EURO-GUAI DA VARSAVIA - IL NEO-PRESIDENTE DUDA PRETENDE PIU' AUTONOMIA DA BRUXELLES, SI SMARCA DA BERLINO E AMMICCA A PUTIN: ALTRE ROGNE PER L'EURO-ZONA

Anna Zafesova per “la Stampa”

 

BRONISLAW KOMOROWSKIBRONISLAW KOMOROWSKI

«Chi ha votato per me ha votato per cambiare»: Andrzej Duda è raggiante, con al fianco le bionde di famiglia, la moglie Agata e la figlia Kinga, e promette che con lui le porte del palazzo presidenziale di Varsavia «finalmente si apriranno a tutti».

 

L’outsider di 43 anni che ha strappato la presidenza polacca a quello che ormai sembrava un monopolio di Bronislaw Komoroswki e della coalizione governativa di Piattaforma Civica, aumenta il mal di testa di Berlino e Bruxelles, mentre tra i primi telegrammi di congratulazioni arriva quello di Vladimir Putin, che auspica un «rapporto costruttivo» con un Paese che finora è stato il più ostile alla Russia, soprattutto nella crisi ucraina.

 

E anche se il risultato è stato ottenuto solo con tre punti di scarto (51,5% contro 48,5%, con un’affluenza appena sopra la metà), e il ruolo del presidente è abbastanza cerimoniale, il trionfo di un conservatore euroscettico e populista può aprire la strada alla vittoria del suo partito Diritto e Libertà alle politiche di ottobre, minacciando di far vacillare diversi equilibri internazionali.

BRONISLAW KOMOROWSKIBRONISLAW KOMOROWSKI

 

La Borsa e lo zloty hanno reagito negativamente al risultato elettorale, temendo per le sorti del «miracolo polacco». Il successo economico non sempre paga in politica, e la Polonia ha respinto nelle urne quello che è considerato un modello di sviluppo: vent’anni di crescita ininterrotta anche durante la crisi, che ha portato il Paese a diventare la sesta economia dell’Ue e una delle voci più influenti a Bruxelles, con un polacco, l’ex premier Donald Tusk, alla presidenza europea.

 

ANDRZEJ DUDAANDRZEJ DUDA

Una modernizzazione che però ha spaccato il Paese esattamente a metà: a votare per Duda è stata la «Polska 2», la Polonia «di seconda classe», l’Est povero e rurale, gli anziani (il neopresidente ha promesso di riportare in basso l’età pensionabile) e i giovani che non trovano lavoro e faticano a mettere su casa e famiglia.

 

Cattolico conservatore che viene dalla Cracovia di papa Wojtyla, Duda – primo leader che non appartiene alla generazione di Solidarnosc – è andato a Jasna Gora di Czestochowa dove davanti all’immagine della Madonna Nera, l’icona più venerata in Polonia, ha pregato per ringraziare per la sua elezione. Duda ha trovato il dinamismo per catturare due terzi del voto giovanile, denunciando il disagio sociale che ha costretto due milioni di polacchi a emigrare dopo l’ingresso nell’Ue nel 2004.

 

ANDRZEJ DUDA ANDRZEJ DUDA

Spesa pubblica, assistenza a giovani, anziani, agricoltori e minatori, conservatorismo nei valori e nazionalismo nella politica comunitaria: il nuovo presidente, che entrerà in carica il 6 agosto, rivendica maggiore autonomia da Bruxelles e Berlino, promettendo la «polonizzazione» di banche e reti commerciali e un aumento di tasse che può scoraggiare gli investitori stranieri.

 

Il suo modello dichiarato è l’Ungheria di Viktor Orban, un’altra spina nel fianco dell’Ue, che però ha l’attenuante di essere uscita a pezzi dalla crisi. Convinti filoamericani, i leader di Diritto e Libertà vogliono però emanciparsi dalla Germania, e mentre la loro ribellione a Bruxelles potrebbe renderli alleati a sorpresa di David Cameron, anche Putin guarda con interesse al terremoto che minaccia di cacciare dal governo a Varsavia alcuni dei suoi più determinati nemici.

 

 

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…