renzi giovanbattista giovambattista fazzolari

DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL PROCESSO OPEN ARMS, TURBA QUOTIDIANAMENTE I SONNI DELLA MELONI CON IL “SOGNO DI TORNARE AL VIMINALE” – PER LA DUCETTA, PERÒ, IL RIMPASTO È INDIGERIBILE: TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI, SPECIE IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO PER DANIELA SANTANCHÈ – E COSÌ, ECCO IL PIANO STUDIATO INSIEME A “SPUGNA” FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? (C’È UNA GROSSA DIFFERENZA NEL CASO VISIBILIA: NON ERA MAI ACCADUTO DI UN MINISTRO ACCUSATO DI AVER TRUFFATO LO STATO IN MERITO A VERSAMENTI ALL’INPS…)

angelo bonelli nicola fratoianni giorgia meloni simona agnes

FLASH – LA DISPERATA CACCIA AI VOTI PER ELEGGERE SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI FA UN’ALTRA VITTIMA: AVS! NICOLA FRATOIANNI SI È ADIRATO PER L’ARTICOLO DI “REPUBBLICA” SUL POSSIBILE INCIUCIONE DELL’ALLEATO, ANGELO BONELLI, CON LA DESTRA. E HA MESSO AL MURO IL LEADER VERDE SBIADITO: NON TI PERMETTERE DI FARE UN’INTESA CON IL NEMICO, O SALTA TUTTO – I RAS MELONIANI DELLA RAI CI AVEVANO GIÀ PROVATO CON GIUSEPPE CONTE E IL M5S, MA LA FRONDA INTERNA DI CHIARA APPENDINO SI È MESSA DI TRAVERSO…

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI, IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025...

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…