PREMIERATO A TAPPE FORZATE! - LA DUCETTA VUOLE APPROVARE LA SUA “SCHIFORMA” (COPYRIGHT TRAVAGLIO) IN PRIMA LETTURA ENTRO LA PRIMAVERA. L’OBIETTIVO PRINCIPALE È POTERSELA GIOCARE IN CAMPAGNA ELETTORALE, MA C'E' ANCHE UN’ALTRA RAGIONE PIU’ PROSAICA: EVITARE DI FINIRE A CASA DOPO LE EUROPEE, IN CASO DI RISULTATO NON SODDISFACENTE DELLA COALIZIONE! CON LA RIFORMA PARZIALMENTE APPROVATA DA UNA CAMERA, LA MELONI SPERA DI BLINDARSI ALMENO FINO AL REFERENDUM DEL 2025, E TIRARE A CAMPARE UN ALTRO ANNO…
Estratto dall’articolo di Francesco Olivo per “La Stampa”
Giorgia Meloni ha dato un ordine: procedere con rapidità. La riforma costituzionale ha parecchi punti deboli, il ruolo del capo dello Stato non è ancora definito, i dubbi (a cominciare da quelli della premier) sulla norma anti-ribaltone non si sono dissipati e la legge elettorale resta un’incognita.
Eppure, o forse proprio per questo, bisogna far presto e se l’opposizione decidesse di non dialogare, paradossalmente, per la destra potrebbe essere meglio: meno trattative vuol dire cammino più spedito verso l’approvazione in prima lettura da sbandierare nella campagna elettorale delle Europee.
alfredo mantovano giorgia meloni
La premier, infatti, ha di fatto dato per scontato il referendum («non mi dimetterei in caso di sconfitta», ha detto venerdì scorso) segno di sfiducia sul dialogo con il centrosinistra, anche perché, come noto, l’eventuale appoggio del Terzo Polo non basterebbe a ottenere i due terzi dei voti che servono a evitare la consultazione popolare. Un concetto ribadito ieri dal sottosegretario Alfredo Mantovano in caso di sconfitta al referendum: tra l’eventuale esito della consultazione e il destino del governo e del programma «non c’è un rapporto di causa ed effetto».
GIORGIA MELONI E LA RIFORMA COSTITUZIONALE - VIGNETTA BY GIANNELLI
Superate le Europee, la road map diventa meno chiara, l’orizzonte in cui viene fissato il referendum è la primavera del 2025, ma nessuno azzarda previsioni concrete. […] La maggioranza si è posta due obiettivi. Il primo, il più ambizioso, è di lunga durata: far approvare «la madre di tutte le riforme», per dirla con Meloni, ovvero introdurre in Costituzione l'elezione diretta del presidente del Consiglio. Ma adesso la fretta è dovuta a un’altra esigenza di medio periodo e decisamente più urgente: arrivare all’approvazione in prima lettura del premierato all'italiana per la primavera, in tempo per poterla esibire alle Europee. Così, trovata a fatica una bozza che possa accontentare tutti, «il minimo comun denominatore» lo hanno definito in Forza Italia, ora la maggioranza cerca di andare il più veloce possibile verso l’obiettivo.
IL PARADISO PERDUTO - POSTER BY MACONDO terza repubblichina - titolo de il manifestogiorgia meloni alfredo mantovano